10C’è uno yoga che sembra fatto apposta per chi ha famiglia. Si chiama Ashtanga Yoga e allena corpo, mente e spirito e lo fa su più livelli. Tre, per la precisione.
In primo luogo aiuta a sprigionare l’energia vitale che serve a madri e padri nella gestione della quotidianità.
In secondo luogo dona stabilità emotiva e chiarezza mentale, per osservare con lucidità le dinamiche interpersonali.
Infine, attraverso la percezione di essere parte di un tutto più grande, accresce la fiducia nelle persone e nelle proprie capacità.
“Sono tre grandi doni che vanno conquistati con costanza e determinazione – dicono Giuseppe e Cinzia, insegnanti di Ashtanga Yoga nel Dharma Shala -. L’Ashtanga si basa su sequenze ben definite di asana, ovvero di posizioni, che devono essere rispettate perché studiate per aiutare il corpo a raggiungere gli obiettivi. Le sequenze lavorano in modo profondo e vanno imparate ed eseguite sotto la guida di un maestro”.
Unico nel suo genere
L’Ashtanga Yoga è praticato da migliaia di persone in tutto il mondo ed è interessante perché presenta caratteristiche uniche nel suo genere. “Il suo padre fondatore – raccontano Giuseppe e Cinzia – è Pattabhi Jois, un insegnante di yoga indiano che negli anni ’30 e ’40 ha ripreso l’antica pratica di Sri T. Krishnamacharya, ricodificandola. Ne sono nate sei serie di asana da eseguire in ordine preciso. La prima fortifica e depura il corpo. La seconda ha effetti benefici sul sistema nervoso. Le altre forme aumentano la flessibilità del corpo e della mente, ma sono pochi ad arrivarci. Già solo la prima serie, praticata con costanza, è sufficiente a migliorare la qualità della vita. Esiste una settima serie, che è proprio la famiglia. Pattabhi Jois diceva che in famiglia si possono applicare al meglio gli insegnamenti appresi sul tappetino”.
Le asana da sole non bastano a ottenere i benefici promessi da questo yoga. Essenziali sono anche la respirazione Ujjayi (praticata chiudendo in parte la gola con la glottide) che riscalda il corpo, aiutandolo a divenire più elastico, la sincronizzazione con i movimenti (Vinyasa) e lo sguardo, che deve essere direzionato in punti precisi del corpo a seconda dell’asana che si sta praticando. “È proprio la fusione di asana, respiro e sguardo a portare con il tempo al controllo dei sensi e a una più profonda consapevolezza di sé. Ciò si traduce in maggior rispetto dei propri bisogni e apertura verso quelli altrui”.
99% pratica, 1% teoria
La filosofia dell’Ashtanga Yoga è “praticare, praticare, praticare”. Secondo Pattabhi Jois e il popolo degli ashtanghisti è proprio la pratica, con le sue influenze su mente e corpo, a consentire di progredire nelle asana sul tappetino e nella crescita personale. Il concetto che permea tutta la pratica è che si può raggiungere la spiritualità attraverso l’uso del corpo. Ecco quindi che i più devoti si alzano all’alba per praticare lo yoga prima di iniziare le attività quotidiane. Tutti i giorni. Ma non spaventatevi. “All’inizio può bastare una pratica di un paio di giorni la settimana. Man mano che il corpo si rinforza, si può aumentare il numero di sessioni settimanali fino ad arrivare a sei. Un giorno va dedicato al riposo”. E per quanto riguarda gli orari, si può scegliere in base alle proprie esigenze, l’importante è essere a stomaco vuoto. Qualcuno potrebbe obiettare che gli impegni sono molti e che rispettare la pratica è difficile: il primo insegnamento in questo caso è che ritagliarsi un proprio spazio personale è fondamentale per essere un genitore equilibrato e felice.