Cara Sara, se il bambino si alimenta volentieri e cresce bene, anche se saltuariamente rigurgita o vomita, non devi preoccuparti, perché questi sintomi sono espressione di un reflusso gastro-esofageo fisiologico, dovuto a immaturità funzionale delle strutture anatomiche. In genere il problema si risolve spontaneamente con la crescita. L’ispessimento del latte non è fondamentale, perché può ridurre il sintomo (cioè il numero dei rigurgiti) ma non curarlo. I segnali d’allarme che possono indicare la presenza di una vera malattia da reflusso sono il manifestarsi di vomito lontano dal pasto, quasi a tutti i pasti, associato a pianto, interruzione della poppata con pianto, risvegli notturni con pianto, singhiozzo frequente, oltre a una crescita di peso rallentata. In tal caso il pediatra valuterà gli esami e l’opportuna terapia a cui sottoporre il bambino.
La nostra bambina è stata sottoposta poco dopo la nascita a una ecografia delle anche, perché in famiglia ci sono stati alcuni casi di displasia. Le è stata diagnosticata un’immaturità dell’anca e ci è stato consigliato di tenerla il più possibile con le gambine divaricate fino al prossimo controllo. Come possiamo fare quando la teniamo in braccio? E quando dorme? Mara e Stefano
In caso di immaturità dell’anca è utile avvolgere il pannolino con un asciugamano ripiegato, largo circa 20 cm, che si appoggi a entrambe le pieghe delle ginocchia del neonato, in modo che quando dorme mantenga la posizione “a rana”, cioè con le anche flesse a circa 90°. È buona abitudine tenere in braccio il bambino a cavalcioni sul fianco, oppure nel marsupio, in modo che le gambine stiano divaricate. Se nel corso dei primi tre mesi non ci sarà miglioramento, si dovrà utilizzare un cuscino o un apparecchio divaricatore. Solo le forme gravi di lussazione vera, dovute a una malformazione congenita dell’articolazione coxo-femorale, vanno sottoposte a trattamento con gessi e a intervento chirurgico.
Fabrizio ha tre anni e adora il ciuccio. Il pediatra e un amico dentista ci hanno consigliato di toglierlo perché i dentini superiori sporgono in avanti, ma non abbiamo il coraggio perché immaginiamo che piangerà tutta la notte e farà un sacco di capricci. Cosa ci consiglia? Luca e Carla
È veramente utile togliere il ciuccio definitivamente e al più presto, anche se capisco che sia consolatorio, non solo per il bambino, ma anche per i genitori! Mantenere l’uso del succhiotto troppo a lungo (e tre anni sono già oltre il limite massimo) provoca un’alterata deglutizione e una protrusione dell’arcata dentaria superiore con danni estetici, ma anche funzionali. Attenzione perché non è bello far sparire il ciuccio senza dare spiegazioni! Fate un bel discorso a Fabrizio, spiegategli che sta diventando grande e provate a sostituire il ciuccio con un giocattolo molto gratificante. I bambini tendono a dimenticarsene rapidamente, l’importante è che i genitori al primo pianto non glielo restituiscano!
Addio al ciuccio
• Il distacco deve essere progressivo e occorre essere pazienti e comprensivi, evitando la fretta e l’intransigenza
• Proporre qualche mansione “da grande” che con il ciuccio non possa fare
• Non colpevolizzare il bambino se insiste a volerlo, ma lasciare che il distacco avvenga quando si sente pronto. Proprio per questo è meglio evitare di farlo in concomitanza con altri cambiamenti radicali, come l’inserimento all’asilo o la nascita del fratellino
• Si può eseguire un piccolo rituale per confermare il distacco definitivo, come ad esempio buttarlo in un fiume o regalarlo come fosse qualcosa di “sacro”. L’importante è che il bimbo partecipi all’evento e si senta coinvolto nel rito.