Ci sono muri che separano o muri col filo spinato. E poi ci sono muri di solidarietà e bellezza. È il muro della gentilezza, che offre un cappotto a tutti
Il muro della gentilezza è un vero e proprio muro, un angolo di strada, una ringhiera, che diventa simbolo di solidarietà e installazione a cielo aperto. L’iniziativa è nata in Iran ma sta diventando virale, unendo la “bellezza” estetica con una finalità sociale di condivisione. Già, perché nei muri della gentilezza le persone possono lasciare cappotti e vestiti caldi, ormai piccoli o inutilizzati, che possono essere utili a chi vive per strada o ha difficoltà ad acquistarli.
Dall’Iran, ora è virale
Il primo muro della gentilezza è nato nel 2015, a Mashhad, una metropoli nel nordest dell’Iran con 2 milioni e mezzo di abitanti. La povertà fa sì che in molti vivano per strada. Un giorno, a ridosso dell’inverno, su un muro sono apparsi dei ganci e un cartello con scritto: “Se non ne hai bisogno lascialo. Se ne hai bisogno prendilo”. È nato così il primo muro, rinominato “Wall of kidness”. Lo slogan ha fatto il giro del mondo ed è adottato quasi ovunque per segnalare questi luoghi di raccolta e distribuzione anonima, disinteressata, autogestita. Il passaparola tra i social è stato immediato e virale.
Diffusi in tutto il mondo
I muri della gentilezza colorano e vestono molte città nel mondo. Nel 2016 sono stati allestiti molti muri in Pakistan. Nello stesso inverno si è vestito un muro della gentilezza in Cina, nella regione autonoma del Guangxi. Nel 2017 è arrivato ad Amman, in Giordania, quando in un giorno di pioggia il Landmark Amman Hotel ha lanciato l’invito a lasciare abiti invernali per chi ha difficoltà economiche. L’hotel si è occupato anche di lavare e coprire i vestiti per rimetterli a disposizione della strada come nuovi. In Svezia, a Uppsala, un’agenzia immobiliare ha istituito il primo wall of kidness poco prima di Natale.
Muri solidali in Italia
Anche in Italia stanno comparendo a macchia d’olio. A Bologna, fuori dall’asilo nido La trottola, vengono lasciati abiti ma anche libri e giocattoli.
I ganci sono comparsi sulle pareti di legno di protezione del mercato coperto di Latina (che dovevano evitare l’accesso proprio ai senzatetto) e oggi raccolgono cappotti e cartelli in diverse lingue.
L’associazione Salvagente di Monza raccoglie i vestiti che vengono appesi agli alberi a ridosso dei negozi.
A Parma il muro inizialmente sorto nel quartiere popolare e multietnico dell’Oltretorrente è stato abbattuto per un’ordinanza municipale, ma è ricomparso poco dopo in un’altra zona della città. A Torino, in occasione della Giornata della Gentilezza, il Librificio di Torino (sede della Voglino Editrice) ha deciso di lanciare il proprio muro fuori dai locali in via Digione 18, nel quartiere Campidoglio.
Milano ha aperto il nuovo anno con l’allestimento del muro in via Luigi Nono al Tempio del futuro perduto, grazie al lavoro del collettivo che ha ristrutturato lo spazio abbandonato della Fabbrica del vapore per iniziative di solidarietà.
A Roma il muro della gentilezza sarà inaugurato presso la sede di Ama Roma in via Cassia 1761 (zona La Storta) il 19 marzo, promosso dagli studenti di letteratura italiana e IB Art del Marymount International School, in collaborazione con genitori, artisti e istituzioni.