Itinerari da paura: luoghi un po’ magici in giro per l’Italia

da | 15 Ott, 2024 | Eventi, Lifestyle, Viaggi

Un giro per l’Italia alla scoperta di luoghi fuori dall’ordinario, paurosi, strani e magici… con mistero incluso!

Ottobre è al via con le sue zucche, Halloween, cioccolata calda, copertina e immancabile film di paura.

Ma il brivido non corre solo sullo streaming, là fuori molti luoghi celano leggende e storie spaventose (almeno un po’…) che meritano di essere indagate da visitatori grandi e piccini.

X-Files nell’Astigiano

Dopo aver passato Asti, dirigendosi verso la zona del Roero, si arriva a Ferrere, con i suoi due castelli e le sette colline. Proprio una di queste località, la frazione Gherba, è stata protagonista di un misterioso X-file negli anni ’90…

Secondo alcune segnalazioni dell’epoca, oltre ad avvistamenti luminosi nel cielo, a terra si sarebbero trovati i celeberrimi segni a forma di cerchio (crop circle) di circa dieci metri di diametro, che fecero subito pensare a “visite aliene”.

Per un incontro ravvicinato del terzo tipo si può provare a percorrere la strada della Gherba verso San Rocco di Montà, se la ricerca non va a buon fine ci si consola con la storica trattoria del luogo che serve un ottimo fritto misto!

I gatti suonatori di Millesimo (SV)

Nella Liguria dell’alta Val Bormida Millesimo è un borgo carico di storia, conteso nei secoli da vari potenti: Genova, i Marchesi di Finale, fino all’Impero degli Asburgo e, nel Settecento, al Regno di Sardegna.

Tra le presenze più degne di nota ci fu sicuramente quella della famiglia Del Carretto che ne governò il territorio per molto tempo, lasciando diversi segni del suo dominio come, senza dubbio, il castello costruito nel centro storico, nel Duecento, a mo’ di struttura difensiva e dimora.

Nella seconda metà del Cinquecento, per volere del Ducato di Milano, iniziò purtroppo uno smantellamento del maniero che portò a una fase di declino durata fino al 1989, anno in cui il Comune ne assunse la gestione occupandosi da allora della manutenzione.

Oggi il Castello di Millesimo è liberamente visitabile e… cela un segreto! Si narra che, tra le sue pietre, durante la notte si odano le note di un triste valzer suonato da un clavicembalo, ad accompagnare le danze di un gruppo abbigliato alla moda del Settecento. All’alba queste figure silenziose ritornerebbero alle loro sembianze originali, ossia quelle dei numerosi gatti che popolano il circondario.

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Il coccodrillo come fa… nel Santuario, alle Grazie di Curtatone (MN)

Se ci si trova nei pressi di Mantova, vale sicuramente la pena visitare il Santuario della Beata Vergine Maria, che si trova nel paese delle Grazie di Curtatone, a soli 9 chilometri dalla città dei Gonzaga e a una trentina dal Lago di Garda.

Il borgo è piccolo ma suggestivo e variopinto: uno stretto passaggio di casine colorate porta infine, con un colpo d’occhio improvviso, al vasto sagrato del Santuario, noto anche per essere la cornice dell’Incontro Nazionale dei Madonnari che, ogni anno a Ferragosto dal 1973, raduna più di 100 artisti da tutto il mondo.

Qui al centro si staglia la chiesa che, al suo interno, nasconde un’inaspettata e quanto mai esotica sorpresa: un coccodrillo!

E sì, si tratta di un vero e proprio coccodrillo imbalsamato appeso, verso il Cinquecento, con una catena sotto una delle arcate. E sul perché sia finito lì le leggende si sprecano.

Le nonne mantovane narrano che il rettile fosse fuggito da un serraglio dei Signori Gonzaga (o che addirittura fosse risalito dal Nilo!) e, vagando così per il Mincio, seminasse terrore tra i contadini della zona. Un giorno si imbatté in due fratelli barcaioli e li attaccò: uno fu dilaniato ma l’altro riuscì a salvarsi e uccise l’animale, attribuendo il fatto all’intervento della Vergine Maria. Così, il bestione fu imbalsamato e portato al Santuario come ex-voto.

Anche se, prima di entrare in chiesa, si è già a conoscenza della storia, la vista del cocco che pende dall’alto dà sempre un brividino… provare per credere!

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In compagnia di Azzurrina nel Castello di Montebello (RN)

Il fantasma. Per Halloween davvero un classico e vista l’attività paranormale piuttosto movimentata il luogo giusto è il Castello di Montebello nei pressi di Torriana, vicino a Rimini.

Si tramanda (un po’ alla maniera del “telefono senza fili” dove, di bocca in bocca, la fabula popolari si arricchisce di particolari…) che sia abitato da spiriti inquieti e, in particolare, nei giorni di temporale c’è chi giura di avvertire la presenza della piccola Guendalina Malatesta.

Soprannominata “Azzurrina”, Guendalina era una bambina albina, triste perché non riuscì mai a legare con i suoi coetanei e, per rallegrarla, la mamma era solita tingerle i capelli di celeste.

Il 21 giugno 1375, mentre fuori pioveva a dirotto, Guendalina scomparve misteriosamente nei sotterranei del maniero.

Da allora si dice che nelle notti di diluvio la si possa sentire piangere, come raccontava già un manoscritto seicentesco: “si narra che, allo scadere del solstizio estivo di ogni lustro, un suono proveniente da quel sotterraneo cunicolo si faccia ancora sentire”.

Il castello di Montebello è visitabile sia in versione diurna che by night (quest’ultima visita, però, è sconsigliata ai bambini).

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La Foresta Fossile di Dunarobba ad Avigliano Umbro (TR)

Parlando di posti un po’ strani e leggendari non può certo mancare la Foresta Fossile di Dunarobba, nel Ternano, un monumento naturalistico unico al mondo e di grande rilevanza scientifica.

Riscoperto verso la fine degli anni ’70 all’interno di una cava di argilla destinata alla fabbricazione di mattoni, si tratta di una sorta di boschetto formato da circa cinquanta tronchi fossili, resti di gigantesche conifere risalenti a circa due milioni di anni fa.

Un sito paleontologico prezioso nella sua peculiarità, dove i tronchi si sono conservati per le particolari caratteristiche del terreno, dando origine a un paesaggio con un non so che di extraterrestre.

Anche qui c’è un’altra storia, leggenda vuole che tutto sia rimasto intatto grazie agli incantesimi di una certa donna Ursina, strega del luogo che preparava pozioni medicinali per gli abitanti di Dunarobba nel Seicento.

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“L’amor mio non muore!” al Castello di Valsinni (MT)

In provincia di Matera sorge questo maniero, uno dei meglio conservati della Basilicata e oggi monumento nazionale, che venne edificato su una preesistente fortificazione longobarda verso l’anno 1000 e che poi divenne, nel Cinquecento, la dimora della poetessa Isabella di Morra.

La triste storia (un po’ alla Bridgerton) narra che la donna perse la testa per un nobile spagnolo, il barone Diego Sandoval de Castro, nemico però dei suoi parenti. Scoperto l’innamoramento, la famiglia di Isabella assassinò il suo spasimante e la richiuse nella torre del castello. Un ancor più tragico epilogo si ebbe quando, non si sa se per mano dei fratelli o per il dolore per la perdita dell’amato, la ragazza infine morì.

Come ogni leggenda che si rispetti, da quel giorno c’è sempre chi racconta di aver visto, nel bosco, una figura femminile camminare davanti alle finestre della fortezza, tra luminarie, voci e rumori.

Una visita all’imponente Castello di Valsinni val di sicuro il viaggio, soprattutto se accompagnati da una guida pronta a narrare la tragica storia d’amore della poetessa.

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