E’ proprio vero: i coloratissimi e indimenticati “blob per bambini” sono pronti a tornare con un nuovo adattamento televisivo.
I Barbapapà, che originariamente erano fumetti, sono nati quasi per caso in un bistrot parigino negli anni ‘70.
A crearli, la fantasia di Annette Tison – architetto e designer frnacese – e Talus Taylor – professore statunitense di matematica e biologia.
Immediato il successo dei loro personaggi, un’invasione colorata che dalla Francia si è allargata a oltre 40 Paesi, trasformata anche in serie animata.
Il futuro è Barba-spaziale
La produzione dei cartoni è arrivata alla terza serie nel 1999, ma evidentemente non ci si è dimenticati di loro, motivo per cui stiamo assistento al loro inaspettato e gradito ritorno.
Il passaggio di testimone rimane in famiglia, perché saranno Alice Taylor e Thomas Taylor, i figli dei due creatori dei Barbapapà, a occuparsi della nuovissima serie animata.
La serie è prodotta dalla casa di animazione francese Normaal per Nickelodeon e sarà pronta nella primavera 2019.
Una bella occasione – con due gocce di amarcord – per tornare alle immagini dell’infanzia e scoprire qualche curiosità su Barbabella, Barbalalla & Co.
Un cartone ecologista, prima che andasse di moda
L’origine del nome non è solo frutto di fantasia: Barbapapà deriva da “Barbe à papa”, soprannome francese dello zucchero filato.
Le continue trasformazioni dei personaggi ci divertono da sempre: in fondo è bello pensare che si possano risolvere le situazioni trasformandosi in canotto, elefante o bicicletta.
La Barbafamily, poi, è ecofriendly da sempre: ha a cuore la natura, gli animali e modella il proprio corpo per evitare pasticci e problemi.
Il messaggio è moderno, la forma a pera francamente irresistibile e capace di cavalcare le generazioni e lasciare i piccolissimi incantati.
Non ci resta che augurare un buon lavoro agli sceneggiatori e tenerci pronti per esclamare ancora una volta “Resta di stucco, è un barbatrucco!”