Caterina e la gratitudine

da | 26 Mag, 2021 | caterina, Lifestyle, Persone

Caterina pensa a ciò per cui è grata e che un giorno si siederà davanti a un foglio e scriverà il suo “Gracias a la vida”

Miracoli, doni, creature, vita. Chiamatele come volete, “le cose che sono”, le cose per le quali oggi, Caterina, seguendo le orme di poeti e di una cantautrice cilena che ama, Violeta Parra, ha voglia di dire grazie. 

Violeta Parra scrisse “Gracias a la vida“, nel 1965. Mercedes Sosa e Joan Baez l’hanno cantata davanti a migliaia di persone nel corso degli anni, smuovendo commozione. 

La strofa che Caterina preferisce è questa: “Grazie alla vita | che mi ha dato tanto | mi ha dato la marcia | dei miei piedi stanchi | con loro raggiunsi | città e pozzanghere | spiagge e deserti | montagne e piani | e la casa tua | la tua strada, il cortile”.

Jorge Luis Borges ha scritto “Un’altra poesia dei doni” nella quale ringrazia, a sua volta, per molte esperienze possibili come: “lo splendore del fuoco | che nessun essere umano può guardare | senza uno stupore antico” o per: “il mare, che è un deserto risplendente | e una cifra di cose che non sappiamo” o per “le strisce della tigre” e infine, dopo ottanta righe di meraviglie dice: “per il fatto che questa poesia è inesauribile | e si confonde con la somma delle creature | e non arriverà mai all’ultimo verso | e cambia secondo gli uomini”. 

Ed è da un po’ di tempo che Caterina pensa a ciò per cui è grata e che un giorno si siederà davanti a un foglio e scriverà. Per farlo, sceglie, oggi, versi e rime, perché una delle cose per cui vorrebbe dire grazie è proprio 

il suono

che brucia le parole

nel fuoco delle sillabe

scintilla 

accende 

brilla

e tu intravedi il mondo,

arancio sullo sfondo

grazie per i colori

che celano e che svelano

il corpo

il cielo

i fiori

grazie per certi gialli

frittelle in mezzo ai prati

i papaveri più rossi

i baci delicati

grazie per questo vino

il mare nel bicchiere

la sua sponda di vetro

le vele dei tuoi occhi

certi discorsi sciocchi

grazie, risate pure

che sgranano le stelle

sbriciolano la vita

diretta sulla pelle

grazie per l’amicizia

per quella volta sul tetto

la carbonara salata

la confidenza

l’affetto

per Massimo Troisi

e per Gioconda Belli

per le parole

stelle, sentieri, sorelle 

grazie alla neve che cade

e che mi fa cadere

nel bianco che per me

fa rima con piacere

grazie per i miei bambini

occhi come ciliegie

l’odore quando nascono

le bolle nel bicchiere

grazie per le mattine

d’estate e di campagna

le rondini 

il respiro

la pizza 

la lasagna

grazie ai treni

alla bici

alla metro di Parigi

i caffè come orologi

le ninfee come prodigi

grazie al silenzio

che offre

una stanza alle emozioni

uno specchio un letto un fiume

una spiaggia,

molti nomi

grazie a questo giornale

che ospita Caterina

mentre per te che leggi, 

domanda repentina: 

e tu che cosa ami, 

quando ti batte il cuore

dove rimbomba l’anima

e splende il suo bagliore?

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