Ci sono tanti pregiudizi su chi allatta troppo a lungo, tuttavia il latte materno si adatta perfettamente alla crescita con il bambino e, finito il primo anno, diventa ancora più ricco, nutriente e specifico. E’ quanto emerge da uno studio della rivista Maternal & Child Nutrition
L’allattamento materno è sempre al centro di grandi discussioni e – soprattutto – di perfidi e gratuiti giudizi.
C’è chi allatta troppo, chi troppo poco; ci sono quelle che “l’allattamento a richiesta mi sembra eccessivo e crea dipendenza” o quelle che “ormai il tuo latte sarà acqua”. Ci sono quelle che “ciuccia ancora solo perché vuole una coccola” e quelle del “sei pazza a non allattare almeno almeno fino ai due anni”.
Poi c’è lo svezzamento che in italiano letteralmente vuol dire “togliere un vizio”. Ma il “vizio della tetta”, diciamolo, è un buon vizio!
Insomma, care mamme, comunque farete, ci saranno altre mamme (o nonne o amiche o compagni e amici) a dire la loro grande verità, e probabilmente sarà anche molto distante dalla vostra. Ma, al di sopra di ogni sospetto, di che cosa si compone il latte materno?
Il colostro e i primissimi giorni
Nei primi giorni dopo il parto la mamma produce il colostro, un liquido denso e giallognolo ricco di proteine e sali minerali con meno zuccheri e grassi rispetto al latte, per questo più digeribile.
Il colostro serve anche a “passare” particolari anticorpi che vanno a rivestire le pareti intestinali proteggendole da germi e virus. Il colostro si fa man mano più grasso per divenire gradualmente il latte definitivo.
A 3 – 5 giorni dal parto arriva la montata lattea: inizia così l’abbondante produzione di latte.
C’è bisogno di qualche giorno perché la produzione si dosi sul reale fabbisogno del bambino. A 10 giorni circa il latte è maturo, fluido, grasso e dolce, pronto a offrire al bebè tutto quello di cui ha bisogno, “autoregolandosi” in base alla sua età e esigenza.
Il primo latte materno
Il latte materno è composto da moltissimi nutrienti, tutto quello che serve per alimentare il neonato. Nel latte di mamma si trovano infatti proteine, grassi, zuccheri, vitamine e minerali in quantità perfettamente equilibrate e digeribili.
A queste sostanze se ne aggiungono altre che hanno funzioni più specifiche, come alcuni enzimi che permettono la pre-digestione dei grassi (rendendoli più facilmente assorbibili dall’intestino immaturo del neonato), numerosi agenti anti-infettivi che proteggono il neonato da malattie causate da batteri, virus, parassiti e funghi.
Ci sono molecole derivanti dal sistema ormonale della madre che rendono il latte ottimale e specifico per il proprio bambino oltre a garantire lo sviluppo celebrale e del sistema immunitario del bambino.
Tutto questo “diluito” in acqua, di cui si compone l’85% del latte materno.
Fino a quando è consigliato l’allattamento
Viene consigliato l’allattamento al seno come alimentazione esclusiva per i primi sei mesi del neonato proprio perché completo di tutto ciò che ha bisogno per crescere.
Poi si iniziano ad inserire nuovi e vari alimenti, in maniera graduale e attenta, comunque mantenendo il latte materno come alimento principale per tutto il primo anno di vita.
Latte materno nel secondo anno
Nel gennaio del 2016 è stata pubblicata sulla rivista Maternal & Child Nutrition una ricerca che ha voluto analizzare la composizione e la trasformazione del latte materno nel secondo anno di vita del bambino.
Il latte è stato monitorato a cadenza mensile su campioni di latte donato, dall’undicesimo mese dopo il parto fino al diciassettesimo.
Dallo studio è emerso che nel secondo anno di allattamento aumenta in modo significativo nel tempo il contenuto di proteine totali e di altre sostanze con funzione antibatterica (lattoferrina, lisozima, immunoglobuline di classe A e oligosaccaridi) .
Diminuisce invece il contenuto di calcio e zinco e rimangono invariati i grassi, il lattosio, il potassio e il ferro.
Il latte cresce con il bimbo
Lo studio ha confrontato i campioni di latte raccolti nel secondo anno di allattamento con altri campioni raccolti tra il quarto e il settimo mese dal parto: il latte nel secondo anno di vita è risultato avere una concentrazione superiore di proteine e di sostanze antibatteriche e concentrazioni più basse di minerali e oligosaccaridi.
Per quanto riguarda la concentrazione dei grassi, risulta non essere dipendente dal periodo di allattamento. Aumenta piuttosto al diminuire del volume di latte prodotto e al ridursi degli intervalli tra le poppate.
Questo vuol dire che, qualora fosse necessario aumentare la quantità di grassi nel latte, in qualsiasi momento del percorso di allattamento potrebbe essere utile aumentare la frequenza delle poppate.
Il valore dei macronutrienti (proteine, lattosio e grassi) nel latte materno, secondo lo studio, è stabile o aumenta nel secondo anno di allattamento.
Pur essendo un liquido composto prevalentemente di acqua, le proprietà nutritive del latte materno non diminuiscono con il protrarsi dell’allattamento.
Al contrario, se diminuisce il volume di latte prodotto aumenta la concentrazione dei principali nutrienti.
Il latte materno in cifre
Secondo i dati divulgati da KG Dewey tra i 12 e i 24 mesi 448 ml di latte materno contengono
- il 29% del fabbisogno energetico totale
- il 43% del fabbisogno di proteine
- il 36% di quello di calcio
- il 75% del fabbisogno di vitamina A
- il 76% di folati necessari
- il 60% di vitamica C
- il 94% del fabbisogno di vitamina B12