Sarà il benessere del bambino e la qualità delle relazioni il criterio principale nell’assegnazione di un minore in adozione. Anche se l’aspirante genitore è single o più grande dell’età fino ad oggi prevista. Questa è l’ordinanza rivoluzionaria della Corte di Cassazione del 26 giugno 2019.
La storia
La Cassazione si è espressa in merito al caso di un bambino di 7 anni, affetto fa tetraparesi spastica e abbandonato dai genitori subito dopo la nascita. Da subito si è preso cura di lui una donna single di oltre sessant’anni. I genitori si sono poi ricreduti e hanno chiesto la revoca della dichiarazione di decadenza della responsabilità genitoriale e dell’affido. Hanno denunciato alla Corte d’appello la violazione della legge che prevede illegittima l’adozione da parte di una donna single e con una differenza di età con il piccolo maggiore dei 45 anni previsti dalla normativa.
Via libero della Cassazione
Rivoluzionarie le parole con cui la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dei genitori (ordinanza n. 17100 del 26 giugno 2019) a favore della donna, single e non giovanissima, che si sarebbe da subito presa cura del minore. Secondo la Cassazione, è prioritario “salvaguardare la continuità affettiva ed educativa della relazione tra adottante e adottato (e non certo tra quest’ultimo ed i genitori naturali) come elemento caratterizzante del concreto interesse del minore a vedere riconosciuti i legami sviluppatisi con altri soggetti che se ne prendono cura”.
Il legame speciale
La coppia giovane composta da madre e padre rimane ancora la condizione di adozione preferita, ma in situazioni “speciali”, l’adozione a un genitore single è ammessa e fattibile. Perché -finalmente- è il benessere del bambino e la qualità delle relazioni e degli affetti il criterio prioritario e decisivo.