Con il cartone animato La Bottega Dei Suicidi il regista Patrice Leconte firma una piccola ma gradevole commedia d’animazione, infarcita di humour nero. Come contenuti è adatto a un pubblico grandicello, ma piace anche ai bambini ed è una buona idea per guardare un film che accontenti un po’ tutti.
Il film, del 2012, è ambientato in una città grigia dove gli abitanti sono sempre tristi, senza speranza per il futuro, dove una rassegnazione incondizionata regna sovrana. Livida e inquinata, invasa dalle auto e tormentata da incessanti piogge, la città è colpita da un alto numero di suicidi tra gli abitanti.
Gli affari della famiglia Tuvache, proprietaria della bottega dei suicidi (il titolo è un omaggio al cormaniano La piccola bottega degli orrori), vanno a gonfie vele. Nel singolare bazar si trova infatti ogni genere di marchingegno: pozioni mortali, fucili, pistole, corde di tutti i tipi, sedie elettriche e offerte speciali per suicidi “tutto compreso” per due persone.
Le cose cambiano drasticamente quando irrompe nella coppia di proprietari il terzo figlio, Alan. L’arrivo di un bel bambino allegro e dalla vitalità contagiosa, sconvolge la famiglia mettendo a repentaglio gli affari del negozio.
Il film di animazione è consigliato a chi ha amato “Il marito della parrucchiera” e altri capolavori di Leconte.
Sarebbe indicato per la visione anche a molti consiglieri comunali, soprattutto a quelli che si occupano di amministrare le grandi città, la loro vivibilità e i trasporti pubblici.