Con i suoi 421mila metri quadrati adagiati sulle rive del fiume Po, il Parco del Valentino è l’area verde più amata e conosciuta della città di Torino, un vero cammeo incastonato in questa città signorile e ricca di storia
Ottima destinazione per la passeggiata domenicale, il Parco del Valentino offre un mix di arte e natura ed è il luogo di elezione dei torinesi per il tradizionale picnic sul prato.
Si estende come un’unica area verde fra il Ponte Umberto I e il Ponte Isabella ed è fornito di tutti i servizi, dai cioschetti per le bibite alle gelaterie, dal noleggio biciclette al Borgo Medioevale, ricostruzione di un castello tipico della Val d’Aosta realizzata in occasione dell’Esposizione Generale Italiana del 1884, tutt’oggi visitabile.
Il Giardino roccioso, un’oasi sempre fiorita
In occasione dell’Esposizione Universale del 1961, una valletta del Parco del Valentino venne trasformata in una mostra floreale permanente. Questo caratteristico giardino – chiamato dai torinesi “Il Giardino roccioso” è un gioiellino attraversato da stradine, ruscelli, giochi d’acqua, terrazzi e punti di sosta. Oggi ospita un grande roseto con più di duemila piante e aiuole fiorite in ogni stagione dell’anno.
In uno dei laghetti si trovano anatre e cigni. Ma animali selvatici si trovano ovunque nel parco: dai germani reali alle anatre, dagli aironi cinerini alle gallinelle d’acqua, dai gabbiani alle folaghe che nidificano sulle sponde del fiume. Numerosissimi gli esemplari di scoiattolo grigio, che – per la gioia dei bambini – si avvicinano senza paura a chi offre loro noccioline e gherigli di noce.
Il Parco del Valentino e i suoi famosi prati
Nel Parco del Valentino si trovano circa 1800 alberi ad alto fusto: pioppi, salici, faggi, carpini, aceri, tigli, ginkgo biloba e sequoie. La regina indiscussa è la quercia, di cui si trovano alcuni esemplari monumentali, assieme ad altissimi esemplari di olmo e platano.
Tra gli alberi da fiore e i cespugli, la tavolozza cromatica del parco risulta di rara bellezza in ogni stagione: d’autunno il foliage non ha nulla da invidiare a quello delle valli alpine; in primavera le mille tonalità di verde si accendono, qua e là, con le fioriture.
Circa metà della superficie del parco è destinata a prato: portatevi una stuoia, un pallone, il necessario per il picnic e un libro da leggere: vi troverete immersi in un’atmosfera di relax, fianco a fianco con persone di ogni età, soprattutto famiglie con i bambini e studenti di ogni nazionalità, ospitati dalla grande Università di Torino.
Un po’ ovunque nel Parco si trovano fontanelle, chioschi per le bibite e locali che servono pranzo e merenda.
Un giro in bicicletta
Il parco si presta a piacevoli giri in bicicletta, anche per i pedalatori in erba. L’intero sistema di viali, con un manto stradale liscio e omogeneo, è chiuso al traffico e si percorre in sicurezza. Chi non ha la bici, trova un noleggio di risciò e go-kart a pedali nei pressi del parcheggio di corso Vittorio Emanuele, mentre è sempre possibile utilizzare le biciclette a noleggio del bike sharing cittadino ToBike (la stazione più vicina è la 19, Cairoli) o le numerose biciclette dei servizi di bike-sharing free-floating.
Il parco è anche molto amato dai runner ed è facile trovare, a qualsiasi ora, qualcuno che si allena.
Il Borgo Medioevale e la Fontana “magica” dei Dodici Mesi
Da non mancare la visita al Borgo Medievale, l’esatta riproduzione di un castello con tanto di ponte levatoio e segrete. Nel cortile antistante è da fermarsi a guardare la bella Fontana del Melograno e il piccolo borgo con botteghe di artigianato e una caffetteria e cioccolateria dove fermarsi per merenda.
In viale Ceppi, non lontana dal Borgo Medioevale, si trova la più grande area gioco dedicata ai bambini, molto bella e curata, recintata e protetta.
Il Parco ospita anche l’Orto Botanico, piacevole per la sua biodiversità. Organizza spesso iniziative di conoscenza rivolte ad adulti e bambini. E’ aperto anche la domenica e nei giorni festivi.
La Fontana dei Dodici Mesi, una maestosa vasca ovale circondata dalle statue in marmo allegoria dei mesi dell’anno, ha un suo fascino teatrale, ma soprattutto ha una storia che rimanda a Torino come città magica. La fontana sarebbe un simbolo del legame fra Torino e l’antico Egitto e celebrerebbe la figura mitologica di Fetonte, originariamente egizia, figlio del Sole, che precipitò con il suo carro nel fiume Po, nel luogo che fu poi il nucleo di fondazione del capoluogo piemontese.