La smorfia di sgomento che si dipinge sul volto degli altri passeggeri quando entra una famigliola in aereo, treno, nave, esprime con efficace sintesi il pensiero: “Quanto sono carini! Ma che non siano seduti davanti, dietro o vicino a me!”. E siamo noi genitori i primi a capire il loro sentimento, ricordando la scioltezza con cui viaggiavamo nel passato pre-kids e quanta fatica facciamo ora a contenere tanto gli entusiasmi quanto le molestie dei nostri piccoli e teneri compagni di viaggio. Ma come fare per limitare le molestie agli altri passeggeri?
– Modalità off: genitori previdenti fanno dormire poco i figli il giorno prima del viaggio e li portano a correre nel parco. Così i bambini alla partenza sono spossati: l’ideale per garantirsi qualche ora di tranquillità extra. In ogni caso è una buona idea portarsi dietro quegli oggetti che facilitano la nanna in ogni luogo, come il biberon con la tisana calduccia, il cuscino che sa di casa, il doudou morbido;
– Modalità stream: l’intrattenimento classico durante il viaggio è il film o la musica su ipad o portatile. Per non infastidire i vicini servono le cuffie: ce ne sono in versione kids con dispositivi che limitano il volume;
– Modalità play: prima di partire si fa l’inventario dei giochi, selezionando quei tre-quattro che occupano poco spazio, non rotolano, non fanno troppo rumore;
– Modalità osservazione: l’intrattenimento è il panorama. E quando si sono stufati di ammirarlo, si inventano attività come contare oggetti o cercarne: quanti camion rossi superiamo o quanti pioppi riusciamo ad avvistare. In aereo si possono cercare dettagli – non imbarazzanti! – tra i passeggeri: bottoni dorati, ciuffi d’argento, persone con gli occhiali;
– Modalità surprise: quando la noia del viaggio non è in alcun modo placabile, si tira fuori la valigetta sorpresa che abbiamo preparato prima della partenza. Dentro ci sono tante piccole sorpresine incartate, come piccoli giochi, sticker, colori e dolciumi da sgranocchiare. Se l’incarto è resistente, lo stratagemma può durare a lungo… E bon voyage!
[Elena Brosio]