No, questo non è un racconto in ritardo sui regali ricevuti a Natale, ma su un tipo particolare di pacchetti a sorpresa, da scegliere, ordinare e scartare per tutto l’anno, a colazione, a pranzo o a cena.
Caterina ha infatti da poco scoperto l’emozione di girare la città per ritirare pacchi un po’ misteriosi, colmi di cose buone, dove la sorpresa è davvero tale. Quando lo racconta, entusiasta, dice alle amiche: “E poi, quando arrivo a casa con il mitico sacchetto, i bambini mi corrono incontro e dicono: cosa c’è dentro? Cosa cosa cosa? Fammi vedere, apro io apro iooooo”. E poi pensa: beh, i bambini… i ragazzi, gli adolescenti.
Eppure sì, i due adolescenti tornano a essere bambini e per pochi minuti perdono quello sguardo un po’ distante, chiuso in sé, annoiato o vago che li caratterizza ultimamente, catapultandoli in luoghi inaccessibili. Ecco, le magic box, così si chiamano, li riportano all’infanzia, alla gioia di scoprire che cosa contiene quell’involucro, incartato, pinzato, avvoltolato, nascosto per un attimo alla vista. E sì, contiene cibo. E sì, posso dire loro dove l’ho preso, quindi intuiscono che cosa potrebbe contenere, lo soppesano tra le manone e dicono: questo è sostanzioso! Quanto l’hai pagato: 2,99; 3,99 o 4,99?
Poi finalmente scartano: due yogurt al caffè! Oh, non al caffè! A me piace il caffè, li mangio io. L’insalata, bleah… la torta mmm buona questa, al cacao! Cavolo le brioche sono deliziose. Ah, i cannelloni, ti ricordi li avevamo mangiati quella volta in campeggio… Mamma, così domani non cuciniamo!
In sostanza, questa euforia dei figli, della quale, ora se ne accorge, Caterina sentiva nostalgia, è data dal ritrovarsi intorno a questa bella idea che corrisponde a un’agile app chiamata Too good to go, un’app per combattere lo spreco alimentare e che muove da una considerazione: un terzo del cibo prodotto finisce sprecato. Come evitare, arginare, combattere, appunto, questo scempio? Con questa magia: i negozi alimentari, i bar, i ristoranti, le gastronomie, le panetterie della città che aderiscono al progetto preparano una confezione (a 2,99, o 3,99 o 4,99 euro) con una serie di prodotti invenduti o in scadenza (mai scaduti) che varrebbero, all’incirca e rispettivamente, dai 9 ai 12 ai 15 euro, quindi con un grande risparmio per Caterina e un po’ di guadagno per i rivenditori stessi.
E quando Caterina va a ritirare la sua magic box nei posti in cui l’ha prenotata, riceve un pacchetto che è molto divertente portare a casa e aprire. Non puoi scegliere? No, non puoi, ed è bello così, è la parte divertente. Ma è bello anche per altri tre motivi. Uno: perché scopri posti, pasticcerie, gastronomie dove non eri mai stato. Per esempio, Caterina si è imbattuta in un piccolo bar in cui fanno dolci molto gustosi con un burro artigianale, in una gastronomia ligure che prepara una zuppa di zucca d’orzo e salsiccia davvero fenomenale, per non parlare della pizza rossa con aglio e acciughe. Due: perché porta a casa una borsa piena di cibo risparmiando molto, fate voi i calcoli precisi che Caterina con i numeri non ama ragionare. Tre: perché si sente una piccola guerriera che fa un piccolo passo in una direzione di sostenibilità e di riflessione sullo spreco e le abitudini di consumo che le sta molto a cuore.
E adesso, scusate, ma deve andare che tra poco ritira la magic box in panetteria: la cena – o la merenda di domattina, chissà! – è già, in parte almeno, sistemata.