Se ne sa poco, ma è una malattia diffusa: l’endometriosi colpisce 150 milioni di donne in tutto il mondo e si stima che in Europa ci siano circa 14 milioni di casi. In Italia, il 20 – 25% di donne in età fertile soffre per le conseguenze della malattia. Ne parliamo con Annalisa Frassineti, presidente dell’Associazione Progetto Endometriosi (APE), organizzazione attraverso la quale le donne si offrono reciproco sostegno, conforto e aiuto. “Si tratta di una malattia cronica e dolorosa, originata dalla presenza anomala dell’endometrio, il tessuto che riveste la parete interna dell’utero, in altri organi come le ovaie, le tube, il peritoneo, la vagina e talvolta anche l’intestino e la vescica. Tutti i mesi, sotto gli effetti del ciclo mestruale, il tessuto che si trova nella sede anomala va incontro a un sanguinamento, dando origine a cisti, infiammazioni croniche degli organi, cicatrici, aderenze e in alcuni casi anche infertilità”.
La diagnosi, i sintomi e le cure
“I forti dolori mestruali causati dall’endometriosi – prosegue Annalisa Frassineti – difficilmente si riescono a trattare con i normali antidolorifici da banco. Questo incide pesantemente nella vita di una donna, adolescente o adulta, perché può portare a saltare la scuola, il lavoro o le normali attività quotidiane. La diagnosi precoce, per la quale spesso occorrono anni, è fondamentale ed è l’unica arma di prevenzione. Per provare a limitare i danni che la malattia può causare nel tempo, per esempio le lesioni a carico di altri organi, consigliamo alle donne e ai genitori che hanno dubbi, di non sottovalutare mai il problema. Fate i controlli annuali in un centro pubblico specializzato”.
Terapie mirate per curare l’endometriosi non sono state trovate. Si procede con cure ormonali o interventi chirurgici, dopo aver valutato diversi fattori, come l’età, il grado di dolore, il desiderio di maternità e la gravità delle lesioni.
Alimentazione e corretto stile di vita
Diversi studi scientifici dimostrano che l’assunzione di frutta e verdura concorre a ridurre fino al 40% il rischio di endometriosi. Di grande aiuto, nel controllo dei sintomi, è ridurre gli alimenti che favoriscono l’infiammazione e quindi il dolore, come carni rosse, zuccheri semplici e latticini. È d’aiuto incrementare il consumo quotidiano di cereali integrali, legumi e molta verdura, soprattutto a foglia verde. “Contrariamente a quanto si sente dire, l’alimentazione non procura (e non cura) l’endometriosi. Oggi sappiamo che ha un forte impatto sull’infiammazione e quindi sulla sintomatologia dolorosa, così come sappiamo che lo stile di vita può rappresentare un fattore di rischio o un valido aiuto”.
Riconoscimento e ascolto
“Molte ragazze con endometriosi – conclude Frassineti – ci raccontano di sentirsi dire che si lamentano troppo e che tutte le donne soffrono di dolori mestruali. Non c’è riconoscimento della gravità della patologia, non esiste invalidità, esenzione o un codice nelle tabelle Inps. Il 17 maggio 2016, il Parlamento ha approvato tutte le mozioni presentate sull’endometriosi: si tratta di direttive che un giorno forse la riconosceranno come malattia invalidante”. Per avere maggiori informazioni si può visitare il sito dell’APE (www.apeonlus.it), dove è disponibile l’elenco dei centri pubblici specializzati.