Caterina pensa a ciò per cui è grata e che un giorno si siederà davanti a un foglio e scriverà il suo “Gracias a la vida”
Miracoli, doni, creature, vita. Chiamatele come volete, “le cose che sono”, le cose per le quali oggi, Caterina, seguendo le orme di poeti e di una cantautrice cilena che ama, Violeta Parra, ha voglia di dire grazie.
Violeta Parra scrisse “Gracias a la vida“, nel 1965. Mercedes Sosa e Joan Baez l’hanno cantata davanti a migliaia di persone nel corso degli anni, smuovendo commozione.
La strofa che Caterina preferisce è questa: “Grazie alla vita | che mi ha dato tanto | mi ha dato la marcia | dei miei piedi stanchi | con loro raggiunsi | città e pozzanghere | spiagge e deserti | montagne e piani | e la casa tua | la tua strada, il cortile”.
Jorge Luis Borges ha scritto “Un’altra poesia dei doni” nella quale ringrazia, a sua volta, per molte esperienze possibili come: “lo splendore del fuoco | che nessun essere umano può guardare | senza uno stupore antico” o per: “il mare, che è un deserto risplendente | e una cifra di cose che non sappiamo” o per “le strisce della tigre” e infine, dopo ottanta righe di meraviglie dice: “per il fatto che questa poesia è inesauribile | e si confonde con la somma delle creature | e non arriverà mai all’ultimo verso | e cambia secondo gli uomini”.
Ed è da un po’ di tempo che Caterina pensa a ciò per cui è grata e che un giorno si siederà davanti a un foglio e scriverà. Per farlo, sceglie, oggi, versi e rime, perché una delle cose per cui vorrebbe dire grazie è proprio
il suono
che brucia le parole
nel fuoco delle sillabe
scintilla
accende
brilla
e tu intravedi il mondo,
arancio sullo sfondo
grazie per i colori
che celano e che svelano
il corpo
il cielo
i fiori
grazie per certi gialli
frittelle in mezzo ai prati
i papaveri più rossi
i baci delicati
grazie per questo vino
il mare nel bicchiere
la sua sponda di vetro
le vele dei tuoi occhi
certi discorsi sciocchi
grazie, risate pure
che sgranano le stelle
sbriciolano la vita
diretta sulla pelle
grazie per l’amicizia
per quella volta sul tetto
la carbonara salata
la confidenza
l’affetto
per Massimo Troisi
e per Gioconda Belli
per le parole
stelle, sentieri, sorelle
grazie alla neve che cade
e che mi fa cadere
nel bianco che per me
fa rima con piacere
grazie per i miei bambini
occhi come ciliegie
l’odore quando nascono
le bolle nel bicchiere
grazie per le mattine
d’estate e di campagna
le rondini
il respiro
la pizza
la lasagna
grazie ai treni
alla bici
alla metro di Parigi
i caffè come orologi
le ninfee come prodigi
grazie al silenzio
che offre
una stanza alle emozioni
uno specchio un letto un fiume
una spiaggia,
molti nomi
grazie a questo giornale
che ospita Caterina
mentre per te che leggi,
domanda repentina:
e tu che cosa ami,
quando ti batte il cuore
dove rimbomba l’anima
e splende il suo bagliore?