Il progetto DineHome per diventare la famiglia ospitante di uno studente straniero. Così la cena è in compagnia (e con tanta nostalgia di quando eravamo all’Erasmus!)
Cenare e migliorare una lingua straniera in contemporanea. Fantascienza? No, una bella e nuova realtà nata dall’idea di due giovanissimi fratelli di Bologna, Rossella e Agostino Govoni.
Il loro progetto si chiama DineHome e ha l’obiettivo di mettere in contatto ragazzi Erasmus con le famiglie italiane attraverso il momento più conviviale della giornata, la cena.
Da Bologna a tutta Italia
L’idea nasce dall’esperienza dei due fratelli e del Dickinson College con sede a Bologna, che organizzava per gli studenti americani una serie di cene presso famiglie residenti.
Un progetto bellissimo ma troppo ristretto. Perché non allargarlo a tutti i ragazzi che studiano nel nostro paese attraverso l’Erasmus? Così, nel settembre 2017, si è dato il via alle prime cene sociali di DineHome nella città emiliana. Quest’anno il servizio è attivo anche a Milano, a breve partiranno Torino e Roma.
Come partecipare alle cene DineHome
Partecipare è semplice, sia per i padroni di casa che per i ragazzi.
Ci si iscrive al sito www.dinehome.it e poi si viene accoppiati dagli organizzatori sulla base di affinità e interessi comuni.
Per garantire la sicurezza a entrambe le parti vengono richiesti foto e documenti dei partecipanti, sia per tutelare le famiglie che aprono le porte di casa a degli estranei, sia per gli studenti che si trovano ad andare a cena da sconosciuti.
Sbrigate poche e semplici formalità si comincia con le cene, che diventeranno un appuntamento fisso ogni settimana. L’idea è che ogni famiglia diventi il riferimento per lo studente, adottandolo per aiutarlo nella sua vita lontano da casa.
In cambio gli studenti possono conversare nella loro lingua originaria, facendo pratica con i padroni di casa e perché no, aiutando i bambini a ripassare!
Nostalgia Erasmus
Perché ci piace DineHome? Perché per tanti di noi, figli dell’Erasmus, questo è un tuffo nel passato. Con gli occhi che brillano possiamo spiegare ai nostri bambini questo progetto meraviglioso che negli anni ha permesso a tantissimi ragazzi di partire e scoprire il mondo, portando a casa un bagaglio immenso di esperienze, amori, amici e ricordi.
Le famiglie “tipo” che partecipano a DineHome devono essere sicuramente curiose. Avere figli non è un requisito obbligatorio, ma aiuta. La speranza è che, proprio come gli studenti Erasmus, anche DineHome possa viaggiare in tutta Europa.