Negli Stati Uniti una mamma non riusciva a trovare una scuola di danza disposta a iscrivere la figlia affetta da autismo. Non si è arresa e l’ha aperta lei. E’ nata così A Chance to Dance
Si chiama A Chance to Dance (un’occasione per danzare) ed è la prima scuola ad accettare le iscrizioni di bambine e bambini con disabilità.
Gli studenti hanno varie patologie che vanno dall’autismo, alla sindrome di Down. Ma c’è anche chi soffre di cecità, danni cerebrali ed epilessia. Ci sono bambine e bambini che hanno subito l’amputazione degli arti inferiori o che sono affetti da nanismo. E tutti possono danzare, indipendentemente dalla specifica disabilità.
A Chance to Dance, la prima scuola di danza per bambini disabili
Ad aprire A Chance to Dance è stata Kim Smith, la mamma di una bambina affetta da autismo. Reagan, sua figlia, fin da piccolissima ha avuto una grande passione per la danza e il movimento, ma non ha mai trovato una scuola disposta ad aiutarla ad esprimersi. Nel 2015, quando la bimba aveva 8 anni, la mamma ha deciso di rispondere ai suoi bisogni (e a quelli di tanti altri bambini come lei) e ha aperto una scuola di danza pensata aposta per accogliere i bambini con disabilità.
L’attività di A Chance to Dance è partita nel 2015, con una classe poco numerosa che al saggio di fine anno è stato festeggiato una standing ovation. Da quel giorno le classi sono cresciute, fino ad arrivare a oggi, con 10 volontari che insegnano a 70 studenti divisi in due classi.
Dopo qualche anno di attività sono arrivati i primi riconoscimenti. Nell’agosto 2018 la scuola ha vinto l’Inspiration Award alla World Dance Championship, un premio speciale creato ex novo per questo tipo di scuole.
La danza inclusiva in Italia
Le scuole di danza per i bambini disabili sono ancora poche, così come poco numerosi sono le occasioni per praticare gli sport inclusivi. Qualcuna comincia a nascere anche in Italia. A Trento, attraverso un crowfounding, è stato finanziato il progetto di espansione per una scuola inclusiva organizzata dall’associazione Coreographique.
Esiste un modello di danza specifico, chiamato danceability, che considera come un corpo unico l’intero gruppo di ballerini, ognuno con le sue capacità psicofisiche. E’ una tecnica che può essere praticata da qualsiasi persona, abile o disabile, ballerina di professione o dilettante. C’è da sperare che si diffonda in ogni città.
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