L’autorevole mensile francese di psicologia e filosofia Sciences Humaines analizza alcune parole che toccano da vicino l’ambito genitoriale. Oggi parliamo di ipergenitorialità
In un numero speciale, la rivista di psicologia e filosofia Sciences Humaines si è impegnata a raccogliere quaranta concetti che rispecchiano la contemporaneità, oppure caratterizzano il dibattito accademico o ancora rappresentano le sfide di domani. Con il desiderio di arricchire il dibattito tra genitori e aggiungere uno sguardo critico al nostro modo di comportarci con i figli, abbiamo selezionato alcune parole che toccano da vicino l’ambito educativo e genitoriale.
Ipergenitorialità. Stiamo facendo troppo?
In mezzo secolo, l’attività genitoriale è cambiata tanto. Non si nasce più genitori, lo si diventa. Lo dimostra il successo dello stesso termine genitorialità, sottolineando che la relazione genitore-figlio non è più sufficiente. Oggi è necessario acquisire le conoscenze e le abilità che costituiscono il “lavoro” di un genitore.
Dall’inizio del 2000, tuttavia, questo nuovo modello di genitorialità solleva preoccupazioni. Applicato in modo troppo zelante, sarebbe all’origine di una corsa alla perfezione chiamata ipergenitoralità, sinonimo di ansia e sfinimento per i genitori e pressione per il successo per i bambini.
La dittatura dei manuali
All’origine di questa deriva, l’egemonia di manuali di istruzioni educative, di recente denunciato da Alison Gopnik, figura emblematica della psicologia del bambino. I manuali trasmettono l’idea (sbagliata) che ci sia un modo unico di essere buoni genitori e riducono la genitorialità a una lista inesauribile di compiti, a scapito della dimensione relazionale e affettiva.
Un concetto nato non tanto dal desiderio di essere genitori perfetti, come nel passato, piuttosto dalla tentazione contemporanea di eliminare tutto ciò che può ostacolare la felicità del bambino. Qualcuno definisce chi si comporta così Genitore-Curling.
Altri tre tipi di sovra-investimento genitoriale sono: Il Genitore-Elicottero, che sorvola il bambino per rimanere informato su tutte le sue azioni. Il Geni-Drone, pronto a balzare per soddisfare i più piccoli bisogni del figlio. Infine c’è il Genitore-Allenatore, che dispiega un’enorme quantità di energie per addestrare il figlio al futuro lavorativo. Se il tentativo di diventare genitori perfetti è stato l’obiettivo degli ultimi decenni, educare bambini imperfetti è la sfida di domani.