Un genitore separato può impedire all’altro di telefonare ai figli?

da | 7 Ago, 2018 | Lifestyle, Soldi e Diritti

I rapporti tra ex coniugi possono non essere facili. Ma non si può negare a un genitore separato il diritto di telefonare ai propri figli 

La separazione è un momento difficile per qualsiasi adulto, a maggior ragione se coinvolge anche i figli.

Se poi il clima della separazione è teso e i rapporti tra genitori sono bruschi, non vivono male soltanto gli ex coniugi, ma tutti quelli che hanno rapporti con loro. In primis i bambini.

Il primo obiettivo di qualsiasi genitore che si separa deve essere la tutela della serenità dei figli, con la consapevolezza che i bambini non hanno ancora gli strumenti per difendersi.

Ci scrive una mamma

Caro avvocato, sono una mamma separata. Ho un bimbo di sei anni che è stato vittima, assieme a me, dei modi bruschi del padre, con grida e scenate.

Da quando il padre se n’è andato, il bimbo è più tranquillo, ma gli sono venute paure che non aveva. Per esempio ha paura del buio e fa capricci disperati se sta lontano da me.

Durante i periodi di permanenza di mio figlio con il padre mi è interdetta la comunicazione col bambino. In pratica non posso sapere come sta il mio cucciolo

Mio figlio soffre molto anche la figura della zia (la sorella dell’ex marito) che è una donna fredda e cattiva. Come posso fare per aiutarlo e aiutarmi? Grazie 

Non si può probire di telefonare

Risponde l’avvocato Francesca Galdini, esperta di diritto di famiglia. “Non è certo una consolazione, ma il caso in questione purtroppo capita assai di frequente. La famiglia si sfalda fisicamente ma i suoi componenti continuano per forza di cose a relazionarsi l’un l’altro, specie quando ci sono dei figli. Se la rottura non è stata pacifica, sono proprio i minori a subirne le conseguenze più gravi“.

Quale potere hanno gli adulti per arginare i danni psicologici che i figli patiscono? “Non è un problema di facile soluzione. Sicuramente l’atto di separazione ha dettato uno specifico regime di visita che consenta al bambino di trascorrere quanto più tempo possibile con il padre”.

La legge riconosce la figura paterna come elemento fondamentale per la crescita di un minore. “Tuttavia non può essere vietato alla madre di telefonare al figlio quando sta con il padre. Così come non può essere vietato il contrario”.

Il rapporto con i parenti

Certo il bambino ha diritto a frequentare i parenti del padre e della madre: zii, cugini, nonni. Non dobbiamo però dimenticare che i bambini percepiscono con grande sensibilità gli umori di chi sta loro accanto, in particolari degli adulti che dovrebbero prendersi cura di lui.

Per questo i genitori dovrebbero cercare di avere un rapporto il più possibile sereno, quanto meno in loro presenza. Non è facile, ma è un elemento di fondamentale importanza per il benessere dei figli.

Bisogna spiegare al bambino che è giusto passare qualche giorno con il padre, senza fargli pesare il distacco dalla madre.

In caso di maltrattamenti

“Se si ha il sospetto che accadano maltrattamenti o violenze, anche da parte di parenti e affini del genitore seprato, come nel caso della zia, occorre rivolgersi al legale del suo ex marito affinché riporti il proprio cliente sulla retta via”.

Se i maltrattamenti continuano, bisogna dimostrare che la famiglia paterna ha comportamenti non adeguati nei confronti del bambino. In campo di maltrattamento, è molto importante essere certi di quel che si afferma.

E’ utile attivare la consulenza dei centri antiviolenza, chiedendo direttamente all’avvocato o rivolgendosi per esempio alle reti di associazioni contro la violenza.

“Non è sufficiente una mera supposizione: bisogna raccogliere delle prove quanto più concrete. Dopodiché bisogna rivolgersi senza indugio al Tribunale che ha omologato le condizioni di separazione affinché vi ponga in qualche modo rimedio”.

La tranquillità dei bambini innanzitutto

Se il bambino ha perso la tranquillità e la causa di questo cambiamento è effettivamente il comportamento del padre, allora è bene intervenire in modo appropriato.

“Bisogna essere consapevoli che ciò potrebbe significare l’avvio di un periodo non facile. Il bambino verrebbe “studiato” dagli assistenti sociali per sondarne il malessere e scoprirne le cause. Il percorso potrebbe essere lungo e faticoso”. 

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