Estate, prati e boschi possono portare all’incontro con le zecche, animali piccoli ma che spaventano tanto
Non è raro incontrarne tra la vegetazione in primavera ed estate: ma quest’anno, dopo un inverno mite, sempre più persone denunciano la presenza di zecche anche ad altitudini basse.
Le zecche di sé non rappresentano un grande problema: in generale, con un intervento immediato e controlli regolari è facile evitare i rischi e le patologie portate dal morso di questo piccolo ma fastidioso animaletto.
Ma cosa fare e cosa evitare quando notiamo la presenza della zecca sulle cute dei bimbi? E come evitarle?
Morso, non puntura
Prima di tutto cerchiamo di capire chi abbiamo davanti: questo piccolo insetto nero è un aracnide, ovvero parte della grande famiglia dei ragni. La zecca è molto furba: possiede potentissimi recettori nelle zampe anteriori che le permettono di percepire la presenza della potenziale vittima anche a un centinaio di metri di distanza.
I più colpiti dalle zecche sono gli animali selvatici, come cervi, caprioli o cinghiali, ma possono esserlo anche quelli domestici, come cani o gatti.
Quando la preda si è avvicinata, la zecca le salta sulla cute perché, per trasformarsi da uno stadio all’altro (larva, ninfa e adulta) ha bisogno di un pasto ematico: in poche parole, di succhiare il sangue. La sua suzione toglie la sensibilità alla pelle, motivo per cui non si percepisce né dolore né prurito a seguito del morso: perché così va chiamato, morso e non puntura.
Perché è importante intervenire subito
Senza creare allarmismi, dobbiamo essere consapevoli che il morso della zecca e la presenza dell’animaletto conficcato nella pelle richiede un intervento tempestivo, poiché le zecche sono vettori di patologie che possono diventare fastidiose e preoccupanti.
Tra le più diffuse c’è la borreliosi di Lyme, che prevede una prima fase precoce localizzata, che si manifesta con un arrossamento circolare della pelle nella sede del morso, e una disseminata, in cui il batterio si diffonde nell’organismo generando spossatezza, febbre, mal di testa o dolori muscolari.
Solo sei mesi dopo il morso, se non diagnosticata e curata, la malattia viene definita tardiva, e richiede cure specifiche. Per questo motivo, per evitare le fasi successive più a rischio, è fondamentale intervenire subito e riconoscere l’eritema.
Togliere, e rimuovere, la zecca
Una cosa è certa: appena ce ne accorgiamo, la zecca deve essere rimossa il prima possibile. Non serve recarsi al pronto soccorso, a meno che non si notino effetti collaterali che vanno oltre l’arrossamento della pelle.
Tutti infatti possono essere in grado di togliere una zecca dalla pelle seguendo semplici regole.
Dopo aver disinfettato la zona, è preferibile utilizzare una pinzetta adatta (quella per le sopracciglia va benissimo) per afferrare la zecca il più possibile in prossimità della pelle, senza pizzicarla, tirando con progressione decisa e costante.
Nel caso in cui il rostro della zecca (comunemente chiamata “testa”) dovesse rimanere nella pelle, possiamo provare a rimuoverlo con un ago sterile. Tuttavia, se non si riuscisse, non è necessario preoccuparsi troppo perché probabilmente verrà espulso spontaneamente nei giorni successivi. Il rostro non contiene il germe quindi non aumenta il rischio di sviluppare malattia. Infine, disinfettiamo nuovamente la cute, con disinfettante incolore per riconoscere eventuali arrossamenti, e teniamo d’occhio la zona colpita nelle ore successive.
Meglio evitare
Al contrario di quello che si pensa, meglio non usare olii, unguenti, smalti o, pratica popolare diffusissima, alcol: non facilitano per nulla la rimozione ma possono provocare un “rigurgito” da parte della zecca che rischia di trasmettere agenti ancora più infettanti.
Nella rimozione, cercare di ucciderla schiacciandola con le mani è inutile, così come farla oscillare, perché si favorisce il distacco della testa.
Infine, inutile dirlo, evitiamo antibiotici o altri medicinali se non dietro prescrizione medica.
Occhi aperti e maniche lunghe
Una volta appreso come agire, non dobbiamo avere paura delle zecche: basta semplicemente non abbassare la guardia.
Dopo una passeggiata nella natura, un pomeriggio in giardino o un’escursione nei boschi, è bene ricordarsi sempre di controllare la cute dei bimbi in tutto il corpo, incluso il cuoio capelluto, alla ricerca di eventuali zecche.
Se le temperature lo permettono – e nei boschi fa sempre più fresco – meglio indossare vestiti chiari e leggeri ma con le maniche lunghe, sia maglietta sia pantaloni, che proteggono anche dalle punture delle odiate zanzare. In zone a rischio in cui è segnalata una presenza massiccia di zecche, è consigliato spruzzare sui vestiti repellenti contenenti Deet picaridina o Ebaap, oppure la permetrina per un effetto più a lunga durata. Esistono anche i braccialetti “paracord” in sostanze naturali con palline di ceramica EM, utili anche per tenere lontane le zanzare.
Infine, per chi ha animali domestici, meglio applicare su cani e gatti i prodotti appositi per proteggerli dalle zecche nella stagione calda.