C’è una forma di esaurimento che va oltre la semplice necessità di una vacanza: si chiama burnout genitoriale. Quando il carico si fa eccessivo, che aiuto si può trovare?
Genitori come caregiver
Burnout genitoriale cronico
Si commettono errori, si è distratti. A volte si diventa aggressivi, anche con chi si va d’accordo. La sensazione predominante è una diffusa alienazione.
Come reagire
Dalla depressione e dal bournout genitoriale non si esce da soli. Serve un sostegno psicologico che aiuti a rafforzarsi fornendo forza e sicurezza. Indispensabile anche che il disagio sia riconosciuto dai componenti della famiglia, che possono aiutare chi soffre proprio come farebbero se avesse l’influenza o il mal di testa.
Da un punto di vista personale, si può cercare di combattere il senso malessere incrementando la produzione di dopamina. Ascoltare musica, per esempio, aiuta i meccanismi della gratificazione, della motivazione, della memoria, dell’attenzione e anche la regolazione dei movimenti corporei.
Un altro stimolatore naturale della dopamina è il movimento. Andate a correre o in bicicletta, fate almeno trenta minuti di attività fisica. Ottimo l’esercizio aerobico, ma va bene anche lo yoga.
A livello alimentare, sì a cibi cibi ricchi di proteine, come la carne di tacchino o di manzo, le uova, i latticini, la soia e i legumi. E più cioccolato, purché abbia il 70% almeno di massa di cacao.
Dormire a sufficienza
Quando la dopamina è rilasciata nel cervello, crea una sensazione di lucidità e di veglia. Quando è scarsa, è ora di andare a dormire. La mancanza di sonno disturba i ritmi naturali: le persone costrette a stare sveglie durante la notte, come spesso i medici e gli infermieri, ma anche i genitori di figli piccoli, si trovano con una recettività della dopamina drasticamente ridotta.
Una cura del sonno che preveda tra le 7 e le 9 ore al giorno, in ambiente tranquillo con una riduzione dei rumori, evitando la caffeina, limitando le distrazioni digitali la sera e utilizzando il letto invece del pisolino sul divano, è di grande aiuto.
Esporsi alla luce
È noto che nei periodi in cui la luce del sole è scarsa, l’umore peggiora. C’entra anche in questo caso la dopamina, che aumenta quando si ha una buona esposizione luminosa.
Generalmente si raccomanda di limitare l’esposizione alle ore non di picco, (tra le 12 e le 14), quando le radiazioni ultraviolette sono all’apice e di applicare una protezione sulla pelle.
seguire queste regole, facendosi aiutare da qualcuno per non arrendersi e desistere, può essere d’aiuto. Tuttavia, il burnout genitoriale va diagnosticato da un esperto e curato in maniera appropriata, senza fai da te. Se vi sentite proprio giù, così giù da sapere che non ce la farete a tirarvi su da soli, non indugiate oltre e affidatevi a uno psicoterapeuta.