Essere mamma, libera dagli stereotipi

da | 8 Mag, 2024 | Lifestyle, mamma, Persone

Cercare un equilibrio tra i propri desideri, valori, lavoro e quotidianità, da mamma libera dagli stereotipi: l’intervista a Zaira Schauwecker

“Sradichiamo uno stereotipo alla volta per un mondo migliore”, scrive sul suo blog Zaira Schauwecker. Mamma di un bimbo di 4 anni, ingegnera e di nazionalità svizzera, Zaira è autrice di zairacconta.com, un blog di riflessione individuale e collettiva sulla parità all’interno della coppia e l’educazione alla parità di genere. Trovare un buon equilibrio tra l’essere genitori e le aspirazioni lavorative, con una equa divisione del carico di lavoro nella coppia, senza perdere di vista i propri valori e le necessità personali, sono le grandi sfide dei genitori di oggi. Sfide che si realizzano solo quando mettiamo a fuoco gli stereotipi che ci stanno stretti e effettuiamo piccole e grandi scelte in maniera più consapevole.

L’equilibrio lavoro/famiglia

Zaira vive in Svizzera nel cantone italofono, e lavora presso l’ufficio federale di meteorologia e climatologia come ingegnera a capo di un grande progetto e responsabile di un team.

“Ho la fortuna di lavorare in un ambiente in cui, nel momento in cui sono diventata madre, non solo non sono stata demansionata ma ho ricevuto una promozione. Pochi colleghi nel mio ruolo sono impiegati part-time, ma ho chiesto e ottenuto un impegno al 70%: questa è una scelta che avevo fatto già prima della nascita di mio figlio, perché pensavo che potesse garantirmi un buon equilibrio tra lavoro e tempo libero, avendo il privilegio di avere uno stipendio comunque adeguato”.

Suo marito Valerio, invece, dopo la nascita del figlio ha scelto di lasciare un lavoro all’80% che lo costringeva a viaggiare spesso, preferendo un nuovo impiego con impegno al 50%. “Valerio ha fatto questa scelta per essere più presente e permettermi di proseguire con la mia carriera: il suo impegno lavorativo precedente mi avrebbe costretta ad assumermi gran parte del carico di cura del bambino.

Devo ammettere che qui in Canton Ticino il nostro modello genitoriale è ancora raro: le famiglie in cui entrambi i genitori scelgono di lavorare a tempo parziale sono pochissime.

E non sono mancati un paio di episodi in cui dei passanti abbiano trattato Valerio come un genitore di serie B o ‘disoccupato’: non è ancora considerato ‘normale’ da tutti che i padri facciano questo tipo di scelta”.

Consapevolezza prima di tutto

Nel blog “zairacconta” possiamo leggere i racconti di Zaira per educare alla parità di genere, articoli nati da riflessioni quotidiane accompagnate da suggerimenti per mettere in pratica l’uguaglianza di genere in famiglia. Quando nasce l’idea del blog?

“I primi germogli risalgono al 2021. Una volta diventata mamma mi sono resa conto degli stereotipi che si stavano riversando su mio figlio, su di me e sul mio ruolo di madre in costruzione.

Mi sono resa conto che, grazie all’ambiente in cui sono cresciuta, ero stata libera di scegliere la formazione che più mi interessava, ingegneria meccanica. Un giorno, osservando i dati del politecnico federale di Zurigo degli iscritti alle materie scientifiche, mi sono resa conto che ancora solo il 12% delle donne si iscrive alla facoltà di ingegneria – un dato comunque più alto rispetto a quando ho frequentato io il politecnico. Non credo di essere più portata di molte altre donne: sono solo cresciuta in un ambiente ‘diverso’.

Da quel momento ho deciso di dare un mio contributo: parlare di questi temi ai genitori, affinché si diffonda la consapevolezza che trasmettere determinati stereotipi ai propri figli ha delle conseguenze.

Lasciare bambine e bambini liberi di scegliere giochi e colori, spiegargli in base all’età che esistono stereotipi di genere, li renderà persone più libere di essere sé stesse.

Maturare questa consapevolezza li aiuterà a non sentirsi sbagliati se e quando decideranno di seguire la propria indole.

I genitori dovrebbero essere consapevoli che i prodotti per l’infanzia e i giochi che si trovano sul mercato spingono maschi e femmine verso due direzioni diverse.

Ci tengo però a precisare che non sono un’educatrice, quindi non voglio ‘insegnare’ ai genitori: condivido semplicemente il mio percorso e le mie riflessioni, di donna e mamma, dalle discussioni con il partner sul carico mentale all’educazione che ho scelto per mio figlio. Inoltre, cerco di rendere più fruibili studi e ricerche di genere che leggo. Perché, anche se decidiamo di aderire a determinati schemi, dobbiamo almeno esserne consapevoli”.

Le professioni hanno genere?

Nel suo blog, in italiano, Zaira si rivolge ai suoi lettori, che sono prevalentemente svizzeri e italiani. Alcuni dei temi e stereotipi trattati sono quindi legati anche alla lingua e cultura dei paesi.

“Così come la cultura di appartenenza spiega gli stereotipi più diffusi, anche il linguaggio può essere considerato un ‘indicatore di parità’: a Zurigo la mia professione era definita senza problemi Ingenieurin (‘ingegnera’ in tedesco).

Una volta tornata in Canton Ticino mi sono resa conto invece che la parola ‘ingegnera’ rappresenta ancora un dibattito aperto: e questo è sinonimo che qui gli stereotipi di genere legati a certe professioni sono ancora ben presenti.

Questo contribuisce ad una sorta di segregazione formativa di cui non ci rendiamo conto, che ci indirizza, sin da piccoli, a formarci in determinati ambiti. A questo proposito qui in Svizzera esiste un progetto molto interessante, con il quale ho collaborato, in cui i ragazzi e le ragazze sperimentano un ambito dominato dal genere diverso dal loro: ad esempio, i ragazzi si avvicinano alla professione di maestro alla scuola dell’infanzia e le ragazze a lavori in ambiti più scientifici”.

stereotipi mamma

Educazione senza stereotipi: da dove partire?

Crescere bambine e bambini liberi dagli stereotipi di genere è una sfida che molti genitori oggi scelgono di portare avanti. Eppure, tra le difficoltà maggiori c’è il confronto con l’ambiente scolastico e la comunità, che giudica un comportamento o una scelta diversa e può provocare sofferenza in bambine e bambini.

“Ho sempre lasciato mio figlio libero di scegliere giochi e vestiti, ma ora che frequenta la scuola dell’infanzia è capitato che tornasse a casa dicendomi che le calze che indossava erano ‘da femmina’ perché qualcuno a scuola le ha giudicate così. Fin da bambina sono stata molto anticonformista, ma so bene che mentre ci sono bambini che non hanno problemi a sentirsi fuori dalle righe, altri possono soffrire per eventuali prese in giro. Credo che dovremmo sentirci liberi di conformarci oppure no: non bisogna per forza essere contro gli stereotipi, ma riconoscerli ed esserne consapevoli. Se sappiamo che stiamo aderendo a uno schema, possiamo decidere di abbandonarlo nel momento in cui non ci rispecchia più.

Per quanto mi riguarda, per esempio, faccio fatica ad allontanarmi dallo stereotipo della donna senza peli sulle gambe. Quando vado dall’estetista, sono però consapevole per chi lo sto facendo.

Il problema sorge quando non ce ne rendiamo conto e certi stereotipi influiscono in maniera più decisiva nella nostra vita, come nella scelta della formazione e della carriera”.

Mantenere alta la guardia

Maggio è il mese della mamma e gli stereotipi legati al ruolo materno sono talmente tanti che non si sa da dove iniziare. Per una sana crescita dei figli è importante dividere equamente il lavoro di cura e il carico mentale perché le mamme non si sentano sopraffatte e soffocate nel loro ruolo.  “Mettere in pratica un modello il più possibile paritario non è sempre facile”, suggerisce Zaira. “Anche nella nostra famiglia, in cui mio marito passa più tempo in casa e abbiamo una distribuzione del carico di cura paritaria, a volte percepisco uno sbilanciamento su di me e su questo siamo arrivati a confrontarci.

Ad esempio, è solito che le madri si interessino di più a temi educativi o che cerchino di essere più informate su tutto. Anche questo è impegno e carico mentale.

Oppure, ho notato che nel suo tempo libero con il bambino Valerio andava a camminare in montagna, mentre io pensavo di più alla spesa, alla lavatrice e a rinnovare il guardaroba. Ci sono statistiche che mostrano che il tempo che i padri trascorrono con i propri figli è più ludico, mentre le madri inconsapevolmente si fanno più carico di incombenze come seguirli nei compiti o cercare soluzioni ai vari problemi. C’è ancora molta strada da fare e bisogna tenere alta la guardia.

Una tecnica che abbiamo adottato e che ci ha aiutato a rilassarci, è di utilizzare un’app per tenere conto del tempo libero che io e Valerio prendiamo per noi stessi.

E’ fondamentale per ricaricarci, per ricordarci di prendere del tempo per noi e così discutiamo molto meno del carico familiare”.

Mamme e papà, liberi dagli stereotipi

Oggi in Italia, secondo i dati Istat, solo il 53,9% delle mamme tra i 25 e i 49 anni ha un lavoro: la maternità continua a essere un impedimento alla partecipazione femminile nel mercato del lavoro.

“A volte le donne rinunciano al lavoro perché il proprio salario equivale a quello di un nido o una babysitter. Dal mio punto di vista, anche se parte del salario viene speso nella cura dei figli, il grande guadagno in realtà è quello di essere rimaste nel mondo del lavoro, ovvero l’investimento sulla persona. Spesso nelle famiglie viene paragonato il salario della donna al costo del nido o babysitter, quando ad essere considerato dovrebbe essere il reddito totale di entrambi, e non si considera il valore del tempo non retribuito di chi rinuncia all’impiego fuori casa per prendersi cura di casa e figli.

D’altro lato, se una donna decide di stare a casa per prendersi cura dei figli deve sentirsi libera di farlo, se questo la fa stare bene.

Diverso è, invece, sentirsi in colpa, in quanto madri, se si delega il lavoro di cura o si lavora troppo, oppure, in qualità di padri, se si sceglie il part-time o si richiede il congedo parentale.

Qual è la mia idea personale di mamma? Essere madre in una maniera che funziona, davvero, per noi stesse, al di là delle imposizioni sociali. Indipendentemente da quello che ci si aspetta da noi, essere consapevoli delle nostre scelte e farlo nella maniera più serena possibile”.

link per web: https://www.zairacconta.com/

zairacconta

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