La Valle dell’Orfento nel Parco della Majella è un mix di natura e spiritualità: una tappa se si visita l’Abruzzo con i bambini
Canyon selvaggi e pianori in quota, mistiche abbazie e umili “tholos”, le capanne di pietra a secco immerse in un ambiente aspro e vasto: il Parco della Majella si presenta con un aspetto unico per via della sua asprezza, vastità e rigore climatico, fattori che fanno sì che al suo interno si celi la parte più pregevole del patrimonio nazionale di biodiversità.
Basti pensare che le specie botaniche presenti (anche rare) rappresentano il 65% delle specie di tutto l’Abruzzo, nonché il 30% di quelle italiane. L’importanza botanica della regione è tale che ben 50 specie portano il termine “majella” nel nome ufficiale latino essendo state identificate per la prima volta su queste montagne.
La fauna è ugualmente ricca, con la presenza di animali rari e caratteristici come il lupo, l’orso o la lontra.
Wilderness
Come fa un parco così “wild” a essere adatto ai bambini? Nonostante la natura prorompente, la Majella è una montagna dolce, con moltissimi itinerari a misura di bimbo. Ci sono bellissimi centri visita, aree faunistiche e giardini botanici da visitare.
Noi vi proponiamo una passeggiata all’incredibile e profondo Vallone scavato dal fiume Orfento, una forra che nasconde le tane delle lontre. Il vallone si scopre a passo lento, con l’acqua che scorre tra massi a strapiombo e piccole spiagge perfette per bagnare i piedini stanchi. Niente da invidiare al più famoso Verdon francese!
La passeggiata è suggestiva e tranquilla, immersi in una natura selvaggia e silenziosa nonostante il mondo non sia poi così lontano.
Partenza
Il percorso comincia alla Casa del Parco di Caramanico Terme (630 m) poiché, come per tutte le escursioni all’interno del parco dell’Orfento, è necessario registrarsi presso gli enti di tutela. Non c’è biglietto d’ingresso, la registrazione è gratuita e serve per monitorare e limitare il flusso delle persone presenti sui sentieri.
La segnaletica è chiara e precisa (cartello “Le Scalelle”). La passeggiata comincia in discesa, con scorci che si aprono a tratti a magnifici colpi d’occhio sul canyon, fino a immergersi nella vegetazione e raggiungere il fiume Orfento (510 m) grazie a le Scalelle, scalini tagliati nella roccia viva.
Ponticelli, salti d’acqua e mulini
All’altezza di un tornante, sulla sinistra, si scorge un riparo sotto la roccia che, stando alla tradizione, ospitava l’Eremo di San Cataldo, di cui non è rimasta traccia.
Questa è la parte più ripida e veloce, punteggiata da fichi e altri alberi da frutta, segno di una presenza umana, tempo addietro.
Raggiunto il fondo si percorre un tratto del corso del fiume, seguendo la corrente e attraversandolo più volte grazie a ponti di legno (direzione Ponte di Caramanico). Al di sotto di una parete a strapiombo si incontra un salto d’acqua e l’imbocco dell’antico canale artificiale che portava acqua a un mulino di Caramanico. Canale che si segue per un tratto mentre la gola si fa sempre più stretta. Quindi si riprende a salire in modo deciso gli scalini, fino a sbucare sulla statale 487, poco a valle del Ponte di Caramanico (536 m).
Da qui si può tornare in paese lungo la statale: è la variante più breve ma, attenzione, in alcuni punti manca il marciapiede, oppure si può fare ritorno lungo la via dell’andata. L’intero percorso è lungo 3,5 chilometri e ha un dislivello di 120 metri. In totale, un’ora e mezza di cammino.