Da oggi non è più automatica l’assegnazione del cognome del padre ai figli. Lo dice la sentenza storica della Corte Costituzionale
Il dado è tratto, forse. Dopo anni di discussione pare essersi conclusa l’eterna favola dell’assegnazione del cognome ai figli. Il lieto fine c’è, nell’ottica di una parità di diritti tra padre e madre.
È di mercoledì scorso la sentenza storica della Corte Costituzionale che ha definito illegittimo l’automatismo di assegnare il cognome paterno ai figli. I genitori potranno finalmente decidere liberamente quale dei due cognomi dare ai nuovi nati, se quello della madre o quello del padre, o se darli entrambi e in che ordine.
La sentenza sul cognome dei figli
La sentenza deve essere depositata nelle prossime settimane e non ci sono ancora i dettagli sull’attuazione, ma la Corte ha già chiesto al Parlamento di pensare alle nuove leggi. “Al momento – scrive Il Post- ci sono cinque proposte di legge in discussione alla Commissione Giustizia. La discussione in commissione dovrebbe portare all’adozione di un testo unico, che dovrà poi essere approvato dal Senato e dalla Camera”. In linea di massima la regola dovrebbe prevedere l’attribuzione dei cognomi di entrambi i genitori nell’ordine concordato o di uno dei due se così viene richiesto dalla coppia. Le nuove regole si applicheranno ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi.
L’illegittimità delle norme
Sono due le norme e consuetudini che sono state definite illegittime dalla nuova sentenza. Intanto il divieto e l’impossibilità di una coppia a trasmettere il cognome materno ai figli. E poi l’automatismo a passare il solo cognome paterno invece di quello di entrambi. Questa scelta, portata avanti fino ad oggi nonostante le grandi proteste, evidentemente non rispetta la parità di diritti dei genitori e neanche quello dei figli che potrebbero avere l’interesse, anche solo emozionale e sentimentale, di portare avanti i cognomi di entrambe le famiglie di origine, in quanto “ elemento fondamentale dell’identità personale”.
La grande novità del cognome materno
La possibilità di dare ai figli il solo cognome materno è una grande novità per l’Italia, dove questo era possibile solo in caso di mancato riconoscimento del padre. Dal 2017 la coppia può richiedere di trasmettere il cognome di lei al figlio, ma solo secondo a quello paterno. Oggi invece cambia tutto. Il cognome dei figli può essere solo quello materno anche con il riconoscimento del padre o può essere il primo dei due cognomi dati. Nel caso i genitori non siano d’accordo sull’ordine, la parola passa al giudice: il comunicato del Parlamento dice che in quel caso “resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.
Ancora tanti dubbi
Il comunicato del Parlamento ha introdotto qualche casistica, ma rimangono ancora tanti i dubbi operativi. Intanto non si è parlato della moltiplicazione dei cognomi di generazione in generazione, quindi quale passerà ai figli da un genitore con doppio cognome. “Una possibilità è che quando si arriva alla generazione successiva si debba far decadere un cognome con l’accordo di tutti e due i genitori”, ha detto al Corriere della Sera la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. Possibilmente mantenendo la stessa scelta per gli eventuali altri figli. Altro aspetto che rimane ancora dubbio è la retroattività della legge. Dal 2017 le famiglie hanno potuto richiedere (con una procedura semplice ma piuttosto lunga) di aggiungere il cognome materno come secondo a quello paterno. Non sappiamo ancora se da adesso in poi sarà possibile anche richiedere al tribunale o al prefetto di cambiare il cognome esclusivamente con quello materno o con quello della madre per primo.
Una lunga storia
La sentenza è fresca, ma in realtà è da anni -oltre quaranta- che in Italia si parla del diritto al cognome materno. Ci sono state sentenze, richiami e anche disegni di legge che non sono mai diventati definitivi. La sentenza 286 del 2016 aveva già dichiarato incostituzionale l’impossibilità di dare ai figli anche il cognome materno. Dalla sentenza nacque una circolare del ministero dell’Interno, che però non portò mai ad una modifica della legge. La paura allora è che nonostante le sollecitazioni della Corte Costituzionale il processo si blocchi, per quei motivi tutti italiani che ci portano oggi a festeggiare una norma e dei diritti che in tante parti del mondo sono già consolidate e scontate.