Vi è capitato mai di pensare: “Tanto se succede qualcosa c’è il bagnino”? Nel caso, avete sbagliato
Un classico della spiaggia estiva è la lamentela del bagnino sulla negligenza dei genitori in spiaggia, che non prestano abbastanza attenzione ai loro figli. D’altronde siamo noi i primi a rendercene conto: bambini di qualunque età che vengono lasciati a giocare da soli sul bagnasciuga o mandati in acqua a fare il bagno. Tanto, se succede qualcosa, c’è il bagnino.
Bagnino = professionista del soccorso
C’è una diffusa credenza che i baywatch abbiano funzioni di accudimento, ma in realtà non è questa la loro mansione. Iniziamo facendo chiarezza: cosa vuol dire fare il bagnino? “La figura professionale del Bagnino di Salvataggio nasce attorno agli anni ’30 e viene definita dalla legge come “professionista del soccorso altamente specializzato per attuare il servizio pubblico di vigilanza e di salvataggio”, spiega l’avvocato Francesca Galdini.
“Deve possedere requisiti specifici, competenze specifiche in materia di primo soccorso medico e attività marinaresca. Per ottenere l’abilitazione deve aver superato l’esame che normalmente si effettua dopo aver frequentato un corso di formazione”.
Dunque, un bagnino non è una babysitter e non può mai, né deve, sostituirsi a un genitore.
L’abbandono di minori
L’articolo 591 del Codice penale spiega che cos’è l’abbandono di persone minori o incapaci. “Chiunque abbandona una persona con meno di 14 anni – continua l’avvocato Galdini – oppure una persona incapace (per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa di provvedere a se stessa e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni. La pena è la reclusione da 1 a 6 anni se dal fatto deriva una lesione personale ed è da 3 a 8 anni se ne deriva la morte. Le pene sono aumentate se il fatto è commesso dal genitore”.
Mette paura, vero?
In acqua vigilare sempre
Quando si parla di abbandono, ci si riferisce al comportamento di chi lascia una persona minore o incapace in totale balia di se stessa, in modo che da tale situazione possa derivare un pericolo per la sua incolumità.
“La Corte di Cassazione ha chiarito che questo reato si configura anche quando l’abbandono “vero e proprio” è durato per un breve lasso di tempo”.
Attenzione, dunque: quando i bambini sono in acqua dobbiamo sempre vigilare, anche se il mare sembra calmo, anche quando l’acqua è bassa, anche se i bambini hanno indossato i braccioli. Un’onda o un crampo possono essere improvvisi e causare problemi.
I genitori sono sempre responsabili di qualunque cosa i bambini facciano in spiaggia e di qualsiasi cosa accada loro: non si può affidarli alla custodia dei bagnini. Certo, i bagnini debbono vigilare con attenzione e prestare il primo soccorso, ma questo non esenta i genitori dal loro dovere di controllo e della loro primaria responsabilità.
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