I diritti dei bambini in ospedale

da | 28 Feb, 2017 | Lifestyle, Soldi e Diritti

Gentile avvocato, mio figlio diciassettenne è stato ricoverato in ospedale a causa di un incidente sportivo con fratture multiple: in questa circostanza abbiamo scoperto che noi genitori dovevamo restare a dormire in ospedale. La cosa ci ha sorpreso: Filippo è già del tutto autonomo, va in giro da solo e dorme da solo a casa se noi siamo via. Come mai in ospedale no, e fino a che età? In generale, quali sono le regole in questi casi? Anna

 
Gentile Anna, quando un minore si fa male e viene ricoverato in ospedale, uno dei genitori ha facoltà di accedere e rimanere nel reparto nell’arco delle 24 ore: questo perché il bambino o ragazzo, già traumatizzato dall’incidente, si trova improvvisamente in un ambiente sconosciuto. È comprensibile che la presenza di un genitore sia opportuna per tranquillizzarlo e rassicurarlo. Questo è stato stabilito a livello nazionale e recepito in un accordo tra il Ministero della Sanità e il Tribunale dei Diritti del Malato: tutte le ASL dovrebbero uniformarvisi. Nel 2001, inoltre, è stata adottata la prima Carta dei Diritti dei Bambini in Ospedale in cui, in particolare, si stabilisce che “il minore ha diritto di avere accanto a sé in ogni momento una figura adulta di riferimento (un genitore o chi ne fa le veci o altra persona da questi delegata), adeguata al compito e a lui gradita, senza alcuna limitazione di tempo e di orari”.

Ovunque, però, si parla di diritto e non di dovere. Certo c’è da dire che chiunque si debba occupare per un motivo o per un altro di un minore (che sia un medico o un insegnante) teme ritorsioni nel momento in cui qualcosa sfugga al suo controllo: se un bambino ricoverato in ospedale si facesse male mentre i genitori non ci sono? O se incautamente causasse danno a un altro paziente? Ne dovrebbe rispondere il reparto ospedaliero che in quel momento ha in cura (e quindi vigila) il minore. Ecco allora che scatta il presunto obbligo di presenza dei genitori 24 ore su 24, così, se succede qualcosa, il personale medico risulta esente da responsabilità: sono i genitori del bambino che lo devono controllare. E se si può comprendere perché negli ospedali si pretenda sempre la presenza di un adulto accanto al minore ricoverato – nella funzione sia di presenza rassicurante sia di vigilanza – mi sembra davvero esagerato richiederla per un diciassettenne. A meno che non si tratti di ragazzo affetto da problematiche o disturbi tali che rendano “consigliabile” (non obbligatoria) la presenza di un genitore. E questo solo un genitore lo sa.

[Francesca Galdini – Avvocato]

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