Sono passati sei anni da quando i movimenti delle “Primavere arabe” hanno sconvolto gli equilibri politici e sociali di molti paesi del Nord Africa, dalla Tunisia all’Egitto, dalla Libia alla Siria. Un flusso crescente di persone si è messo in fuga verso l’Europa. L’arrivo dei migranti è un’emergenza umanitaria sotto gli occhi di tutti. Alla tragedia si aggiunge un’altra tragedia: l’arrivo di bambini e ragazzi (e bambine e ragazze) non accompagnati da adulti.
I migranti bambini
Nell’arco di cinque anni, i minori arrivati in Italia sono stati 85.937. Il 72,9% sono minori non accompagnati. Solo nel 2016 sono arrivati in Italia più di venticinquemila minori non accompagnati, il doppio rispetto al 2015 e quasi sei volte di più rispetto al 2011, come scrive l’organizzazione internazionale Save the Children nell’ultimo report “Atlante dei minori stranieri non accompagnati”. Soli e vulnerabili, molti vengono accolti da comunità dalle quali fuggono, diventando facilmente vittime delle organizzazioni di sfruttamento dei minori. Spesso finiscono costretti a lavori pesanti, pericolosi, in condizioni di semi-schiavitù o nel racket della prostituzione, costretti a mettere insieme le somme necessarie a pagare i trafficanti che promettono loro di attraversare le frontiere verso il nord Europa.
Il tutore c’era, ma con dei limiti
La legge italiana già prevedeva la figura del tutore legale a tutela di un minore, anche straniero, affermando che “se entrambi i genitori sono morti o per altre cause non possono esercitare la responsabilità genitoriale, si apre la tutela presso il tribunale” (articolo 343 del Codice Civile). Il tutore è una protezione fondamentale per il bambino o il ragazzo: da lui dipende l’avvio di tutti i procedimenti amministrativi o giudiziari, in particolare la richiesta di asilo politico o di trasferimento in altri paesi europei. Purtroppo i Giudici Tutelari, a cui spetta la nomina del tutore, si sono sempre trovati in carenza di persone disposte a esercitare la funzione di tutore, per cui solitamente nominavano il Sindaco o l’Assessore alle politiche sociali del Comune dove si trova il minore. Sindaco e Assessore, a loro volta, delegano gli assistenti sociali. Decine, persino centinaia di ragazzi si trovano ad avere lo stesso tutore, il che significa che non hanno assicurata la cura e l’attenzione che un tutore dovrebbe dare.
La nuova figura del tutore
Con la legge 47/2017 nasce la figura del “tutore volontario per i minori stranieri non accompagnati”, una prima, importante novità in Italia e in Europa. Destinatari sono i privati cittadini italiani motivati e sensibili, mossi dal desiderio di offrire puro amore. La rappresentanza legale è svolta a titolo gratuito, senza presa in carico domiciliare ed economica. Ha la funzione di verificare che siano curati gli interessi dei minori, che sia garantita la loro salute e che siano riconosciuti i loro diritti, senza alcuna discriminazione. Chi è interessato e in possesso dei requisiti di legge può presentare domanda inviando un modulo (si trova sul sito del Garante dell’Infanzia, www.garanteinfanzia.org) per posta elettronica all’indirizzo tutorivolontari@garanteinfanzia.org.
Agli aspiranti tutori volontari sarà fatto un piccolo corso di formazione, dopodiché saranno inseriti nell’Albo istituito presso il Tribunale per i minorenni competente della propria Regione. Da questo albo, il Giudice selezionerà un tutore volontario per ogni minore ed eventualmente per i suoi fratelli e sorelle. Un’occasione concreta di solidarietà per questi bambini e ragazzi sfortunati, perfettamente nelle corde di chi è genitore.