Un figlio si fa con gioia, con amore, con desiderio, con passione. Mai per sbaglio. Tutto quello che bisogna sapere sui metodi contraccettivi oggi disponibili
Mettiamoci in testa una cosa. Viviamo nel terzo millennio, i contraccettivi sono disponibili, sono comodi e vanno usati, perché le gravidanze “indesiderate” non hanno più ragione di esistere.
Di metodi contraccettivi, per fortuna, ce ne sono tanti, perché il loro uso è legato a fil doppio alla personalità. Ci sono persone che preferiscono tenere i contraccettivi sempre a portata di mano e persone che vogliono pensarci “una volta e mai più”. Alcune condizioni di vita che impongono una scelta precisa (la giovane età o l’allattamento, per esempio) e poi ci sono persone che preferiscono un approccio più soft e naturale.
Il calcolo dei giorni fertili e il coito interrotto non sono metodi contraccettivi. Non tengono conto della variabilità biologica umana e sono rischiosissimi. Se pensate di proteggervi da una gravidanza in questo modo, state sbagliando. Vi consigliamo di leggere questo articolo per conoscere i molti metodi contraccettivi tra cui potete scegliere. Come al solito, occorre parlare con uno specialista prima di adottare la soluzione desiderata.
Il preservativo o condom
Per contraccezione si intende l’insieme di tutti i metodi volti a impedire l’incontro tra la cellula uovo e gli spermatozoi. “I contraccettivi classici si suddividono tra metodi ormonali e metodi di barriera o meccanici – spiega Giulia Losito, ostetrica, che da anni conduce incontri di educazione alla sessualità e affettività nelle scuole -. Il metodo di barriera più conosciuto è il preservativo. Ne esistono di taglie, colori, materiali e gusti diversi”.
Va indossato a inizio rapporto, con cura, e va rimosso immediatamente dopo. È economico, facilmente reperibile e alla portata di tutti, soprattutto degli adolescenti, sia maschi che femmine. Se utilizzato correttamente ha un’efficacia contraccettiva alta, dall’85 al 98% circa. Soprattutto, è l’unico metodo che protegge dalle infezioni sessualmente trasmissibili. Di contro, non tutti gradiscono il lattice, che può provocare irritazioni e fastidi. Si indossa esattamente prima del rapporto e questo riesce difficile per qualche persona e in qualche caso è scomodo. Ultimo accorgimento: se non si conserva correttamente, il preservativo può rompersi e perdere la sua efficacia contraccettiva.
Il diaframma
Altro contraccettivo meccanico è il diaframma. E’ un metodo non ormonale tutto femminile, da gestire in autonomia. “Sta tornando di moda – dice l’ostetrica Giulia Losito -. Si tratta di un cappuccio di un materiale morbido che la donna applica al collo dell’utero insieme a un gel spermicida. Non deve per forza essere indossato appena prima del rapporto, né essere rimosso subito dopo, perché ha qualche ora di tolleranza. Non è monouso come il preservativo e ogni donna può averne uno e autogestirlo, indossarlo, rimuoverlo, detergerlo e conservarlo”.
Anche il diaframma è disponibile in diverse taglie ed è soprannominato il “metodo delle ostetriche”, poiché viene prescritto in seguito a una valutazione fisica di chi lo deve usare. L’uso del diaframma prevede una certa confidenza e consapevolezza con il proprio corpo: l’ostetrica agevola la comprensione. Il diaframma è efficace solo se posizionato correttamente insieme a un gel spermicida, altrimenti rischia di non essere sufficiente. Dopo aver preso la mano diventa comodo, economico, ecosostenibile e non implica l’uso di sostanze chimiche o ormoni. Ha un’efficacia contraccettiva medio-alta, con percentuali di fallimento che oscillano fra il 6 e 16%, sempre se usato insieme al gel spermicida.
La pillola
La pillola estroprogestinica è il contraccettivo ormonale più famoso. E’ entrata in commercio negli Stati Uniti a fine anni ’50 e poco dopo anche in Italia. Oggi la usano più di 100 milioni di donne al mondo. Si tratta di un mix di ormoni femminili, estrogeni e progesterone, che se assunti regolarmente inibiscono l’ovulazione, mettendo di fatto a riposo le ovaie.
Tutti i metodi contraccettivi ormonali, come la pillola, richiedono la prescrizione medica e una valutazione dello stato di salute, dello stile di vita e della presenza di eventuali fattori di rischio di chi li usa.
“Al contrario di quel che si credeva un tempo – dice Giulia Losito – nella stragrande maggioranza dei casi non servono ‘pause per depurare il corpo’ o periodici esami di controllo. Quello che serve è valutare la comodità e il gradimento del metodo utilizzato”.
Esistono diversi tipi di pillola e le formulazioni di ultima generazione utilizzano dosaggi ormonali molto bassi. “Ci sono miti che circondano la pillola: che faccia ingrassare, che causi il calo della libido. La verità è che deve calzare a pennello, come un vestito, pertanto ogni donna può cercare la formulazione con il minor numero di effetti collaterali”.
Se assunta correttamente, l’efficacia contraccettiva della pillola è alta (92-99%). E’ un metodo reversibile, ovvero, una volta interrotto l’utilizzo, la fertilità viene ripristinata. Quando la donna è in buona salute, la pillola ha pochi effetti collaterali.
L’assunzione corretta della pillola presuppone di prenderla allo stesso orario, tutti i giorni. Come detto, si tratta di ormoni sintetici, che associati ad alcuni fattori di rischio come il fumo, il sovrappeso, la cattiva alimentazione o alcune forme di emicrania con aura, possono aumentare il rischio di disturbi cardiovascolari. L’assorbimento è intestinale, quindi attenzione se si hanno problemi come il vomito, ma anche un abuso di alcolici o una cura con antibiotici.
Il cerotto
Altro contraccettivo ormonale è il cerotto. Ha un funzionamento simile alla pillola, ma il mix di ormoni non si assume per via orale. Il cerotto transdermico libera le sostanze che entrano direttamente nel circolo sanguigno. L’applicazione può avvenire in diverse parti del corpo e si cambia una volta a settimana per tre settimane al mese.
Come metodo contraccettivo ha le stesse controindicazioni della pillola, ma ha un vantaggio: evita il transito degli ormoni nell’intestino e tutti gli effetti negativi dovuti a un cattivo assorbimento.
L’anello vaginale
L’anello vaginale è un anello di silicone morbido che si inserisce in vagina una volta al mese, rimanendoci per 3 settimane. Rilascia un mix di ormoni direttamente attraverso la mucosa vaginale. Non si rimuove, né per i rapporti sessuali né per le altre funzioni fisiologiche, come il ciclo e questo diminuisce il rischio di dimenticanze. È comodo, non si sente, non si perde, però richiede un minimo di consapevolezza e confidenza con il proprio corpo. Le controindicazioni sono le stesse della pillola, ma i dosaggi ormonali sono ancora più bassi.
L’impianto sottocutaneo
L’impianto sottocutaneo è un bastoncino di un materiale atossico contenente un progestinico (quindi senza estrogeni) che si applica sottopelle. L’applicazione va fatta con personale medico e prevede una piccola incisione nell’avanbraccio.
E’ il metodo che per eccellenza “si mette e si dimentica” perché rimane in funzione per ben tre anni. Agisce come gli altri metodi ormonali (pillola, cerotto o anello vaginale) e inibisce l’ovulazione, creando le condizioni ambientali sfavorevoli alla fecondazione.
L’efficacia contraccettiva è altissima, pari al 99%. Essendo privo di estrogeni non aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e per questo motivo è adatto anche a donne ipertese, diabetiche, in sovrappeso o che soffrono di emicrania.
In Gran Bretagna è diventato il metodo contraccettivo d’elezione per le adolescenti, proprio per la copertura a lungo termine, mentre in Italia è ancora poco diffuso e un po’ costoso.
La minipillola
La minipillola potrebbe sembrare la stessa cosa della pillola estroprogestinica, ma non lo è. E’ sempre un farmaco, si assume quotidianamente per tutta la durata del ciclo, senza pause, ma a differenza della pillola contiene solo progestinici. L’assenza di estrogeni ne fa il contraccettivo migliore da assumere durante l’allattamento e in tutti i casi di scarsa tolleranza alla pillola. Va bene, per esempio, quando la donna presenta fattori di rischio come fumare molto, essere in sovrappeso o avere familiarità con disturbi cardiovascolari come la trombosi.
La spirale
Altro metodo di contraccezione ormonale è la spirale, chiamata anche IUD (Intra Uterine Device). Ne esistono due tipi, quella al rame o quella medicata. La prima è un piccolo supporto di rame ricoperto di plastica. Una volta inserita nell’utero produce delle reazioni biochimiche che rendono l’ambiente sfavorevole al passaggio degli spermatozoi e impediscono l’impianto dell’ovulo fecondato.
Questo “vecchio tipo” di spirale è stato quasi del tutto soppiantato dalla versione medicata, ovvero una spirale contenente ormoni, con funzionamento simile all’anello vaginale o all’impianto sottocutaneo.
Il medico inserisce la spirale nell’utero. Il funzionamento dura, se tollerata, fino a 5 anni. L’efficacia contraccettiva è altissima, del 98%. È un metodo indicato per le donne che hanno già partorito. L’applicazione può essere leggermente dolorosa. La spirale inoltre può aumentare il rischio di infezioni e poiché va inserita attraverso il collo dell’utero può causare crampi e un aumento del flusso mestruale.
I metodi naturali
Alcuni metodi non utilizzano dispositivi o strumenti per impedire il contatto tra spermatozoi e cellula uovo in modo artificiale. Sono i cosiddetti metodi naturali, che mirano a individuare il periodo fertile per evitare rapporti in quei giorni.
Il metodo sintotermico combina l’osservazione di più segni, come le caratteristiche del muco cervicale e la temperatura basale al mattino. Unendo i dati, ricostruisce in modo più o meno accurato il periodo fertile e quindi evitare rapporti a rischio.
Se da un lato implica la capacità di auto-osservazione, la consapevolezza e l’ascolto del corpo, dall’altro richiede un certo training, va appreso con insegnanti qualificate ed è applicabile da donne con cicli regolari.
Il computerino
Tra i metodi naturali in commercio, ci sono dei computerini che permettono di fare in casa un semplice test dell’urina e rilevare i cambiamenti nei livelli di due ormoni (l‘estrogeno e l’ormone luteinizzante). Sulla base di questa analisi, il computer comunica quando è possibile avere rapporti sessuali a basso rischio di una gravidanza (i giorni verdi) e quando invece si può rimanere incinta (i giorni rossi). Il più diffuso tra questi apparecchi si chiama Persona. Va da sé che l’efficacia è legata alla capacità di non avere rapporti sessuali nei giorni rossi. Il vantaggio è che non richiede l’assunzione di farmaci e che può essere usato all’incontrario, cioè per stabilire quali sono i giorni fertili per ottimizzare le possibilità di una gravidanza.
La contraccezione in allattamento
L’allattamento intensivo, che è quello dei primi mesi di vita del bambino, inibisce naturalmente l’ovulazione. In questo periodo il corpo produce molta prolattina, l’ormone che comunica alle ovaie che “non c’è spazio per altri cuccioli”.
La prolattina è il motivo per cui molte donne sperimentano durante l’allattamento un periodo di amenorrea, cioè di assenza di mestruazioni. Mano a mano però che le poppate diventano meno frequenti, si ripristinano i livelli ormonali abituali e prima o poi riparte l’ovulazione.
Se non si sta pianificando una nuova gravidanza, durante l’allattamento occorre utilizzare un contraccettivo. Si può scegliere tra diversi metodi. C’è il preservativo, da utilizzare in associazione a un buon lubrificante a case acquosa, poiché l’allattamento in alcuni casi porta con sé secchezza vaginale.
Altre soluzioni sono il diaframma, la spirale medicata o l’impianto sottocutaneo (da tenere in considerazione se non si pianificano gravidanze a lungo termine). La minipillola, che contiene solo progestinico e niente estrogeni (lo stesso principio attivo della spirale e dell’impianto sottocutaneo) può essere utilizzata con sicurezza in allattamento.
I nuovi metodi: la pillola per l’uomo e il diaframma naturale
Il National Institute of Child Health and Human Development sta sperimentando un nuovo metodo ormonale, questa volta dedicato agli uomini. Si tratta di un gel contenente due ormoni sintetici che inibiscono temporaneamente la produzione di spermatozoi. Va applicato tutti i giorni e la sua azione dura di 72 ore. È in corso il test clinico al termine del quale, se ne viene confermata l’efficacia, avremo finalmente il primo metodo di contraccezione ormonale maschile.
Il Kth Royal Institute of Technology of Stockholm invece sta sperimentando un metodo naturale, senza ormoni e senza effetti collaterali. Si tratterebbe di una capsula a base di chitosano, una sostanza prodotta dal guscio dei crostacei e già utilizzato nei prodotti dimagranti. Il chitosano, applicato nella vagina, si dissolverebbe creando una sorta di barriera temporanea capace di bloccare il passaggio degli spermatozoi. Una sorta di diaframma naturale ed ecologico.