Botta in testa o trauma cranico?

da | 25 Set, 2020 | Lifestyle, Salute e Benessere

Presto o tardi arriva la caduta, ma raramente provoca un trauma cranico. In assenza di sintomi immediati, meglio non allarmarsi e mantenere la calma

Che i bambini sono di gomma è risaputo, ma quando è la testa a subire il colpo si scatena il panico tra i genitori che corrono immediatamente al Pronto Soccorso. Prima o poi succede a tutti e per fortuna quasi sempre si tratta di un danno senza conseguenze.

Con la testa non si scherza, ma quasi sempre la corsa in ospedale si rivela un’inutile immersione tra gli spietati virus che popolano i reparti di pediatria. 

Trauma cranico: di cosa si tratta?

Una botta in testa, anche se violente, non causa per forza un trauma cranico, che invece si riferisce a un vero e proprio danno al cranio, all’encefalo o ai suoi involucri. 

Qualsiasi botta non è da sottovalutare, ma da tenere sotto osservazione da chi ci sta vicino: i sintomi, se non sono immediati, possono manifestarsi dopo ore. 

Generalmente si parla di lesione chiusa (nel caso di colpi violenti o cadute) o penetrante (se si colpisce un oggetto violentemente con la testa). Per descrivere il livello di coscienza nelle persone vittime dei traumi che hanno a che fare con la testa, esiste la scala di Glasgow una scala di valutazione neurologica – che misura lo stato ci coscienza valutando 3 funzioni davanti a uno stimolo visivo e vocale: l’apertura degli occhi, la risposta motoria a un comando e la risposta verbale.

Il range di valori della scala va da 3 (completa incoscienza) a 15 (coscienza semi-normale).

I segnali importanti

Se il bambino è molto piccolo e il cranio non è ancora formato, non ci sono dubbi: rivolgiamoci a uno specialista per una visita approfondita.

Il pianto è un ottimo segnale. Al contrario, la scarsa reattività e lo stordimento, non lo sono per niente. Se con un pò di ghiaccio e coccole tutto rientra alla normalità, inutile agitare tutti con una giornata in pronto soccorso. 

Tuttavia, è buona prassi sorvegliare il bambino e non sottovalutare eventuali comportamenti anomali: perché può verificarsi una sofferenza cerebrale può manifestarsi fino a 48 ore dopo l’accaduto anche quando il cranio è illeso: per cui bene osservare il proprio figlio nei giorni successivi. 

Gli atteggiamenti anomali possono essere: perdita di memoria, calo della vista difficoltà a parlare, problemi di equilibrio, stato di sonnolenza, sanguinamento dal naso o dalle orecchie, rigonfiamento eccessivo della parte colpita, vomito.

E se vomita solamente?

In questo caso è consigliata una visita di approfondimento, ma non perdete la calma: in molti casi il vomito si verifica come reazione  dello spavento o del dolore alla testa provocati dalla caduta.  

Far riposare il bambino con un paio di cuscini sotto la testa può tranquillizzarlo e farlo sentire meglio.

Al contrario, è sconsigliato leggere, guardare schermi luminosi e fare attività sportive. 

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