I dolci del Carnevale, a ogni regione il suo

da | 16 Feb, 2025 | Alimentazione, Ricette

Tempo per stare insieme, scendere in piazza, divertirsi e gustare i dolci squisiti della tradizione

Nel passato le feste, religiose e no, avevano un loro susseguirsi legato alla natura e al riposo, al divertimento e alla purificazione dellтАЩanima e del corpo. Una di queste, forse la pi├╣ misteriosa e senza regole, ├и il Carnevale. Le radici di questa festa, scatenata e profana, sono molteplici, ebree, cristiane, pagane, ma a governarle cтАЩ├и il ritmo del tempo che passa e d├а una ragione alle azioni: perch├й non sempre ├и il momento giusto per ogni cosa. Il Carnevale non ha una data fissa, dipende dalla Pasqua. Infatti il periodo di Carnevale, dal gioved├м al marted├м, cade la settima domenica che precede quella della resurrezione di Ges├╣.

Tempo per stare insieme e gustare i dolci della tradizione

Una festa ricca di simbolismi che sono mutati nel tempo ma che conserva i riti legati alla cacciata dellтАЩinverno. Il ridere, le burle, le maschere, che in origine raffiguravano gli esseri infernali, gli spiriti, i morti, cio├и le forze legate al sottosuolo che possono favorire il risveglio della terra, in una sorta di rito di fertilit├а per unтАЩannata propizia. Si cerca di invertire i ruoli sociali: i poveri si vestono da ricchi e questi da accattoni o giullari, uomini da donne e viceversa. Ma soprattutto ├и il tempo in cui si inizia a stare insieme, scendere in piazza e divertirsi. Sembra che il termine derivi da carnem levare (togliere la carne) o carne vale (carne addio) poich├й anticamente indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno prima del tempo del rigore e dellтАЩordine dettato dalla quaresima, dato che il Carnevale si conclude con il marted├м grasso, il giorno che precede, nella tradizione cattolica, il mercoled├м delle Ceneri. ┬лEra il tempo grasso, scandito dalla carne di maiale che veniva ucciso in questo periodo┬╗, ci dice Pier Carlo Grimaldi, antropologo ed ex rettore dellтАЩUniversit├а di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Ma ├и nei dolci che si esprime al massimo della diversit├а. Ogni regione ha i suoi (due libri per capire i segreti di alcuni di questi I dolci delle feste e Il mondo della pasticceria di Slow Food Editore) che il pi├╣ delle volte hanno una differenza lessicale pi├╣ che negli ingredienti. La maggior parte sono fritti, questo metodo di cottura permette di preparare velocemente i dolci rendendoli gustosi senza troppi ingredienti per offrirli a quante pi├╣ persone possibile a basso costo.

slow food

Frittelle: a ogni regione la sua

Il dolce simbolo ├и la classica frittella il cui amore non conosce et├а. La loro origine sembrerebbe piuttosto antica: deriverebbero dalle frictilia, che si preparavano durante le Liberalia per propiziarsi le divinit├а protettrici della fecondit├а rurale. Nel nostro Paese se ne contano circa duecento varianti e tutte derivano da impasti pi├╣ o meno semplici. Eterogenee nelle forme, finiscono immancabilmente per essere tuffate nellтАЩolio bollente e, dopo essere riemerse in superficie, richiedono unтАЩattenta asciugata e una generosa spolverata di zucchero a velo o unтАЩimmersione nel miele. Dolci elementari, battezzati con nomi diversi, ma simili nella composizione.

Ritagli di sfoglia fritti, ora chiamati bugie e ris├▓le (Piemonte), ora chisoi, ciaccier e manz├▓le (Lombardia), di nuovo bugie in Liguria, grostoi o grostoli in Trentino che, valicando il confine veneto, prendono il nome di crostoli ma anche di galani, di sassole, di carafoi, di castagnole (questтАЩultimo appellativo ├и utilizzato anche a Foligno). Non sono cosa diversa le puttanelle (o fichette) marchigiane, le frappe umbre, i parafrittus (o frati fritti) apprezzati in Sardegna, i galluresi frisjoli longhi che possono raggiungere i due metri di lunghezza, i fiocchetti e le genuidde calabresi o i tipici giggi delle Isole Eolie. Non meravigliatevi se in qualche posto sentite parlare di frottole, di chiacchiere, di lattughe, di gale, di donzellini, di nastrini e di zeppole: il dolce in questione non si differenzia dai precedenti.

Dolcezze con il ripieno

Numerosi sono anche i fritti ripieni: pensiamo ai fricieu piemontesi, frittelle dorate arricchite da pezzetti di mele renette, alle fritole veneziane nella cui farcia entrano uva passa, pinoli e pezzetti di cedro candito, ma soprattutto ai tortellini dolci di Mantova e Piacenza (turtlitt) confezionati con svariati ripieni, dai pi├╣ semplici тАУ farcia di mele cotte, sugo di mostarda di mele, biscotti sbriciolati тАУ ai pi├╣ elaborati come castagne, confettura, frutta candita, noci, pinoli, zucchero, cacao, scorza di limone grattugiata, liquore dolce e caramelle alla menta tritate. LтАЩelenco dei dolci potrebbe continuare ancora, pochi ingredienti, molta fantasia e soprattutto intatta la voglia di trasgredire.

di Valter Musso

 

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