Educazione al ben-essere del corpo e della mentre, contro il dominio dell’immagine
Le bambine e i bambini di questo millennio sono sani come pesci, crescono con un’alimentazione sana e varia e uno standard di salute imparagonabile al passato.
Eppure accade spesso che non si piacciano. Cosa succede?
Siamo immersi più che mai in un momento storico in cui l’immagine ha un posto sempre più importante.
Come adulti lo attraversiamo con fare guardingo, innegabile che anche noi ne rimaniamo un po’ vittime.
Ma con il passare degli anni ne prendiamo il controllo e ci rendiamo conto delle potenzialità e dei rischi di questo dominio dell’immagine.
Lo specchio, un oggetto potente e talvolta pericoloso
Se c’è un oggetto che ben simbolizza questo momento storico è lo specchio, apparentemente innocuo e divertente, ma che oggi rappresenta per i bambini un oggetto di gioco potente e talvolta pericoloso.
Fin dall’infanzia ci si guarda e ci si scruta ma oggi fin troppo. La ricerca di perfezione, portata ai suoi estremi, può condurre allo sviluppo di patologie legate all’immagine che noi genitori non possiamo ignorare.
Servono prese di coscienza e un’educazione strategica che prevenga l’insorgere di uno sguardo distorto verso se stessi.
Una relazione positiva con il corpo
Affinché i bambini si relazionino positivamente con il proprio corpo che cresce dobbiamo scegliere come insegnare loro a guardarsi per davvero, partendo dal concetto di ben-essere e di salute come vere cure del proprio corpo.
Innanzi tutto è bene tener presente che noi genitori siamo i primi influencer nello sviluppo dello sguardo sul corpo, dei valori e delle abitudini di salute dei nostri figli.
Ciò significa che se come genitore mi lamento spesso di come sono le mie gambe, del fatto che dovrei fare una dieta, che non riesco più ad allacciarmi la giacca, sto passando dei messaggi di svalutazione del mio corpo.
L’importanza di una benefica attività sportiva
Il primo passo da compiere per far sì che i bambini sviluppino una corretta e salutare idea di ben-essere sarebbe quello di separare l’attività sportiva dall’immagine del proprio corpo.
Tutti nasciamo con una costituzione precisa che certo può essere influenzata e modificata da molti fattori ma non potrà mai essere stravolta.
È però importante insegnare che praticare uno sport è necessario per mantenere in uno stato di ben-essere il proprio corpo.
Così come facciamo attenzione a esercitare il cervello leggendo racconti intriganti, risolvendo problemi pratici durante le giornate, allo stesso modo dobbiamo fare con il corpo.
Tenerlo attivo, aiutarlo a sviluppare i muscoli perché ci sostenga in maniera adeguata.
Purtroppo oggi sembra esserci un’ossessione verso il raggiungimento della magrezza che rischia di far passare l’idea che fare esercizio serva solo per avere un corpo magro o perdere peso.
No all’esasperazione delle silhouette
Ciò che possiamo fare fare come educatori è veicolare messaggi differenti a questa cultura dell’esasperazione della silhouette, in modo da contrastare messaggi nocivi che i bambini rischiamo di assorbire dai media, dalle pubblicità e dai negozi di abbigliamento one-size che pensano esclusivamente a ragazzi con muscoli esasperati e ragazze con il girovita di una Barbie.
Come adulti possiamo fare molto spiegando ai bambini e alle bambine che chi progetta e pubblicizza questo tipo di abbigliamento lo fa solo per motivi commerciali.
É un tema molto attuale e importante da spiegare perché creare una sola taglia permette infatti a chi produce un risparmio enorme in termini economici.
Tutti i corpi vanno bene, sono speciali e unici, questo è il concetto dobbiamo spiegare e trasmettere.
Un tiramisù e mezz’ora in palestra
Come genitori è importante che riflettiamo su come noi stessi consideriamo l’attività fisica e quale linguaggio usiamo quando siamo con i bambini.
Frasi come: “Va bene, prendo il tiramisù ma dopo corro in palestra a fare 5 km di cyclette e un’ora di zumba” possono avere effetti pesanti sul lungo termine nel pensiero preoccupato dei bambini.
Altrettanto importante è evitare di veicolare un messaggio negativo sull’attività fisica se non siamo per natura dei grandi sportivi, capita.
Frasi del tipo: “Odio camminare, prendiamo la macchina” oppure, “Che stupidi quelli che perdono tempo in palestra” trasmettono ugualmente un messaggio sbagliato.
Quel che va fatto è sforzarsi di parlare del movimento del corpo in maniera positiva e sottolineare l’energia positiva che il movimento scatena.
Per i bambini sono positivi concetti come “Non avevo molta voglia di uscire ma poi ho iniziato a camminare e le preoccupazioni sono scomparse. Mi sento meglio”. Esprimere fierezza nell’aver affrontato un piccolo sforzo contro la pigrizia è certamente un buon insegnamento.
Trasmettere ai bambini sin da piccoli con l’esempio il messaggio che il movimento fa bene al corpo, lo rinforza, lo protegge e ci aiuta a stare bene anche mentalmente e divertirci.
Modelli positivi
Questo non significa iscriverci forzatamente in palestra ma semplicemente portare a spasso il cane, giocare e correre al parco, ballare scatenati in casa, fare una gita in bicicletta.
Potendo agire come modelli positivi abbiamo un grande vantaggio. Siamo i primi a dare le linee guida, pratichiamo una piccola attività con costanza esprimendo gioia e gratitudine per il corpo che abbiamo in dotazione in modo che interiorizzino subito che il movimento è parte di una vita salutare, non un’attività da mettere in pratica quando siamo grassi.
L’attività giusta
Inoltre, è importante capire quale tipo di attività piace ai nostri figli. Non sempre sanno esprimere una preferenza per uno sport ma prendiamoci il tempo per scoprirlo insieme.
Ciò che va evitato è di orientare i figli solo sull’aspetto competitivo delle attività sportive. La nostra attenzione si dovrebbe concentrare sull’aspetto di ben-essere non sul raggiungimento di un obiettivo.
Se si pratica uno sport agonistico è naturale che si desideri migliorare costantemente, ma è bene che la competitività sorga naturalmente.
In conclusione, incoraggiamo i nostri bambini a rispettare il proprio corpo, complimentiamoci con loro quando fanno progressi, anche se si tratta solo di andare in bicicletta con più sicurezza, o saltare la corda senza inciampare.
Quando facciamo notare un miglioramento è come se gli dessimo un bel giro carica alla loro autostima. Nulla a che fare con i chili o l’aspetto, ma con qualcosa di molto più prezioso: il cuore e il ben-essere!