Sara, Paolo, Loris e Mia vivono in una casa davvero speciale: un allevamento di gatti persiani dentro a un bosco
Sara ama i gatti persiani da quando era bambina, un amore che le è stato trasmesso dai genitori. Ha studiato, è diventata veterinaria e ha incontrato Paolo, che al primo San Valentino le ha regalato proprio un cucciolo di persiano, bianco. “Tutto è cominciato nel 2006 – racconta Sara – quando Paolo e io siamo andati a vivere insieme. Il cucciolo che mi aveva regalato era morto prematuramente e di gatti non ne volevo più sapere, ma mi è arrivato Pepe, un batuffolo di pelo color crema”.
Pepe, persiano di razza pura, cresce bene assieme ai nuovi padroni. Anche Paolo inizia ad appassionarsi e viene spontaneo per la giovane coppia prendere una coppia di gatti. Ma una coppia di gatti non può far altro che una cucciolata! La prima arriva a sorpresa. “Diciamo che non ci avevamo ancora pensato. Ci è bastato andare a sciare un giorno e, via i gattini erano in arrivo! Con quella prima cucciolata è cominciato tutto”.
Un progetto di vita
Sara aveva cominciato a lavorare in una clinica veterinaria, mentre Paolo, meccanico di moto, aveva aperto un’officina vicino a casa. “Poi sono rimasta incinta e ho cominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto fare la mamma a tempo pieno.
L’idea di allevare gatti di razza ha cominciato a prendere forma, a prospettarsi come un’occasione anche professionale. Sarebbe stata una scelta di vita nel rispetto di quanto per me è più importante. Tanti mi dicevano: ‘ma come, dopo tutto quello che hai studiato’, ma io ero decisa, stavo benissimo, avrei potuto crescere i miei figli e occuparmi di ciò che amo”.
L’allevamento nel bosco
Nasce così l’allevamento Gatti Persiani nel bosco. “L’allevamento è casa nostra – spiega Sara -. Ci viviamo Paolo, io, i nostri due figli (Loris e Mia) e anche otto gatti grandi. Quando dico grandi dico grandi! I gattini neonati li teniamo in casa per due mesi quando arrivano le cucciolate. I nostri gatti sono sette femmine e un maschio.
In questo modo possiamo lasciare tutti liberi; diversamente, durante il periodo di calore, sarebbe una rissa continua. Il nostro è un allevamento amatoriale: non sono iscritta a un’associazione felina e chi prende un cucciolo da noi non riceve pedigree. Per molti questo significa non avere un persiano di razza, ma un simil-persiano, proprio perché non è accompagnato dal certificato.
Capisco bene il punto di vista, ma penso ci sia spazio per tutti. I miei gatti, quelli nati nel mio allevamento intendo, non fanno mostre, ma sono gatti che diventano veri membri della famiglia che li accoglie, proprio in virtù di alcune loro caratteristiche. Insomma, a noi piace pensare che questi bei gattoni possano essere accessibili a tutti, anche dal punto di vista del costo”.
I gatti persiani, affetto garantito
L’allevamento ha compiuto tredici anni. “Ho conosciuto tante persone che hanno preso da noi i cuccioli – racconta Sara -. Da molti ho sentito dire che ‘il loro gatto si comporta come un cane’.
Il motivo è che il persiano è davvero affettuoso e si comporta con certi tratti canini, nel rispetto di una certa indipendenza felina. Con i bambini è delicato, sa proteggersi dai movimenti improvvisi o dai giochi irruenti, ma questo non lo fa allontanare né ridurre la vicinanza. Adora le coccole e la compagnia. Ama giocare, compatibilmente con il carattere, che è diverso per ogni gatto. In casa si ritaglia spazi di autonomia”.
Con quel muso un po’ schiacciato e il pelo morbidissimo è davvero un gatto irresistibile. “Trovo che esistano altrettante razze bellissime – dice Sara – ma quello che mi appassiona dei persiani è il carattere. Come dicevo è un componente della famiglia, una compagnia di valore per tutte le età, non graffia, è paziente.
Molti miei clienti lo hanno regalato a persone anziane, che sono rimaste sole e che farebbero fatica a seguire un cane. Certo, sono di parte, ma per come si fa a dire che non sono meravigliosi?”.
Bambini e cuccioli
E con i bambini? Per Loris e Mia avere i cuccioli in casa è normale: una gran fortuna rispetto a tutti i coetanei che spasimano per averne uno. “Ma non sono tutte rose e fiori – racconta Sara -. Quando Mia era molto piccola si è legata a un cucciolo in maniera speciale ed è stato difficile separarsene.
Era un maschietto, molto piccolo e tutto nero. Era persino un po’ brutto, se mai un cucciolo può essere brutto. Mamma gatta è tremenda: i più forti, direi anche i prepotenti, diventano i suoi preferiti e quello più debole viene lasciato indietro.
Facile che vada in cerca di un maggior contatto con gli umani. Il cucciolo piccolo e nero è poi diventato un gatto meraviglioso. Dopo quella volta, ce ne sono stati altri, certo, ma nessuno come lui. Per Loris, che è più grande, è più facile: sa che può coccolare i gattini fino a quando non andranno nella loro nuova famiglia”.
La cura dell’allevamento
Prendersi cura dei gatti è molto bello, ma ci sono anche momenti impegnativi.
“Ogni mattina, la prima cosa che faccio è dar da mangiare ai gatti, altrimenti mi seguono tutti, una scia! Poi c’è il turno di spazzolata, uno al giorno. Avendo il pelo lungo, è bene spazzolare i gatti regolarmente e abituarli sin da piccoli. Qui serve la mano di tutta la famiglia. Io li toso una volta all’anno, in primavera, per igiene.
Quando ci sono i cuccioli, mamma gatta sta con loro al piano di sopra e sono più tranquilli. Quando andiamo a vederli la mamma li copre con la zampa. In quel periodo mi alzo prestissimo per lavarli. Il primo mese ci pensa mamma gatta, poi tocca a noi.
Quando avevo meno esperienza li pesavo, per controllare la crescita, proprio come si fa come i bambini! E proprio come con i bambini, adesso che ho più esperienza mi accorgo che tutto procede bene anche senza bilancia”.
Un legame che non finisce
Spesso capita che tutti i cuccioli vogliano attaccarsi alla stessa tetta di mamma gatta. “In questo caso sposto il più robusto per lasciare spazio a chi rimane indietro.
Poi cambio i teli, pulisco le ceste e le cucce. Amano nascondersi nelle scatole, negli armadi, negli angoli più difficili da raggiungere. Insomma, le sorprese non mancano mai! Un Capodanno, la nostra Trilli, che è una gatta molto presente in casa, ha partorito sul divano!”.
Sara è rimasta in contatto con molte delle persone che hanno preso cuccioli da lei. “Mi mandano le foto, mi tengono aggiornata. A me piace continuare a essere nella vita di queste nuove famiglie. Non ci sono mai stati problemi di salute particolari e di questo sono molto contenta, si vede che la linea genetica è robusta”.
Ma quando arrivano tutti i cuccioli insieme come si fa a piazzarli? “Pensiamo alla loro vita futura sin da quando nascono. Per esempio, li educhiamo subito a un’alimentazione diversificata, abituando intestino e gusto, a vantaggio loro e delle famiglie con le quali vivranno.
Ai futuri padroni, in particolare a chi è alla prima esperienza, fornisco una lista di cose da comprare, facendo attenzione a indicare siti e negozi con un buon rapporto tra qualità e prezzo. Spesso capita che dopo il primo cucciolo le famiglie ne vogliano un secondo. Anche in questo caso rimango a disposizione per dare una mano con l’inserimento, perché non è un passaggio facile, in particolare se si possiede già una femmina.
Ma sono presente anche per consigli, suggerimenti e confronti che possono, in prima battuta, evitare di ricorrere al veterinario”.
Un gatto?
Se non avete mai avuto un gatto e i vostri figli lo chiedono a gran voce, provateci! È vero, c’è un impegno in più per mamma e papà, soprattutto se i bambini sono ancora piccoli.
Ma sarete ampiamente ricompensati e ascoltandolo ronfare morbidamente sulle vostre gambe, la sera, vi chiederete: ma perché non lo abbiamo fatto prima?