Tra Manifesto Sociale e Robotica: l’associazione Io do una mano unisce tecnologia e gioco come risposta alle menomazioni congenite degli arti superiori
“Papà, come faccio ad andare in bicicletta?”. Una domanda apparentemente semplice, ma non per un bambino con problemi di menomazioni agli arti superiori. James Segre, ingegnere eclettico e manager in pensione, cerca di dare una risposta inclusiva a questa domanda gestendo Io Do Una Mano ETS, associazione no profit che ha l’obiettivo di aiutare bambini (ma anche adulti) con difficoltà di movimento agli arti superiori, progettando e distribuendo gratuitamente ausili personalizzati. Ausili specifici progettati in totale sinergia con le famiglie e le figure sanitarie di riferimento che servono per compiere le semplici azioni della vita quotidiana, praticare sport e anche suonare uno strumento musicale. L’Associazione fa parte dell’organizzazione di volontari e-Nable, che si dedica a queste attività a livello mondiale. I dispositivi non sono protesi mediche ma strumenti che, grazie alle loro caratteristiche, possono favorire un avvicinamento soft all’uso delle protesi stesse, favorendo percorsi inclusivi.
Dare una risposta alle difficoltà
“Lavoriamo molto con Raggiungere ODV, l’Associazione italiana di famiglie e persone con disabilità agli arti. Con loro abbiamo scoperto le difficoltà che si nascondono dietro a queste storie. Le persone spesso hanno paura di accettare la necessità di un ausilio. Per questo abbiamo deciso di lavorare con dispositivi funzionali. Quando abbiamo consegnato a Giacomo l’ausilio per andare in bicicletta, il suo papà mi ha detto che il figlio era entusiasta ed ha pedalato per tantissimi chilometri! In questi momenti capisco che il progetto dell’Associazione è complesso ma importante. Ogni storia è diversa e per questo il prodotto viene realizzato come in un laboratorio sartoriale, fino a quando non calza perfettamente e soddisfa le richieste di chi lo deve usare. Un oggetto che deve essere leggero e funzionale, e con un design particolare che regala ai bambini la possibilità di sentirsi po’ “supereroi”.
Imparare ad accogliere le difficoltà con leggerezza e un tocco di divertimento: l’Associazione organizza anche progetti di team building sociale e laboratori nelle scuole, per far sperimentare a tutti la diversità. Il nostro augurio è che, grazie alle nuove tecnologie e ad associazioni come queste, bambine e bambini con difficoltà agli arti superiori trovino la felicità e la volontà di cimentarsi in nuove attività ludiche e sportive.