L’articolo 74 del Codice Civile definisce la parentela come “il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite”: sono parenti in linea retta le persone che discendono l’una dall’altra (padre e figlio, nonno e nipote); sono invece parenti in linea collaterale le persone che, pur avendo uno stipite in comune, non discendono l’una dall’altra (fratello e sorella, cugino e cugina).
Il Codice prosegue specificando che “la legge non riconosce il vincolo di parentela oltre il sesto grado” (articolo 77): affermazione che riveste particolare importanza, per esempio, in materia di successioni.
Ma come si calcolano i gradi di parentela? In realtà è meno complicato di come possa sembrare: basta prendere carta e penna e disegnare un piccolo schema. Nelle famiglie di una volta non era inusuale trovare appeso a una parete l’albero genealogico: ecco, l’idea alla base è la medesima.
Si inizia dal capostipite, A: possiamo supporre che sia il nonno. A ha avuto due figli, B e C: tracceremo quindi due linee che uniscano A con B e con C. A e B (così come A e C) sono parenti in linea retta di primo grado (una sola, infatti, è la linea che li congiunge, dallo stipite al discendente) laddove B e C sono parenti in linea collaterale di secondo grado (dal discendente B bisogna risalire allo stipite A e di nuovo scendere al discendente C – due linee).
Ma andiamo oltre. Supponiamo che B e C abbiano, a loro volta, avuto due figli, D ed E: tutti diremmo prontamente che si tratta di cugini di primo grado (in quanto figli di fratelli). In realtà, non è esattamente così: D ed E, infatti, sono parenti in linea collaterale di quarto grado. Il meccanismo è lo stesso: da D si sale verso il discendente comune A passando per B (due linee), e poi si ridiscende verso E passando per C (altre due linee); le linee di congiunzione toccate sono 4, quindi i due cugini sono parenti di quarto grado.
Proseguendo ancora, immaginiamo che anche i due cugini abbiano avuto due figli, F e G: applicando il medesimo ragionamento, si conclude che F e G sono parenti in linea collaterale di sesto grado. Schema alla mano, si può anche dire che nonno A e nipote (D o E) sono parenti in linea retta di secondo grado; oppure, che zio B e nipote E sono parenti in linea collaterale di terzo grado; o ancora che bisnonno A e pronipote (F o G) sono parenti in linea retta di terzo grado.
E adesso, compito per tutti: se al posto delle lettere, inserissi i nomi dei componenti della mia famiglia, sarei capace di stabilire il grado di parentela?
[Francesca Galdini]