Tra passeggiate troppo brevi e tanto bisogno di boschi, l’autunno è in realtà la stagione ideale per le camminate, per osservare la natura, imparare e ammirarne la bellezza
Con l’inizio dell’autunno, i weekend diventano l’unico momento in cui i bambini e le bambine possono stare in natura, fare camminate tutti insieme, dopo una settimana fitta di impegni, tutti indoor. Pediatri, psicologi e educatori, però, concordano: sarebbe opportuno riuscire a portare all’aria aperta i nostri figli almeno un’ora al giorno, lasciarli correre in un prato, farli stare in natura in un dolce far niente, rincorrendo una farfalla o giocando con un legnetto caduto dall’albero. Troppo spesso rinchiusi in un’aula, seduti per ore su sedie, obbligati al silenzio, i bambini hanno a disposizione poche opportunità per riscoprire le potenzialità della loro mente libera con poco spazio e poco tempo per giocare in modo destrutturato, essere liberi, annoiarsi, esprimersi senza imposizioni, regole e orari. Finché forniamo loro giochi, strumenti, impegni, libri, compiti e appuntamenti da seguire, le bambine e i bambini non potranno mai scoprire davvero cosa sono in grado di fare in autonomia.
La natura è un’insegnante potente
L’ora di svago all’aria aperta, nel “nulla”, concede alla giovane mente di svilupparsi in tutto il suo potenziale. Una farfalla da osservare ci insegna la pazienza, la frustrazione di non poterla avere, le sfumature dei colori, l’etologia delle farfalle e anche qualche accenno di botanica, ci insegna a camminare scalzi per inseguirla senza badare al fango che potremmo pestare… e ci insegna a lasciarla andare, quando è ora di vederla spiccare il volo.
Un legnetto a terra favorisce lo sviluppo della manualità, porta a interrogarsi sull’albero da cui viene, sulle foglie, i fiori e gli animali che vivono in quell’albero. Così come le rocce, le pietre, la terra, l’acqua, l’erba. Tutto in natura ci insegna qualcosa se stiamo ad ascoltarla. Ogni elemento che troviamo ci permette di affrontare decine di argomenti e di interrogarci su i più disparati quesiti. La natura è potente e se solo permettessimo ai nostri figli di viverla più spesso, più a lungo, lo capiremmo!
Lasciamo il bello in natura
Cerchiamo quindi di uscire più spesso, andiamo insieme a camminare o giocare all’aria aperta. Ma come comportarsi eticamente nel verde? Ricordiamoci sempre che la più importante lezione che possiamo dare ai nostri figli è il buon esempio: comportiamoci bene noi per primi e loro si sentiranno incoraggiati a fare lo stesso.
Evitiamo quindi di raccogliere fiori e piante. Quello che per noi è un piccolo passatempo mentre si cammina o un gioco per intrattenere i bambini, in realtà per la natura è un enorme danno. “Massì, è solo un fiore!”. Certo, ma 1+1+1+1 fa 7 miliardi, se tutti la pensassero così (e purtroppo in troppi la pensano così) i fiori sparirebbero e con loro la biodiversità…e quindi noi!
Da esseri umani siamo attratti dal bello e il bello non riusciamo a lasciarlo in natura. Vogliamo portarlo via. Educhiamo, quindi, i nostri ragazzi a lasciare il bello là dove lo troviamo: un fiore nel prato e una pigna a terra. Quel fiore e quella pigna, proprio come le conchiglie al mare, sono elementi fondamentali per il benessere del bosco. Sono cibo per tanti animali, sono riparo, sono casa e risorse. È tanto importante una quercia quanto una margheritina. E se ci fa piangere un albero abbattuto, la stessa tristezza dobbiamo provarla per ogni fiore reciso inutilmente che marcirà in tasca ancora prima di arrivare a casa.
Quando passeggiamo per i boschi, quindi, raccogliamo meno fiori e più rifiuti. Come diceva un famoso ambientalista mentre ripuliva le spiagge: “Questa non è la mia spazzatura, è vero. Ma questo è il mio Pianeta”: il concetto che sarebbe bello trasmettere ai nostri bimbi è proprio questo.
Spettatori rispettosi
Un’altra attività divertente da fare in famiglia è il riconoscimento di tracce e segni di animali. Sappiamo tutti quanto sia difficile osservare gli animali selvatici nel loro habitat, per cui, per stimolare i bambini nella ricerca ed evitare che perdano l’entusiasmo durante le salite, possiamo giocare a chi trova… più cacche! Proprio così. Gli animali lasciano segni del loro passaggio lungo i percorsi e saperli vedere e riconoscere è un’arte da affinare per diventare piccoli esploratori della natura. Un’impronta di capriolo qui, una penna di picchio lì, una fatta di volpe là. Portiamo con noi un libro per l’identificazione e giochiamo a vivere la natura in modo divertente e rispettoso.
Lo stesso si può fare anche con i canti degli uccelli o le piante. Insomma, proviamo a vivere la Natura come spettatori rispettosi e non come attori invadenti.
Lo spazio etico in cui muoversi
Non dimentichiamoci che nel caso in cui dovessimo avvistare un animale, il rispetto nei suoi confronti deve essere il nostro unico interesse. Non avviciniamoci per nessuna ragione, lasciamo che continui a fare quello che stava facendo prima di accorgersi di noi. Questo è l’unico spazio etico in cui possiamo restare: quello in cui l’animale non si accorge della nostra presenza. Ovviamente non alimentiamo nessun animale; né uccellini, né pesciolini, anatre, tartarughe, scoiattoli, volpi, caprioli. Nessun animale selvatico ha bisogno di noi. Ogni volta che alimentiamo un animale si rischia di creare un circolo vizioso. Leghiamo infatti, involontariamente, una catena al collo dell’animale: rischiamo di attaccargli o prendere malattie ed infezioni, rischiamo di renderlo troppo fiducioso nei confronti degli umani arrivando al punto di non sapersi più procacciare il cibo, spesso ricercandolo vicino ai centri abitati e alle nostre case, con il pericolo di finire investito o ucciso. Per noi sarà “solo una volta”, ma per quell’animale che si fa avvicinare, evidentemente non è la prima volta e noi stiamo andando a rovinare ancora di più una bestiola che per sopravvivere, invece, deve rimanere libera e selvatica.
Indipendentemente dal cibo che viene fornito (fosse anche quello “giusto”) e indipendentemente dalla specie, gli animali in natura non si alimentano mai. Se temiamo che siano denutriti e stiano male, contattiamo i CRAS (Centri di recupero animali selvatici) ma non improvvisiamoci Biancaneve. I danni sono sempre maggiori dei benefici che possiamo apportare.
E questo insegnamento è fondamentale da trasmettere anche ai ragazzi: gli animali si amano a distanza, rispettando il limite che li protegge da noi.
Di Chiara Grasso, etologa ed educatrice ambientale – www.chiaragrassoetologa.it
Le app per piccoli esploratori della natura
Durante una passeggiata nel verde è bello giocare a identificare animali, piante, funghi, vocalizzazioni e altri elementi naturali: ecco delle app gratuite che si possono scaricare sullo smartphone.
BirdsEye Bird Finding Guide – per tracciare i nostri avvistamenti di avifauna
Collins Bird Guide – guida aggiornata su tantissime specie di uccelli per riconoscerli e saperli identificare
Seabook – per l’identificazione di specie ittiche e marine
Bird net – un’ottima app che permette di riconoscere gli uccelli attraverso il loro canto, che si può registrare sul momento
Fungitron – guida per identificare i funghi
iNaturalist – social nerwork che permette di identificare piante e animali, grazie a un vastissimo database creato dagli stessi utenti. È basato sulla teoria della Citizen science, ossia sono i cittadini stessi ad accrescere la scienza, in questo caso grazie alle loro osservazioni. iNaturalist è un’iniziativa congiunta della California Academy of Sciences e della National Geographic Society
PlantNet – identificazione approfondita del mondo vegetale