Cogne è uno spettacolo. A 1500 metri di altitudine è una vera anomalia geografica.
Si raggiunge da una valle stretta e tortuosa e al fondo, ma proprio al fondo, si apre a sorpresa un pianoro ampio e dolce, ideale – verrebbe da dire un po’ polemicamente – per essere rimpinzato di seconde case e appartamenti.
E invece no! Perché l’ampia area aperta dei Prati di Sant’Orso, già dal 1939 è stata tutelata con un disciplinare comunale che ha proibito l’edificazione di qualsivoglia edificio.
Nel tempo questa tutela non è stata cancellata, al punto da ricevere il riconoscimento di “Meraviglia Italiana” ed entrare a far parte delle Alpine Pearls, le località montane europee votate a un turismo e a una mobilità dolce.
È per questo che a Cogne l’aria si fa più leggera e la vista spazia verso il cielo aperto, incuneandosi nel Vallone del Grauson per alzarsi fino alle cime del gruppo del Gran Paradiso (anche lui parco nazionale dal 1922, dopo esser stato riserva di caccia reale dal 1856).
Tutta la neve che vuoi, ma a Cogne
Le attività invernali di Cogne sono le classiche della montagna: sci di fondo e di discesa, pattinaggio, cascate di ghiaccio.
Ma ci sono anche le passeggiate con i cani da slitta e i salti a perdifiato nell’area dello Snow Park, proprio a ridosso dei Prati di Sant’Orso, con tappeti elastici e pista da snow tubing.
E poi passeggiate in libertà con le racchette da neve, immersi in paesaggi mozzafiato che l’inverno rende ancora più magici.
La spianata dei Prati di Sant’Orso ha una leggenda. Si narra che un tempo vi sorgesse una fitta foresta popolata da animali feroci. Sant’Orso cacciò le bestie e abbatté gli alberi, rendendo abitabile la località.
Questi bei prati innevati sono l’occasione per vivere la montagna assieme ai bambini anche d’inverno. La passeggiata che vi proponiamo si chiama Anello di Serve e prende il via da borgata Gimillan, a 1.788 metri di altitudine.
Si trova poco più in alto del paese ed è tutta esposta al sole, perfetta anche per le giornate fredde.
Il percorso circolare è lungo tre chilometri e non supera i duecento metri di dislivello. Un tratto di strada che si percorre in due ore d’inverno e in un’ora sola d’estate, quando la strada è libera dalla neve.
L’anello di Serve
Giunti nei pressi della Borgata Gimillian, dal parcheggio si segue la strada che porta alle case, quindi la strada asfaltata che passa davanti alla chiesetta e al bar Petit Gilles.
Si prosegue su asfalto sempre dritti, passando davanti ai segnali che indicano “Gimillan 270°” , dove si trova un piccolo parco giochi, per finire nelle vicinanze di una cappella.
Si segue il cartello giallo che indica “Serve” a sinistra, sempre lungo la strada asfaltata, fino alla borgata Pian di Teppe.
Se si volessero mettere subito le ciaspole, alla cappellina si può proseguire dritti lungo il canalone, ma si tratta di un pendio abbastanza ripido e perciò sconsigliato ai bambini.
Il percorso più facile, dalla borgata, è a sinistra (c’è un cartello) lungo la strada innevata quasi in piano, fino a sfiorare le case di località Serve.
Da qui un bel sentiero porta dentro il bosco, con una vista spettacolare sul massiccio del Monte Bianco.
Un grande tornante fa cambiare la direzione verso Gimillan. In questa radura c’è l’unico punto dove fare attenzione, poiché ci si trova di fronte a un bivio non segnato.
Bisogna andare dritti e non prendere le tracce che si allontanano a destra.
Da questo pianoro si torna indietro, guardando ora il gruppo del Gran Paradiso e la Grivola. Giunti in vista delle case di Gimillan si deve fare di nuovo attenzione: il percorso di per sé segue una cengia un po’ troppo esposta che può essere pericolosa per i piccini. Meglio seguire le tracce che si tengono a destra e scendere prima.
Si passa davanti a un grosso edificio e si taglia per i prati, innestandosi sul tracciato di “Gimillan270°” che ci riporta alla borgata.
Seupetta, tombolo e mecoulin
Per la passeggiata è necessario l’abbigliamento da neve, con racchette in caso di neve morbida. Se è dura si può proseguire con gli scarponi, perché il percorso è solitamente ben battuto.
In Borgata Gimillan si trovano fontane, bar e ristoranti. Il periodo ideale per percorrere l’anello è d’inverno, in special modo a febbraio, quando le giornate si allungano e la neve si è assestata, ma la camminata è possibile e gradevole tutto l’anno.
Dopo la passeggiata niente di meglio che un caldo assaggio dei prodotti tipici della tradizione valdostana, a cominciare dai formaggi.
Tra le ricette da chiedere nei punti di ristoro c’è la Seuppetta de Cogne, una zuppa calda a base di pane, riso, burro, fontina d’alpeggio e brodo di carne.
Tra i dolci il Mecoulin, un antenato del panettone che assomiglia a una grossa pagnotta ma contiene latte, panna, uova, burro, farina, lievito, zucchero, uvetta, scorza di limone e rhum, il tutto cotto in forno a legna.
Belli anche i prodotti artigianali legati al legno e alla lavorazione del tipico merletto valdostano, chiamato Les Dentelles de Cogne. Si dice sia stato importato dalle monache benedettine di Cluny.
La lavorazione del merletto è una vera opera d’arte. Il tombolo è una specie di cuscino su cui vengono fissati degli spilli attorno cui si lavorano i fili arrotolati su dei fuselli. Più fuselli ci sono più è complessa la lavorazione.
Senza disegno di base, il lavoro è fatto a memoria e richiede pazienza e concentrazione. Per fare un metro lineare di pizzo con settantadue fuselli sono necessarie fino a venti ore di lavoro. Una delizia per gli occhi!