Giornata contro il razzismo: il romanzo di Igiaba Sciego da leggere insieme, a scuola e in famiglia

Figli dello stesso cielo – il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi, è una storia scritta di Igiaba Sciego per capire le radici di una cultura che ancora oggi ci appartiene

Correva l’anno 1960 quando, durante una protesta pacifica contro le leggi dell’apartheid a Sharpeville, in Sudafrica, la polizia sudafricana aprì il fuoco sui manifestanti, uccidendone 69. Quel giorno viene ricordato come il massacro di Sharpeville, evento che ha messo in luce l’ingiustizia del regime dell’apartheid e ha spinto le Nazioni Unite a istituire la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale.

Sono passati decenni, non è bastata l’istituzione della giornata per far scomparire il razzismo.  Sebbene la situazione sia migliorata rispetto al passato, sappiamo benissimo che il razzismo ancora esiste: lo leggiamo nei commenti agli articoli che parlano di islamofobia, nel divario che porta ancora la parola antisemitismo, nella differenza fatta tra i migranti in base alla tonalità della pelle.

Figli dello stesso cielo – il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi esplora, con linguaggio semplice ma coinvolgente, la relazione che il nostro paese ha avuto e ha tuttora con il nostro passato coloniale. 

Partendo dalla base solida dei fatti storici ci si avvicina gradualmente all’esperienza vissuta dalla popolazione somala, e poi da quella etiope, di oltraggi e sottomissione forzata durante il periodo del colonialismo italiano, e come questo abbiamo lasciato un impronta nella cultura del nostro paese, non certo, ancora, di riflessione o di coscienza.

Nel racconto Igiaba Sciego, giornalista e scrittrice italiana di origini somale, torna magicamente adolescente e incontra in sogno il nonno Omar, che non ha mai conosciuto.

Nonno Omar la accompagna in un viaggio durante l’epoca del colonialismo attraverso i racconti della sua famiglia, raccontando eventi storici in modo chiaro, puro e accessibile a tutti, ma soprattutto esplorando il rapporto di subordinazione tra colonizzatori e colonizzati. 

La Somalia, terra ricca e florida di cultura millenaria, viene schiacciata dalla legge del più forte, dell’uomo bianco che con armi in mano sottomette altre popolazioni e uccide.

Un colonialismo che ostacola lo sviluppo, nega i diritti, vieta ai bambini di andare a scuola oltre il livello elementare. E distrugge i sogni, come quello di nonno Omar e di suo figlio, che sognava le stelle e voleva diventare astronomo..

Una pagina triste, quella del colonialismo italiano, che va dal massacro di 16000 persone ad Addis Abeba all’utilizzo delle armi chimiche.

Un evento passato e scarsamente approfondito e analizzato, che potrebbe insegnarci molto. Al contrario, si tratta di un’epoca che ha plasmato l’immaginario collettivo dell’abitante dell’Africa accettando il razzismo come qualcosa di endemico.

Sono tanti gli aneddoti, sui quali possiamo riflettere con ragazze e ragazzi, che lasciano increduli anche noi adulti: dallo zoo umano della Expo di Torino che vide esporre gli assabesi dall’Etiopia come bestie da osservare e a cui lanciare noccioline, alle pubblicità sulle caramelle alla liquirizia con le faccette o i biscotti al cioccolato che prendono il nome, appunto, dagli assabesi.

Figli dello stesso cielo non è solo un romanzo, ma un vero e proprio manifesto per il dialogo interculturale e l’esercizio dell’empatia. È un libro che non lascia indifferenti e invita a guardare alla complessità del mondo con occhi nuovi.

In un’epoca storica la nostra, in cui i commenti razzisti sono ancora nella hit del hate speech, e in cui sentiamo ribadire da un ministro la centralità della Storia occidentale, bene, allora forse questa “Storia” dovremmo studiarla con più attenzione, per analizzare criticamente il presente e pensare, tutti insieme, a un futuro migliore.

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