Aggiungere il cognome materno ai propri figli è possibile e non è neanche troppo complicato. Ecco la procedura
Qualcosa si muove, seppur lentamente. In Italia non è ancora possibile dare il cognome materno ai figli se entrambi i genitori riconoscono il nascituro perché in automatico viene assegnato il cognome paterno, cosa considerata discrimatoria da alcune coppie. Si può chiedere però di metterli tutti e due, con quello materno come secondo. Chi non ha potuto farlo al momento della nascita può richiedere oggi di modificare il cognome dei figli inserendo anche quello materno. Ecco come.
A chi fare la richiesta
Gli uffici dello Stato civile del comune di residenza possono fornire tutte le informazioni del caso, ma è la Prefettura l’organo competente ad autorizzare il cambiamento del cognome e nome di una persona richiedente. La Prefettura-UTG a cui inviare la domanda e la documentazione è quella della provincia del luogo di residenza, o del luogo di ultima residenza in Italia per i cittadini residenti all’estero iscritti all’ AIRE. L’istanza può essere presentata solo da cittadini italiani.
La domanda per inserire il cognome materno
La procedura è molto semplice e non è necessario il coinvolgimento di avvocati o altri professionisti. Sul web (sul sito delle prefetture territoriali esiste una sezione dedicata al cambio nome e cognome) si trovano i moduli da compilare e spedire. La domanda va presentata con apposta una marca da € 16,00 ( è esente da bollo solo la richesta di cambio del cognome perché ridicolo e vergognoso), sottoscritta dall’interessato o dai genitori dei minori. Bisogna allegare la fotocopia di un documento di identità o di riconoscimento di chi cambia cognome e dei genitori richiedenti. Eventualmente è possibile allegare anche un albero genealogico se il cognome si vuole inserire perché altrimenti andrebbe a scomparire. L’istanza deve essere trasmessa a mezzo servizio postale, posta ordinaria o mezzo raccomandata A/R.
I tempi lunghi
Il processo per l’aggiunta del cognome materno è semplice ma i tempi potrebbero essere molto lunghi. “Nel caso in cui il Prefetto, assunte le necessarie informazioni, ritenga che la domanda non sia meritevole di accoglimento, ne informerà per iscritto il richiedente, ai sensi di legge, indicando i motivi che, allo stato, appaiono ostativi all’accoglimento della domanda”. È possibile il ricorso nel caso. Diversamente “nel caso in cui il Prefetto, dopo aver assunto le necessarie informazioni (anche a seguito delle controdeduzioni del richiedente), ritenga che la richiesta appaia meritevole di essere presa in considerazione, emetterà un decreto con il quale il richiedente sarà autorizzato a far affiggere per trenta giorni consecutivi all’albo pretorio del comune di nascita e del comune di residenza attuale (qualora non coincidano) un avviso contenente il sunto della domanda. Il provvedimento definitivo, se favorevole, andrà trascritto e annotato, a cura dell’interessato, nel registro di Stato civile”.
Aggiornare i documenti
Il cambio cognome ovviamente comporta un po’ di passaggi burocratici e formali una volta approvato. Va fatta comunicazione agli uffici dello Stato civile, bisogna rifare i documenti, codice fiscale incluso. Poi bisogna aggiornare tutti i contratti attivi. Nel caso dei bambini la cosa è meno complicata poiché hanno poco o nulla di intestato. Bisogna informare le ASL di competenza e i pediatri di base; la scuola per l’iscrizione e la mensa; le segreterie dei corsi di sport o altre attività che i bambini frequentano; assicurazioni in atto. Già diverse famiglie stanno facendo richiesta per aggiungere il cognome materno a quello paterno. È diritto delle madri che il loro cognome sia riconosciuto; orgoglio dei bambini riconoscere anche quella parte identitaria e familiare; è una vittoria per la famiglia intera.