Quando il freddo si fa sentire, i playground al chiuso sono un’isola felice per il divertimento. Luoghi pieni di angoli da scoprire, paesi delle meraviglie da esplorare
Dici “parco giochi” e pensi subito al verde, all’aria, ai fiori. Fortunatamente ci sono anche i playground al chiuso, una soluzione provvidenziale per passare un pomeriggio di divertimento con i nostri bimbi quando il tempo è brutto, con in più il vantaggio di una dimensione fuori dall’ordinario. Sì perché, in queste strutture, a sostituire l’atmosfera intima e raccolta della cameretta è uno spazio incantato dove le proporzioni sono magnificate come nel paese delle meraviglie e tutto sembra possibile. E poi ci sono alcuni playground con una marcia in più, che sanno suscitare gioia e meraviglia, come quelli che raccontiamo in queste pagine. Entriamoci dentro!
Kids just wanna have fun
Non correre, non saltare, scendi giù, vieni qui! Ecco, tutte queste richieste nei parchi gioco al chiuso non sono consentite. Perché è proprio quello che si deve fare in questi posti: correre, saltare, abbandonarsi alla scoperta di cunicoli e tunnel segreti, ridere, alzare la voce. Gioco, novità, meraviglia sono gli ingredienti di quella che potremmo definire l’old school dei parchi divertimento. Il Fun Tun di Amsterdam ne è un fulgido esempio. Ben 4000 metri quadrati nel pieno centro della città, organizzati in diverse aree gioco dislocate su più livelli, pensate per tre fasce di età, dai più piccoli ai ragazzini più audaci. Labirinti di ogni sorta, piscine di palline, scacchi giganti, campi da basket, tappeti elastici, chi più ne ha più ne metta in questa struttura che non perde di vista lo sguardo dei genitori, sempre agevolato per individuare con facilità i propri figli. La struttura, che si trova sotto terra, è stata realizzata come se fosse una fermata dismessa della metropolitana, con tanto di cartelli stradali e segnaletica. Per i genitori c’è un bar con tavoli e panchine, per poter fare quattro chiacchiere o lavorare mentre i bambini si scatenano tra i giochi.
Una città dei sogni per i bambini
Allineato allo stesso concept ma decisamente più faraonico e onirico Shenzhen Neobio Family Park, il parco giochi con annesso ristorante incluso all’interno di un centro commerciale in Cina, a Shenzen appunto. Agli occhi dei bambini si apre una città dei balocchi vera e propria, fatta di strutture ed edifici morbidosi dai colori confetto. Scivoli a pois, palline in toni pastello, ma anche buffe macchine che i bambini possono utilizzare per spostarsi, con tanto di mini posteggi. Insomma, un mondo da favola tutto da scoprire.
Less is more
L’abbondanza di stimoli e la magnificenza della struttura non sono l’unica interpretazione del divertimento al chiuso. Ce lo dimostra per esempio La Colline a Nantes, a metà fra il playground e l’installazione artistica, realizzata all’interno del ristorante La Cantine du Voyage dal collettivo francese Appelle Moi Papa. Una collina artificiale multicolore con dislivelli morbidi e sinuosi offre ai bimbi che mangiano al ristorante un’occasione per liberare la fantasia e trasformarsi ora in esperti alpinisti, poi in abili scalatori e chissà cos’altro ancora. Arrampicarsi, rotolarsi, scivolare, giocare e sdraiarsi sono fra le opzioni possibili ottenute con una scenografia davvero essenziale, perfetta per essere vissuta in mille modi diversi.
Giocherai nel quotidiano, correndo
Altrettanto minimale è il giardino immaginario creato dall’artista Temitayo Ogunbiyi appositamente per il museo di arte contemporanea Madre di Napoli, una location dove non ci si aspetterebbe uno spazio di divertimento per i bambini. Ispirandosi a viti intrecciate, tecniche di acconciatura e all’itinerario tracciato da Google Maps tra Lagos (dove vive e lavora l’artista africana) e Napoli, Temitayo ha trasformato il cortile interno del museo in un terreno di gioco e un giardino, dove bambini e famiglie possono divertirsi insieme.
Semplice come il disegno di un bambino
Una scuola materna, invece, è un posto in cui sorprende meno trovare degli spazi al chiuso dedicati al gioco dei bambini. Lo studio danese Cobe, però, è riuscito a trovare un’interpretazione che conquista per la sua delicatezza.
A ispirare il Frederiksvej Kindergarten di Copenhagen sono stati infatti i disegni dei bambini: As simple as a kid’s drawing è il claim con cui lo studio racconta il progetto. Un asilo costituito da undici casette amorevoli a realizzare un piccolo villaggio dove i corridoi e le zone di transito diventano anche aree di scambio. Così concepito, l’asilo intero si trasforma in un playground di fatto, dove il gioco è protagonista ad ogni angolo. I vari programmi ludici della scuola materna, infatti, ruotano intorno a due giardini d’inverno che offrono tane e nicchie tutte da scoprire, da soli o in compagnia.