Quello tra cani e bambini è un rapporto meraviglioso, ma va mediato
Crescere in compagnia di un cane è uno dei regali più grandi che noi genitori possiamo fare alle nostre figlie e ai nostri figli. Offrire l’opportunità di vivere e formare la propria sfera emotiva e cognitiva al fianco di un’altra specie è un valore aggiunto che pedagogisti, pediatri ed esperti del mondo dell’infanzia, confermano senza dubbi.
Ma… ci sono dei ma.
La convivenza con un animale non è sempre tutto rose e fiori e quello che spesso vediamo sui social in video e immagini disneyane può forviare quella che è la realtà di un rapporto. Ecco perché la conoscenza e la precauzione sono fondamentali per una relazione sana, sicura e positiva per entrambi.
Comportamenti imprevedibili, da entrambe le parti
I bambini e le bambine a volte abbracciano i cani, li sbaciucchiano e manifestano in modo molto espansivo il loro affetto. Questi atteggiamenti però possono essere interpretati dall’animale come un’invasione di campo. Per i bambini e le bambine è difficile capire il linguaggio dell’animale, capire cosa vuol dire quando scodinzola, abbaia, piange. Viceversa, anche per il cane può essere difficile capire quando il bambino piange, corre o rincorre.
Ricordiamoci sempre che stiamo parlando di esserini imprevedibili. Bambini, soprattutto molto piccoli, e cani sono spinti da motivazioni spesso, ai nostri occhi (!), improvvisate e irrazionali. A muovere i loro comportamenti e le loro reazioni c’è l’istinto, la pulsione che rendono imprevedibili e poco controllabili le loro reazioni a diversi stimoli.
È chiaro che una diade composta da due creature imprevedibili è tanto bella e arricchente, quanto potenzialmente a rischio se non è mediata da un adulto consapevole.
Come può comunicare “adesso basta!”
Ognuno di noi crede che il proprio cane sia il migliore del mondo e nessuno di noi penserebbe mai che il proprio animale possa far male a un bambino o una bambina ma purtroppo può succedere. Ogni cane, se portato all’esasperazione, può essere potenzialmente pericoloso e può dirci “adesso basta” in modi che non ci aspettiamo. Ci sono cani che lo fanno capire prima, altri che tengono e sopportano fin quando esplodono “improvvisamente” (ma improvviso non lo è mai).
Impariamo quindi a leggere il comportamento del nostro cane: un breve corso di educazione cinofila o anche saper riconoscere basicamente i segnali di stress nell’animale (sbadiglia, si lecca il muso, evita il contatto visivo, si gira dall’altra parte) possono essere conoscenze fondamentali per garantire in primis il benessere del cane e di conseguenza la sicurezza delle bambine e dei bambini.
Un cane sereno e rispettato difficilmente diventa un cane aggressivo, ma se noi non sappiamo riconoscerne il malessere e non sappiamo prevenire, rischiamo di creare situazioni potenzialmente pericolose per tutti.
Condivisione di spazi
Spesso nei video sui social, ad esempio, si vedono bambini piccolissimi abbracciati a cani in contesti potenzialmente rischiosi, cani e bambine che condividono spazi prossemicamente intimi come il letto o la cuccia, bambini che per gioco tolgono ossa e ciotole ai cani, cani cavalcati da bambine e altri contenuti in cui gli animali sono palesemente stressati, ma nessun adulto media e interviene. Agli occhi ingenui di un utente social qualsiasi quei video generano tenerezza e voglia di replicare a casa con il proprio cane, senza rendersi conto che ogni cane è diverso, ogni bambino è diverso, ogni rapporto è diverso, la storia personale, di vita, i traumi, le motivazioni di ogni animale sono diverse e che non a tutti i cani infastidiscono le stesse cose, esattamente come per noi umani.
Il nostro ruolo: mediare e prevenire
Il mio primissimo consiglio è di evitare di spingere i nostri cani e i nostri bambini e bambine ad avere lo stesso rapporto e fare le stesse cose che vediamo fare in 15 secondi di reel sui social. Senza spesso esserci accorti che il cane di quel video è palesemente sotto stress e senza sapere se dopo quei pochi secondi postati l’animale magari ha reagito male. Teniamo presente queste considerazioni senza però assolutamente demonizzare il rapporto meraviglioso che si può creare e instaurare tra bambine e bambini e cani, ma per far sì che sia sereno. E per far sì che sia un rapporto equilibrato e benefico per tutti, dobbiamo essere noi adulti i primi a mediare, prevenire e controllare le situazioni, osservando il cane ed evitando che i bambini vedano l’animale come un giocattolo senza rispettarne spazi, tempi e intimità prossemica.
Messaggi educativi di rispetto
Educare al rispetto dello spazio e dell’emotività del cane, è in realtà anche uno strumento potentissimo per veicolare messaggi educativi di rispetto e dignità verso tutte le specie (anche quella umana) che la bambina e il bambino si porteranno dentro per tutta la vita.
E questo lo possiamo trasmettere anche durante le passeggiate, quando incontriamo cani sconosciuti: invece di permettere a nostra figlia di fiondarsi sul cane, mediamo anche quell’interazione, osserviamo il cane e insegniamo ai nostri bambini a rapportarsi agli altri cani chiedendo al loro proprietario e imparando a rispettare il limite: “così come a te non farebbe piacere essere accarezzato per strada da un estraneo, anche al cagnolino magari non fa piacere. Magari ha paura!”. Avere un cane, infatti, porta i bambini a sviluppare il senso della responsabilità, l’empatia, l’accudimento e la cura. In tenera età stimola inoltre anche l’acquisizione del linguaggio e migliora le capacità verbali: è quanto emerso da uno studio dell’Università del Kansas. Stare con un cane o con un gatto stimola lo sviluppo intellettivo dei bambini e delle bambine che diventano consapevoli e capiscono anche quanto l’impatto delle loro azioni si riversino sull’animale e sugli altri.
L’importante è che a seguire tutto questo ci sia un adulto perché sia un modello da cui imparare a rispettare e curare il cane.
Creare in casa una zona sicura per l’animale
Nel caso in cui il cane sia già in famiglia e il neonato arrivi in un nucleo con già un cane è fondamentale far conoscere il bambino o la bambina al cane ancor prima del parto. Ad esempio, si possono usare alcuni accorgimenti come tirare fuori la culla o la carrozzina prima della nascita, in modo che possa percepire un cambiamento graduale. Anche il pianto del bambino può essere una novità per il cane. Un’idea può essere quella di riprodurre i suoni del pianto dei bambini tramite registrazioni sonore in modo che il cane avvii un processo di abitazione a nuovi suoni. Dopo la nascita, anche far annusare al cane i vestitini della bambina per abituarlo agli odori nuovi è un modo per avvicinarlo al nuovo membro della famiglia. In ogni caso è bene lasciare al cane la possibilità di rifugiarsi nella sua zona sicura se percepisce una situazione di stress ma ricordandoci sempre che per l’animale è fondamentale non sentirsi escluso dal gruppo famigliare: il cane è un lupo e per i lupi il branco è vita. Non chiudiamolo quindi in una stanza se c’è il bambino o la bambina, ma anzi permettiamogli di vivere con noi la nuova quotidianità.
La cosa migliore è fare in modo che il cane associ la presenza dei bambini a stimoli positivi. Continuare a riservare il tempo dedicato al cane per farlo sempre sentire parte della famiglia senza trascurarlo di punto in bianco. Non escludere il cane dalle interazioni familiari ma permettergli di ascoltare e annusare il nuovo arrivato. Evitiamo di punire il cane in presenza del bambino perché a lungo termine potrebbe associarlo a situazioni negative e pensare che il bambino rubi le attenzioni. Questo potrebbe portare il cane a sentirsi escluso dal gruppo.
Insomma, un rapporto magnifico può esistere, se come sempre, alla base ci sono rispetto e consapevolezza.
Di Chiara Grasso, etologa ed educatrice ambientale – www.chiaragrassoetologa.it