Esce “Berni e il Giovane Faraone”, un film-evento tutto italiano ambientato e girato tra le sale del Museo Egizio di Torino. Interpretato dai giovanissimi Jacopo Barzaghi ed Emily De Meyer, con la partecipazione di Gigio Alberti, il film è una caccia al tesoro piena di trabocchetti e di avventure esilaranti. A produrlo è 3Zero2 assieme a The Walt Disney Company Italia, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte.
“E’ un film vivacissimo e divertente che si colloca nel filone dei classici del cinema per famiglie – dice il regista Marco Chiarini -. Consiglio di guardarlo insieme ai propri figli, godendoselo con lo stesso pathos che suscita nei piccoli spettatori, ma con gli occhi di un adulto, perché è un film che contiene una parte storica rilevante. Anche se l’ambientazione è fantasy e nella trama c’è una mummia che si risveglia (il che chiaramente non può succede nella realtà) il racconto è permeato da un altissimo rigore scientifico. Si tratta di una vera lezione di storia sulle tradizioni dell’Antico Egitto, con un sacco di colpi di scena e di divertimento”.
Dal regista de L’Uomo Fiammifero
Marco Chiarini, che è papà di due figli di 8 e 13 anni, è al suo secondo incontro con il cinema per famiglie. L’esordio è avvenuto con L’uomo Fiammifero, finalista ai David di Donatello (e poi anche romanzo), una storia che racconta con poesia il passaggio di un ragazzo dall’infanzia alla preadolescenza. I film di Marco Chiarini piacciono sia agli adulti che ai bambini. C’è un segreto in questo successo? “Il rapporto con i miei figli, sicuramente – risponde il regista – che è una costante fonte di ispirazione. Ma credo che nel mio lavoro traspaia soprattutto il profondo rispetto con cui mi rivolgo al pubblico. Lo stesso rispetto che desideravo fosse rivolto a me quando andavo al cinema da bambino”.
Location: Torino e il Museo Egizio
A sostenere il realismo scientifico del film c’è l’ambientazione in un set tutto particolare: il Museo Egizio, tra la Galleria dei Re, i sotterranei e il Tempio rupestre di Ellesija. “Il Museo è stato un partner straordinario – dice Marco Chiarini -. Ho apprezzato la grande modernità di vedute e l’eccezionale attenzione alla divulgazione scientifica”. E’ stato difficile girare il film in un ambiente così diverso dal solito? “E’ stata una vera avventura! Il museo è enorme e molto articolato. Una notte, per esempio, abbiamo perso due ragazzi della troupe e per ritrovarli abbiamo dato vita a una vera caccia al tesoro”. Ti è piaciuto? “Moltissimo. Mi preme anzi invitare chiunque veda il film a visitare il Museo Egizio di persona, riconoscendo le sale, la loro bellezza e i reperti preziosi lì ospitati”.
La trama
Ram è un ragazzo vissuto tremila anni fa e appartenente alla dinastia di faraoni Ramsete. Berenice è una ragazza che vive un disagio adolescenziale e si sente sempre fuori posto. Attraverso una misteriosa profezia egizia che la coinvolge all’improvviso, Berni risveglia una mummia nel Museo Egizio di Torino: un adolescente educato per essere venerato come un dio e destinato a governare,che ora si ritrova catapultato nel caotico mondo contemporaneo ed è trattato come un diverso. Insieme, i due ragazzi vivranno un’incredibile avventura, piena di elementi fantastici e di riferimenti alla storia dell’antico Egitto.
Oltre al Museo Egizio le riprese di “Berni e il Giovane Faraone” hanno toccato il Collegio San Giuseppe, l’Istituto dei Poveri Vecchi e alcune ville private di Torino e Moncalieri.