Orientarsi tra l’offerta e non affidarsi alla scelta casuale di web e TV è una sfida alla quale i genitori non possono sottrarsi. E se vietare non è soluzione, meglio usare la tecnologia con la giusta consapevolezza
I dispositivi digitali sono ormai parte integrante della vita quotidiana di molte famiglie, con una media di sette per nucleo familiare in Italia. Bambini molto piccoli, persino sotto i 3 anni, interagiscono regolarmente con contenuti digitali.
Oggi le linee guida dell’OMS, alle quali si allinea anche la Società Italiana di Pediatria (SIP), sconsigliano qualsiasi esposizione agli schermi per i bambini sotto i 2 anni, raccomandando attività fisiche e interazioni sociali dirette. Tra i 2 e i 4 anni, sempre l’OMS suggerisce di limitare il tempo di schermo a non più di un’ora al giorno o, preferibilmente, anche meno. I potenziali rischi di un’esposizione prolungata sono numerosi, tra questi i ritardi nello sviluppo del linguaggio, i problemi di attenzione, la riduzione delle capacità sociali dovute alla mancanza di interazioni reali e i problemi di sonno causati dall’esposizione alla luce blu degli schermi.
Tuttavia, sappiamo che nella maggioranza dei casi, a partire dalla fascia 3-6 anni, molte famiglie consentono l’uso dei dispositivi digitali, generalmente Tablet, smartphone o TV, in situazioni particolari, come nei viaggi in auto o in treno, o più sovente anche in casa.
Ognuno sceglie di sopravvivere come può, e tutti sappiamo che se non esiste il genitore perfetto, ci discostiamo tutti un po’ dal genitore che avremmo voluto essere.
Mettiamo da parte i sensi di colpa quindi, e pensiamo al fatto che la tecnologia non sempre e per forza è qualcosa di negativo, ma può invece diventarlo se ci si affida al caso, lasciando che siano algoritmi o la programmazione televisiva casuale a decidere cosa vedranno i nostri figli, proposta pubblicitaria inclusa. Valutare, invece, la qualità dei contenuti digitali che proponiamo ai bambini, è invece sì, un dovere per noi genitori.
Coinvolgere e stimolare
Anche se concediamo un tempo limitato davanti agli schermi, è importante sempre proporre esperienze educative, non lasciare il bambino libero di navigare in modo casuale ma scegliere insieme i contenuti.
Secondo Silvia Carbotti, esperta di tecnologie educative autrice del libro Per imparare c’è un’app “un contenuto digitale dovrebbe coinvolgere attivamente il bambino, stimolandolo a pensare e a cercare soluzioni”. Ad esempio, attività legate al coding e al pensiero computazionale, proposte da app come Rabbids Coding, possono essere molto formative, come tutte quelle che richiedono un’interazione.
Esistono anche app che favoriscono la creatività, come quelle per la creazione di storie o contenuti artistici, oppure per apprendere le parole in una lingua straniera. Ovviamente l’elemento educativo non deve escludere il divertimento: è l’integrazione di entrambe le dimensioni a rendere un contenuto davvero interessante.
Le app multi-touch, ad esempio, permettono a più bambini di interagire contemporaneamente con lo stesso dispositivo. E’ importante, però, non “sovraccaricare” l’esperienza: meglio scegliere attività che abbiano uno o due obiettivi chiari.
Un cartone non vale l’altro
Anche i contenuti apparentemente passivi, come i cartoni animati, possono diventare occasione di interazione con i genitori o stimolare il dialogo ponendo loro domande o commentando insieme le vicende.
Alcuni cartoni, pur non essendo interattivi, possono trasmettere messaggi educativi in particolare se creano collegamenti con le esperienze del bambino, se stimolano la riflessione su determinati temi o ampliano le sue conoscenze attraverso storie e personaggi.
Per fortuna oggi, grazie alle piattaforme streaming oppure esplorando la selezione kids gratuita proposta da RaiPlay, possiamo scegliere e informarci sui contenuti di qualità, dai documentari ai cartoni animati, da proporre ai nostri bambini.
Attenzione ai dettagli: cosa evitare
Esistono diverse “insidie” alle quali prestare attenzione quando si scelgono contenuti digitali per i bambini. Se è vero che il design deve essere piacevole, è bene però evitare app o video con colori troppo accesi o suoni troppo forti, che possono risultare fastidiosi o stancanti per la vista, anche se apparentemente sono amati dai bambini.
Inoltre, attenzione al marketing, che può influenzare negativamente l’esperienza: può essere utile investire in app a pagamento o servizi senza pubblicità. Inoltre è fondamentale assicurarsi che i contenuti promossi siano appropriati per l’età del bambino ed evitare piattaforme che consentono passaggi veloci a contenuti inappropriati o che presentano navigazioni confuse.
Anche agli stereotipi di genere, dovremmo prestare più attenzione. Se un’app divide le attività in base a un tradizionale schema di colori (rosa per le femmine, azzurro per i maschi) è meglio optare per soluzioni più inclusive e neutre.
Informarsi e scegliere con consapevolezza
Con un’offerta così vasta di app, videogiochi e cartoni animati, orientarsi può essere difficile e le classificazioni offerte dagli store digitali come Google Play o Apple Store non sempre rispondono ai criteri educativi che i genitori cercano.
Meglio fare una ricerca nei siti specializzati in recensioni di contenuti digitali per bambini, come Common Sense Media, uno dei più affidabili ma disponibile solo in inglese.
Per il contesto italiano, ci sono Milkbook.it e Mamamo.it, che forniscono consigli sui migliori contenuti per bambini, in particolare consigliando app oppure film e cortometraggi di qualità. Per quanto riguarda i videogiochi, invece, il sistema di classificazione europeo PEGI (pegi.it) è un ottimo punto di riferimento per verificare l’adeguatezza dei contenuti in base all’età del bambino.
Un’opzione utile per i video è YouTube Kids, che offre una versione filtrata di YouTube appositamente pensata per i bambini e consente di personalizzare l’esperienza in base all’età e alle preferenze della famiglia, con la possibilità di eliminare la pubblicità con un piccolo upgrade. Meglio investire qualche euro in app educative di qualità, come fanno per i libri, piuttosto che affidarsi solo a contenuti gratuiti che possono non essere adeguati.
Siti web educativi
Scegliere contenuti digitali di qualità richiede un impegno attivo da parte dei genitori; ma informarsi, valutare le recensioni e optare per soluzioni educative e coinvolgenti può fare la differenza in un mondo digitale ormai troppo vasto.
La Nave di Clo, creato nel 2003 da Silvia Carbotti, è stato uno dei primi portali italiani dedicati ai bambini, con l’obiettivo di offrire contenuti sicuri e coinvolgenti, e ha ricevuto numerosi premi tra cui il World Summit Youth Award dalle Nazioni Unite. Ma esistono tante app o siti indicate da Mamamo, come Il Giardino delle piante di Lola Slug, per colorare simulando un’esperienza di gioco con semi e terra, o Mixerpiece, per scomporre e ricomporre la storia dell’arte. Per giocare c’è il gufoboo, giochibambini.it per i più grandicelli o ESA Kids, per scoprire lo spazio giocando.
Il Castello delle parole, è pensata per lo sviluppo del linguaggio e delle attività propedeutiche alla letto-scrittura, Turbolettura per i bambini con DSA e Omoguru, per chi ha difficoltà di lettura.
E poi ci sono quelle per imparare l’inglese giocando, come Duolinguo kids o Endless Alphabet, oppure Bandimal, per far comporre musica ai bambini.