Nel passato pre-crisi economica il consumo di elettricità era massimo in corrispondenza dei picchi di produzione industriale. Ora (purtroppo o per fortuna) non è così: la produzione industriale va a rilento e, soprattutto, il riscaldamento globale è diventato padrone indiscusso delle nostre estati. Gli ultimi quindici anni hanno visto alcune delle estati più calde di sempre (almeno da quando si misurano le temperature) e i climatologi non pensano che l’andamento si invertirà. Per sopravvivere al caldo la soluzione è, apparentemente, semplice: pompiamo il calore fuori dagli ambienti in cui viviamo, ributtandolo nell’ambiente, utilizzando energia e producendo ulteriore calore. A descriverlo questo meccanismo può sembrare complesso. All’atto pratico è quel che facciamo quando schiacciamo il pulsante “on” del condizionatore. Il condizionatore d’aria è diventato uno degli elettrodomestici più venduti nei megastore di elettronica.
Il bisogno di aria fresca è davvero aumentato a causa del global warming, o forse siamo tutti diventati meno resistenti – e più insofferenti – all’umido caldo estivo? Nella speranza che chi usa il condizionatore non si comporti come quelli che, d’inverno, invece di abbassare il riscaldamento (se possono farlo) aprono le finestre, proviamo a capire qualcosa in più delle conseguenze del condizionamento intensivo. Come dicevamo prima, i picchi di assorbimento elettrico si verificano in coincidenza dell’utilizzo intensivo dei condizionatori, che hanno bisogno di una notevole quantità di energia. Il funzionamento di queste macchine prevede compressori, refrigeratori ed espansori che abbisognano di motori elettrici di una certa potenza. Di conseguenza non solo salgono le bollette, ma anche i consumi, tanto che la rete elettrica in alcuni casi si sovraccarica e si sono verificati brevi blackout. Il meccanismo del fresco estivo ad alcuni pare la soddisfazione di un sacrosanto bisogno, ad altri uno spreco, ad altri ancora un sistema da usare cum grano salis.
Come dicevamo sopra, il condizionatore non è altro che una pompa di calore che riversa sui passanti, oltre al caldo di casa nostra, anche quello che il sistema produce. Se proprio sentiamo il bisogno di usarlo, cerchiamo di rispettare alcune semplici norme. Perché il condizionatore funzioni in maniera efficiente l’ambiente deve essere il più possibile isolato termicamente dal resto dell’universo: quindi finestre e porte chiuse. Se poi ci sono serramenti isolanti (e magari anche la coibentazione delle case in classe A o B) meglio ancora. Il caldo “cercherà” di entrare comunque, meglio tenerlo fuori in tutti i modi possibili. Poi, per salute ed efficienza, la temperatura non dovrebbe mai essere troppo bassa: al massimo 5 gradi centigradi sotto la temperatura esterna. Puntiamo il più possibile all’abbattimento dell’umidità dell’aria (i moderni sistemi lo permettono), sia per evitare raffreddori fuori stagione, sia per evitare consumi eccessivi, sia, non ultimo, per non surriscaldare eccessivamente il pianeta.
[Ugo Finardi]