Come essere genitori guida per i nostri figli, illuminando il loro cammino, senza aiutarli troppo o sostituirci a loro
Per diventare grandi i bambini hanno bisogno di una strada illuminata. Non necessitano di genitori al loro servizio che li trasporti in carrozza, né tantomeno di zerbini da calpestare.
Se vogliamo crescere una futura generazione in grado di migliorare la precedente come genitori non c’è nulla di meglio che possiamo offrire loro: illuminare il sentiero.
Diventare un faro è possibile
Non tutti nasciamo con questo talento ma genitore illuminante si diventa, è un ruolo che si può apprendere. L’importante è coltivare una mentalità aperta, essere disposti a imparare (ad esempio, conoscere le tappe di sviluppo dei bambini), mettersi in ascolto. Così saremo in grado di fornire loro il giusto sostegno. Primo step per non farsi travolgere diventando uno zerbino, pur avendo le migliori intenzioni, anziché un faro: riconoscere che divenire una guida significa indicare il passo ma aiutare poco, sostituirsi zero.
Trovare un nostro equilibrio
La buona notizia è che per essere un genitore faro dobbiamo partire da noi stessi e occuparci prima di tutto di noi. Altrimenti, rischiamo di esser luci fioche o peggio accecanti. Dunque, dobbiamo trovare un buon equilibrio e soddisfare i nostri bisogni, riempiendo il personale serbatoio emotivo, dato che dal primo vagito siamo chiamati a far rifornimento costante in quello dei nostri bambini.
Non è necessario esser perfetti, anzi, ma dobbiamo cercare di viaggiare equipaggiati. In sostanza, fare come fa ogni buona guida: non si va in giro al buio, ma si conoscono le tappe e ci si permette di sbagliare strada sapendo come correggerla.
Tempo per le riflessioni e tempo per le relazioni
Nel concreto: è importante creare uno spazio di pace, una zona franca di tempo: per riflettere a fine giornata, per decidere come procedere e anche per rilassarsi. Il rischio che corrono i genitori è di mettere i propri bisogni in “stand by” troppo a lungo tempo ma ciò non va bene. Il tempo di pace va però non solo programmato, ma anche difeso.
Una mezzora può essere sufficiente, ma dobbiamo concedercela. Oltre al tempo prezioso della riflessione è importante aver cura delle relazioni di amicizia e in primo luogo quella con il proprio compagno o marito. I bambini hanno bisogno di sapere che i genitori sono persone con bisogni diversi dai loro che vanno rispettati. Anche per questo c’è bisogno di creare una routine e uno spazio che i bambini devono rispettare.
Favorire l’autonomia
A questo punto possiamo iniziare a porci delle domande. Se vogliamo crescere figli autonomi quali elementi esterni possono esserci d’aiuto?
Istintivamente tendiamo ad aiutare i nostri figli a compiere i loro primi passi nel mondo, e quando sono piccoli questo è certo giusto.
Ma quando iniziano a crescere possiamo già iniziare a introiettare la buona intenzione di essere il loro faro e non il loro servo. Sostituendoci per facilitare loro la vita il rischio è che poco alla volta si inneschi la consuetudine “Lo fa papà/mamma per me” e a chi di noi non piace esser servito?
Teniamo a mente questo e nel contempo organizziamo l’ambiente in modo che sia favorevole a promuovere la libertà di movimento, di soddisfacimento di alcuni bisogni e anche di scelta. Gli spazi in casa sono fondamentali, la loro organizzazione può essere un ostacolo oppure, se ben pensato, può svolgere per noi gran parte del lavoro.
Attenzione agli ambienti
Scendendo nel concreto ecco alcuni esempi utili per la primissima infanzia. In ingresso dovrebbe esserci un panchetto, il bambino si siede e sotto trova le sue scarpe. Un gancio basso è utile per appendere autonomamente la giacca in inverno oppure la borraccia in estate.
Man mano che crescono li si può rendere autonomi anche sulla merenda quando tornano dalla scuola, ricordandoci di lasciarla su un ripiano che riescono a raggiungere da soli. Al momento giusto, quando ci rendiamo conto che ne sono in grado, potremo chiedere loro di porre la ciotola della merenda e la borraccia nel lavandino, rendendoli responsabili anche degli oggetti che utilizzano.
I giocattoli sono un altro aspetto cui prestare attenzione. Se serve mezza serata per riordinarli sono troppi: i bambini amano giocare con oggetti semplici e organizzarli in ceste è fondamentale, facendo ruotare i giochi.
Partecipare alle attività di casa
I bambini in genere amano giocare con gli oggetti di casa quindi anche i cucchiai di legno, le scatole da scarpe o una piccola scopa possono trasformarsi in gioco. Invitiamoli di tanto in tanto a partecipare alle attività di casa, come bagnare insieme una pianta o dare il cibo al gatto o scegliere la verdura per la cena. Queste attenzioni creano unione, e li fanno sentire parte importante della famiglia. Inoltre, queste piccole routine, se impostate già in tenera età, ci verranno d’aiuto quando sarà il momento di affidarle in toto a loro, perché le conoscono già.
Rallentare
Per essere genitore faro un altro punto importante è andare piano. Come ogni esperto escursionista sa, per gustare il paesaggio non si deve correre. Così, per illuminare serve una mano ferma. Non è semplice effettuare questo cambio di marcia, siamo abituati all’efficienza e al multitasking ma dobbiamo ricordare che il tempo della crescita non è infinito: rallentiamo perché adesso serve.
Imparare a sostare e trovare un luogo calmo dentro di noi è un esercizio che tornerà utile nei momenti di crisi o di capriccio: la calma esercitata verrà fuori e sarà provvidenziale!
Ps: rallentare potrebbe piacerci, imparare a vivere il momento presente è un regalo non solo per nostro figlio.
Saper cadere e rialzarsi
Essere sotto il faro di un genitore attento significa sapere che anche da lontano chi mi vuole bene vede dove metto i piedi, potrò cadere ma saprò anche dove poggiare il ginocchio per rialzarmi. I genitori faro sa che il bambino ha bisogno di sentirsi preso in cura ma non sollevato da terra.
Se scelgo di essere faro scelgo di osservarmi e di osservare mio figlio, di accettare i miei limiti, di esercitarmi a fermarmi quando stanno per esser messi a una prova che so non potrei superare.
Non è un viaggio blitz ma una lunga traversata che necessita di esercizio. Il bello è che poco alla volta tutto diventa affrontabile. Anche sbagliare nel cammino è prezioso, nessuno è perfetto. Sbagliare linguaggio, ad esempio, capita spesso nei momenti di tensione: correggersi permetterà ai bambini di imparare che chiunque può sbagliare e chiedere scusa.