Schiacciati dalla pressione della scuola o dei genitori, abituati ad affrontare giornate troppo lunghe e fitte di impegni. Arriva dalla Francia l’allarme “burn-out dei piccoli”, già dalla scuola materna.
Sempre più bambini e giovani arrivano nello studio di uno psicologo dopo aver raggiunto una stato di burn-out avanzato, i quali presentano livelli di stanchezza psichica raggiunti che sono anomali per la loro età.
Uno stato d’animo sempre più diffuso
In Europa il termine burn-out é utilizzato per identificare un preciso stato di “esaurimento nervoso”, una patologia legata soprattutto agli adulti.
Nel caso dei bambini, stiamo parlando di giovani pazienti che si sentono, e sono, “schiacciati” dal proprio “mestiere di bambini”: giornate sempre più intense unite alla pretesa di alte prestazioni performative.
Le cause: performance e responsabilità
Le pressioni della scuola, dei genitori, della vita sociale si aggiungono a giornate troppo intense. Ricordiamo che la giornata di un bambino inizia alle 7 e spesso termina all’ora di cena.
I bambini serbano infinite energie fisiche, ma al contrario un’eccessiva stimolazione psicologica può generare stress. Anche lo sport, che dovrebbe liberare la mente a favore dell’attività puramente fisica, spesso è regolamentato e performativo.
Sempre più spesso emerge la questione delle “responsabilità”, che aumentano in base all’età. Un bambino a sei anni deve essere responsabile dei propri oggetti e dei propri compiti, ma sentire il peso della responsabilità per il proprio futuro lavorativo e per la carriera scolastica a lungo termine può generare ansia e stress.
Fatica e concentrazione tra i primi sintomi
I primi sintomi in assoluto sono la fatica cronica e la difficoltà a concentrarsi, non solo a scuola ma anche nell’organizzazione della vita quotidiana (dimenticare quaderni o scarpe per la danza, sono un esempio). A volte la stanchezza é dovuta a problematiche legate al sonno, ma non sempre. A questi primi segnali segue spesso uno stato di nervosismo e tristezza, pianti e difficoltà a comunicare.
Non mancano, in alcuni casi, i problemi alimentari e l’inasprirsi delle relazioni tra fratelli.
Quanti sono?
Secondo una ricerca di UNICEF eseguita in Francia nel 2014, risulta che la situazione stia peggiorando e i numeri siano in aumento. Secondo i dati emersi, il 40% dei bambini e ragazzi da 6 a 18 anni soffrono di qualche disturbo psicologico.
Sulle vittime effettive del cosiddetto “burn-out” non si hanno dati precisi, ma secondo psicologi ed educatori i casi aumentano ogni anno.
In Italia, i numeri relativi alla depressione in generale restano più bassi rispetto ad altri paesi europei e non si parla ancora di vero e proprio burn-out per i bambini. Tuttavia da qualche anno diversi istituti di ricerca segnalano anche nel nostro paese un aumento di depressione e “disturbi dell’umore” in età evolutiva.
Come agire
Sicuramente il confronto con un esperto é fondamentale. Ogni caso è diverso dall’altro, ma volte basta impegnarsi ad alleggerire la vita del bambino e dell’adolescente organizzando una vacanza all’aria aperta, creando più momenti liberi e, perché no, di “vuoto”, e ritagliare situazioni in mezzo alla natura nel fine settimana.
Un confronto con gli insegnanti può anche essere utile, soprattutto nei casi in cui il tempo dedicato ai compiti a casa sembra, anche per i piccoli, superare di gran lunga il tempo da dedicare, in base all’età, al gioco allo svago.
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