Certificato medico

da | 15 Ago, 2013 | Lifestyle, Soldi e Diritti

Gentile avvocato, abbiamo letto sullo scorso numero di Giovani Genitori della nuova legge regionale relativa alla possibilità di non presentare il certificato medico per attività sportive non agonistiche. Però poi, quando sono stata a iscrivere mia figlia in piscina me lo hanno richiesto, sottolineando che non presentando certificato mia figlia non avrebbe avuto copertura assicurativa in caso di incidente. Che cosa significa in pratica questo? 

Cordiali saluti. Daniela

 

Cara Daniela,

nel corso del 2008 la Regione Piemonte ha approvato due disegni di legge di abrogazione di 31 leggi regionali e di abrogazione e semplificazione di 29 procedure sanitarie: queste ultime in particolare sono relative anche alle certificazioni in materia di sanità (le cosiddette certificazioni di sana e robusta costituzione, che richiedono in qualunque palestra lei voglia iscrivere sua figlia) e i certificati medici per l’esonero dalle lezioni di educazione fisica, le certificazioni di vaccinazione per l’ammissione alle scuole pubbliche, compresi colonie e centri estivi. Tutti questi certificati e le procedure per ottenerli sono stati aboliti per ridurre le procedure burocratiche ritenute oramai obsolete e che incidono negativamente sugli obblighi dei cittadini. Nel suo caso specifico, quando negli scorsi anni iscriveva sua figlia in piscina e presentava il certificato di sana e robusta costituzione, garantiva che sua figlia fosse sana e non soffrisse di alcuna particolare patologia (fosse anche solo un’allergia); qualunque incidente le fosse occorso, quindi, durante la lezione di nuoto, non per causa propria, le sarebbe stato risarcito dall’assicurazione (naturalmente tutte queste strutture, atte a ospitare quotidianamente decine e decine di persone, dispongono di un’ottima copertura assicurativa volta ad affrontare eventuali sinistri che gli iscritti subiscano durante le ore di permanenza nelle strutture medesime). Non presentando più il certificato medico, in buona sostanza, lei omette di specificare ai gestori della piscina eventuali malattie avute in passato da sua figlia e/o incidenti che le abbiano causato fratture: affida semplicemente sua figlia all’istruttore di nuoto per tutta la durata della lezione.

Se sua figlia si facesse quindi male, lei avrà l’arduo compito di dimostrare che fino a quel momento aveva goduto di un ottimo stato di salute e che quindi l’incidente non è dipeso da eventuali precedenti patologie; saranno a questo punto i gestori della piscina a dover dimostrare di aver fatto tutto in loro potere per evitare che sua figlia si facesse male: se non riusciranno a fare ciò, l’assicurazione le elargirà il dovuto risarcimento. In conclusione, se la Regione ha in questo modo semplificato il tran tran quotidiano dei cittadini, evitando loro di perdere ore preziose per ottenere dal proprio medico il certificato di sana e robusta costituzione, di certo ha complicato loro l’esistenza laddove li ha sottoposti a un onere ben più gravoso quale è quello di dimostrare di essere assolutamente esenti da responsabilità. Morale della favola: anche se oramai non è più obbligatorio, prenoti una visita dal medico e si faccia rilasciare il certificato di sana e robusta costituzione per sua figlia; sicuramente non le succederà nulla ma, mai dovesse accaderle qualcosa, sarà il gestore della piscina, e non lei, a dover dimostrare di essere esente da responsabilità.

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