Come è fatto il tempo quando è vuoto? Regaliamoci in questi mesi una disconnessione totale a favore della vita riflettendo sui benefici del digital detox estivo e come possiamo metterlo in atto
Quante ore passiamo con il cellulare in mano e quante al computer? Quante volte al giorno controlliamo le notifiche? E, appena succede qualcosa, non abbiamo subito la tentazione di farne un post?
Trascorrere i tempi di attesa guardandoci intorno, parlando con qualcuno senza tenere gli occhi fissi sullo schermo è una cosa del passato.
Lo smartphone è per molti di noi un prolungamento del braccio, la prima cosa presa in mano al mattino e l’ultima riposta la sera. Sempre più l’idea di passare del tempo senza pc o cellulare appare inconcepibile.
Qualche dato su cui riflettere: ognuno di noi, secondo l’indagine DIGITAL 2021 di We are social, trascorre 1 ora e 52 minuti sui social e 6 ore e 22 minuti al giorno su Internet. In totale, usiamo Internet 3 giorni interi a settimana, quindi passiamo quasi metà della nostra vita attaccati a un monitor.
Siamo tutti, o quasi, dipendenti dalla scarica di dopamina che ci arriva a ogni notifica e non abbiamo più idea di come sia fatto il tempo quando è vuoto.
In estate siamo più connessi?
Diverse ricerche indicano che l’uso dei social media e dei dispositivi mobili aumenta durante l’estate. Soprattutto per i giovanissimi, ma anche per gli adulti. Questo fenomeno può essere attribuito a vari fattori: più tempo libero, viaggi e maggiore propensione a condividere esperienze e momenti speciali.
Uno studio condotto da Facebook IQ, infatti, ha rilevato che durante l’estate ci sono picchi di attività sui social media e conseguente aumento delle interazioni e delle condivisioni.
Eppure in estate si lavora meno, si studia meno e si dovrebbero avere meno impegni. Quel che emerge è che in effetti la maggior parte del tempo che trascorriamo online non è indispensabile e non ha a che fare con lavoro, studio e comunicazioni importanti.
Spesso cadiamo nel monitor, scrollando alla ricerca di informazioni che plachino l’ansia del vuoto, del silenzio o della noia.
Scrollare, come una slot machine
Dal 2018, finalmente, si parla di patologie legate al mondo digitale, anche se ancora molti degli studi sono legati al gioco online. È ormai certo, però, che lo smartphone crea dipendenza, e che gli ambienti digitali sono creati e pensati per “tenerci” dentro un’app il più possibile, con ovvi vantaggi per le aziende produttrici.
Oltre alla Gamification, oggi si indaga anche su altre patologie, come la Nomofobia, ovvero NO Mobile Phone PhoBIA, l’ansia intensa legata alla paura della disconnessione.
I motivi di queste dipendenze sono legati principalmente al rilascio di dopamina nell’organismo. Come nel gioco d’azzardo online, i like dei social rappresentano una ricompensa. E lo è anche aggiornare il feed: ‘scrollare’ funziona proprio come una slot machine, verrà sempre fuori qualcosa di interessante in grado di appagare e distrarre per qualche secondo, con effetto a sorpresa.
Serve una digital detox
Perché, non solo in estate, dovremmo ridurre il tempo di connessione?
Perché ansia e stress diminuiscono, si è più produttivi, concentrati e anche più simpatici, perché dedicati a chi ci sta davanti e non a decine di cose contemporaneamente.
Essere disconnessi dalla rete aumenta la connessione con la realtà. Com’è una vita senza schermi e post? Lo si sperimenta con una buona digital detox.
Ci sono diverse modalità di disintossicazione, dalla disconnessione totale alla progressiva riduzione del tempo trascorso con i dispositivi tra le mani.
C’è chi tenta una digital detox completa, magari comprando o recuperando da un cassetto un vecchio cellulare che serve solo per chiamare e mandare sms. In USA, sono sempre più numerosi i gruppi di giovani che sperimentano la vita offline per lunghi periodi.
C’è chi sperimenta semplici trucchi, come limitare le notifiche solo per cose importanti o non tenere sempre il cellulare vicino, ma soprattutto tenerlo fuori dalla camera da letto o dal bagno.
E poi, sembra un paradosso, esistono le app per limitare l’uso dello smartphone. Ce ne sono diverse, come Siempo, Forest o Goodtime, in cui è possibile limitare la nostra attività online e silenziare notifiche e app.
Infine, perché non provare esperimenti che coinvolgono tutta la famiglia, come quello che prevede il non utilizzo di Internet (almeno la sera) per una settimana tutti quanti? Scoprirete risorse che non sapevate di avere!
E i più piccoli?
In molte famiglie capita che proprio in estate l’intrattenimento fornito da TV o videogiochi sia maggiore rispetto agli altri periodi dell’anno, perché c’è più tempo libero.
Un primo passo per evitare di scontrarsi e alzare la voce quando è ora di spegnere i dispositivi può essere quello di stabilire regole chiare: impostare limiti di tempo giornalieri o momenti della giornata precisi, e rispettarle rigorosamente.
Ricordiamoci però che dobbiamo, ovviamente, essere noi a dare l’esempio per quanto riguardo l’uso eccessivo degli schermi.
Infine, fondamentale, cerchiamo di essere propositivi nelle attività alternative anche se ci sembrerà di lavorare anche in vacanza – come sempre, se il carico è suddiviso tra mamma e papà il compito si alleggerisce.
Partiamo con un ventaglio di attività semi-strutturate da suggerire al nostro bambino o bambina, da iniziare insieme e poi continuare in autonomia; l’obiettivo è quello di imparare che le ore di relax trascorse in casa perché fa caldo si possono affrontare senza il ricorso continuo e giornaliero a tv, tablet o videogiochi.