Nell’Abbazia di Staffarda si trova una vera Bat City con migliaia di pipistrelli

Staffarda, in provincia di Cuneo, ospita una bellissima abbazia fondata nella prima metà del XII secolo dai monaci Cistercensi. È una ottima meta per un gita domenicale: la chiesa gotico-romanica, slanciata e di belle forme, ha un elegante chiostro a colonnine e si possono visitare gli edifici monastici, affiancati da nove cascine in cui si svolgevano le attività lavorative. 

Ok. Raccontato così viene da spontaneo domandarsi: ma i bambini si divertiranno in un angolo di Piemonte votato alla quiete e al silenzio? La risposta è sì: perché l’abbazia salvaguarda, oltre al patrimonio artistico, una curiosa colonia di pipistrelli che vive nelle sue stanze.

E’ una delle più importanti colonie di grandi Myotis presenti in Italia: circa milleduecento femmine adulte alle quali ogni estate si aggiungono i piccoli, uno per ogni mamma, protetti (come tutti i chirotteri) da una legge europea e da un accordo del WWF con l’Ordine Mauriziano, proprietario dell’Abbazia.

In cambio della “non-ristrutturazione” della stanza, i volontari del WWF si sono impegnati a pulire il vano e a isolarlo dai visitatori. 

La Bat-story: dove vivono i pipistrelli l’ambiente è sano

I pipistrelli sono animali puliti, socievoli, inoffensivi per l’uomo ed esclusivamente insettivori: in una sola notte ogni esemplare può catturare fino a 3500 insetti, in un anno ne può mangiare un quintale.

Sono ottimi predatori zanzare: in media ogni animale ne “consuma” duemila a notte. Chi abita in campagna, farebbe bene a informarsi sui nidi artificiali che si posizionano nel sottotetto (un tempo residenza privilegiata dei pipistrelli) per ridurre drasticamente la necessità di zanzariere, veleni chimici e repellenti.

I pipistrelli sono anche un formidabile bio-indicatore ambientale,. Il loro numero si è drasticamente ridotto dal dopoguerra a oggi per l’uso di pesticidi e fitofarmaci in agricoltura. Ma dove volano i pipistrelli l’ambente è sano, quindi guardateli con occhio benevolo.

La stanza preferita dei pipistrelli di Staffarda

All’inizio della primavera, più o meno ad aprile, le femmine di pipistrello si radunano in una stanza del chiostro dell’abbazia di Staffarda, dove rimangono fino ad autunno inoltrato, il tempo necessario per far nascere e crescere il loro piccolo.

Le femmine di pipistrello hanno scelto come casa una stanza di trenta metri quadri, un tempo unico locale riscaldato, oggi adiacente al chiostro e al laboratorio dei monaci.

I pipistrelli di Staffarda hanno passato tempi veramente duri in passato. I visitatori dell’abbazia non li amavano e si racconta di chi lanciava pigne raccolte nel giardino, di chi andava a lagnarsi con l’Ordine Mauriziano per la sporcizia, di chi stava male per l’odore del guano e di chi, sfidando le leggende su Dracula, provocava di proposito la caduta degli animaletti dalla volta, causandone morte.

Ora i pipistrelli se la passano meglio. Per salvaguardarli sono interventi il WWF (soprattutto la sezione di Orbassano) e il Servizio pianificazione aree protette del Piemonte, il CRC e la S.Te.P. (la Stazione Teriologica Piemontese) che hanno rivoluzionato l’accesso all’area.

Le regole per vedere i pipistrelli di Staffarda

Per togliere l’odore del guano sono stati introdotti dei teli di polietilene, che periodicamente vengono rimossi e sostituiti, in modo da raccogliere gli escrementi della colonia.

Le regole di accesso alla stanza sono state modificate: solo gli addetti ai lavori possono entrare, ma i visitatori possono osservare i pipistrelli attraverso un sistema sofisticato di telecamere che prevedono illuminazione con gli infrarossi e un monitor esterno che riporta tutti i movimenti degli animali.

Per sensibilizzare i visitatori, nell’abbazia si trovano pannelli informativi che spiegano al pubblico la politica di conservazione della chirotterofauna: accorgimenti importanti, che hanno garantito la sopravvivenza degli animali senza penalizzare l’aspetto turistico.

 

L’Abbazia di Staffarda si trova a circa dieci chilometri dalla cittadina di Saluzzo, nel comune di Revello, in provincia di Cuneo. Dall’autostrada A6 si esce al casello di Marene, poi si imbocca la statale 662 fino a Saluzzo e si prosegue per l’abbazia.

L’abbazia si può visitare: è un luogo ricco di storia solo parzialmente ristrutturato, che meriterebbe ben altra valorizzazione.

Per i visitatori è disponibile, assieme al biglietto di ingresso, una ottima audioguida di accompagnamento. Consigliata  una sosta al ristorante  “Il Sigillo” (attenzione, è un ristorante un po’ formale) che offre un menu a prezzo fisso ottimamente cucinato e molto ben presentato. 

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