Matite, cornici, terre traballanti, calici e panchine giganti: in Piemonte esistono percorsi capaci di affascinare grandi e piccini
Le vie dei calici – Gattinara
A Gattinara è un po’ tutto gigante e questo non può che richiamare la curiosa attenzione dei bambini, rendendolo un comune davvero divertente per una gita.
C’è una delle panchine giganti del progetto Big Bench Community, vicino al complesso fortificato delle Castelle, con vista sulle colline. Poi ci sono le matitone colorate dell’artista alessandrino Aldo Divano, che da qualche tempo realizza matite colorate in legno big size. Pare che l’idea sia nata durante un viaggio in Laos, guardando alcuni bambini che coloravano piccoli bastoncini di legno per far finta di avere le matite. Anche quelle di Divano, in legno di castagno, sono affusolate, nodose, irregolari e sono state adottate e apprezzate da tanti comuni della zona. A Gattinara spiccano e colorano un vigneto davanti al Municipio.
Più recentemente, lo scorso anno, le colline di questo lembo a sud della Valsesia hanno ospitato anche il progetto d’arte di Ruben Bertoldo, artista conosciuto per le sue opere in ferro. Le vie dei calici è un’iniziativa artistica e di valorizzazione delle colline: sono due al momento i giganti calici che dominano la città nei suoi punti più panoramici, alla Torre delle Castelle e al lato della casetta Nervi. I calici, destinati ad aumentare nel tempo, sono il simbolo della produzione vinicola di Gattinara e sono illuminati da un faro a led alimentato da un pannello solare.
Le cornici – Belvedere Langhe
“Bel…vedere. Uno sguardo lento attraverso la cornice” è un itinerario pensato tra le vie di Belvedere Langhe, composto da nove cornici e un punto panoramico.
Le cornici ovviamente incorniciano i migliori paesaggi, scatti, panorami e colori del territorio; e lo sguardo è lento perché deve godere di ciò che lo circonda, prendendosi il tempo di soffermarsi, osservare e apprezzare. Ogni cornice ha un colore diverso, che richiama i colori del paesaggio che racchiude. Il percorso non è strutturato o numerato, ma volutamente libero, per lasciare ai visitatori libertà di scegliere e farsi suggestionare.
Ci sono però due punti informativi ai confini di entrata e uscita dal paese lungo la strada provinciale. La cornice inquadra anche quello che c’è al di qua del paesaggio e allora è subito gara a selfie e fotografie incorniciate!
Le terre ballerine – Montaldo Dora
Siete mai stati su una terra che si muove? Bene, è giunto il momento di farlo e non bisogna andare neanche troppo lontano. Vicino a Ivrea, andando verso Aosta, c’è il bosco di Montaldo Dora, rinominato anche le “Terre Ballerine”.
Saltando, correndo e ballando si ha l’impressione che tutto danzi e salti, la terra sotto i piedi, gli alberi e le foglie. In realtà non è un’impressione, ma è la struttura geologica che rende il suolo elastico.
Dove oggi c’è il bosco una volta sorgeva un lago, il Lago Coniglio, che si è prosciugato, lasciando depositare sul fondo materiale organico e vegetali. Il lago è diventato stagno, poi palude e infine torbiera, con uno strato d’acqua sotto il suolo che crea il rimbalzo e la danza delle terre. Oggi, con la riduzione delle piogge, il fenomeno si è un po’ indebolito, ma rimane comunque percepibile e molto divertente.
Il sentiero del Sarvanot – Monterosso Grana
Misterioso, bellissimo, immersivo: il sentiero del Sarvanot è un percorso ad anello lungo circa cinque chilometri che gira attorno a Monterosso Grana tra boschi, prati e piccole stradine. Il sentiero del Sarvanot è un cammino, ma è anche un libro diffuso e prende il nome da un personaggio mezzo uomo e mezzo animale che abitava questi boschi secondo le storie e tradizioni delle persone del posto.
È lui il protagonista del racconto da leggere camminando e scoprire lungo il sentiero, in compagnia di tanti piccoli amici folletti. Sono una cinquantina i cartelli illustrati, che nel tratto a sud raccontano l’origine e le storie degli alberi del bosco, mentre nel tratto nord presentano gli animali che lo abitano.
La camminata dura circa un’ora e mezza e lungo il sentiero ci sono panche in legno per fare una sosta completamente circondati dalla natura. Un percorso che è anche un gioco e un viaggio, per bambini, per famiglie, per chiunque abbia voglia di volare con la fantasia e conoscere il bosco, la natura e le sue storie d’altri tempi.
La vigna dei pastelli – Coazzolo
Coazzolo, nelle Langhe, è un altro comune che ha deciso di valorizzare il paesaggio con l’arte. Oltre alla sua panchina gigante e alla bellissima chiesetta della Beata Maria Vergine del Carmine dipinta e rivisitata con la tecnica del Wall Drawing dall’artista David Tremlett, a Coazzolo si può visitare la divertentissima Vigna dei Pastelli.
Dalla chiesetta colorata è sufficiente procedere per meno di duecento metri seguendo la direzione indicata dall’insegna inconfondibile. Si entra nel vigneto di proprietà dell’azienda agricola Anfosso Piercarlo dove alti pastelli colorati hanno preso il posto dei pali dei filari delle viti. Camminando tra i vigneti si raggiunge il punto panoramico da cui ammirare il suggestivo paesaggio langarolo. L’accesso alla vigna è libero, da visitare con il dovuto rispetto.
Alla ricerca delle panchine giganti
Il Big Bench Community Project è un’iniziativa ormai conosciutissima e super fotografata, ideata nel 2010 dall’artista americano Chris Bangle. L’idea è quella di valorizzare e far rivivere i piccoli centri e le meraviglie più appartate delle nostre terre.
Oggi le panchine giganti sono moltissime, tanto che è nata una mappa con l’elenco completo e una app per localizzarle. In Piemonte ce n’è un po’ in tutte le province, molte nelle Langhe, ma anche nell’Astigiano e nell’Alessandrino, nei punti più panoramici e mozzafiato. Esiste anche un passaporto per segnare tutte le panchine su cui ci si è seduti.
Per i bambini lo stupore è assicurato, ma anche per gli adulti è un piacevolissimo stare e una speciale occasione per sentirsi per una volta piccoli.