La scuola: una decisione importante per i nostri figli

da | 13 Ago, 2013 | Lifestyle, Persone

A sei mesi, a un anno, a tre, a cinque: presto o tardi arriva il momento di iscrivere i pargoletti a scuola, affidandoli per la prima volta alla cura di altre persone, che non sono la nonna o la baby-sitter. Decidere a chi lasciare il proprio bimbo non è semplice, soprattutto per il primo figlio. Qual è il nido migliore? E la materna? Che dire poi delle vecchie elementari, ora ribattezzate “scuola primaria”? Ogni genitore vorrebbe trovare la soluzione giusta, che accolga i piccoli proprio come a casa, li faccia sentire bene, offra loro i bocconi migliori a pranzo e merenda, li curi come (e meglio) di mamma. La scuola perfetta, in cui insegnanti, struttura, mensa, spazi esterni e palestra sono assolutamente aderenti alle proprie aspettative, è difficile da trovare. Diciamo che la scuola ideale affida a ogni educatrice il minor numero di bimbi possibile e dispone di locali ampi e igienici, ha un giardino (o almeno uno spazio all’aperto) dove i bambini trascorrono un po’ di ore al giorno ed è un posto in cui si entra se non proprio con piacere, almeno con grande serenità. Gli spazi sono importanti almeno quanto le persone: la valutazione di queste ultime spetta unicamente ai genitori, mentre è bene che ci sia un locale per ogni attività, proprio come a casa: la classe, la cucina, la stanza del riposo, la mensa, i bagni, il giardino.

Il nido. Consigli per scegliere il giardino d’infanzia più indicato per il tuo bambino

La scelta del nido è delicatissima. I bambini al di sotto dei tre anni non sono in grado di raccontare il loro vissuto, quindi i genitori devono prestare la massima attenzione. “Il primo consiglio per trovare la scuola giusta – spiega Gloria Musella, titolare del nido “Il Passerotto” di Torino – è prestare attenzione alle sensazioni che si provano durante la visita”. È buon segno se il nido trasmette serenità e tranquillità, se non si sentono bambini piangere, se le persone che lavorano sono solari e allegre, se accolgono il bimbo con calore e gentilezza. “Non fatevi abbagliare dalla quantità di informazioni fornite ai colloqui preliminari, le notizie generali sono importanti, ma bisogna aver fiducia nelle proprie sensazioni. Un nido che piace, molto probabilmente sarà il posto giusto per il proprio piccolo – continua Gloria -. In ogni caso, visitate più di un nido, scegliendo tra quelli che meglio si avvicinano alla vostra filosofia di vita”. Chi abita in campagna, per esempio, farebbe bene a scegliere un nido fuori Torino. Chi ha a cuore alcuni aspetti del benessere, troverà asili che offrono particolari tipi di cura e alimentazione. E via dicendo. Il nido per legge non è obbligato ad avere uno spazio esterno all’aperto. “Ma per me è fondamentale e lo renderei obbligatorio – dice Gloria -. Fondamentale anche accertarsi che siano esposte e visibili le autorizzazioni di legge, così come le normative Haccp, che garantiscono i controlli igienici e batteriologici”. Una fase delicatissima è l’inserimento del bambino. Non esistono formule standard. “L’ingresso nella nuova comunità e il distacco dal genitore devono essere studiati a misura del bambino e dei genitori – spiega Gloria – rispettando le singole esigenze e individualità. Il tempo necessario e le modalità vanno valutate di giorno in giorno con le educatrici e nel frattempo la mamma e il papà hanno modo di vivere in prima persona la struttura del nido, assicurandosi di aver fatto la scelta migliore per il proprio bambino”. Tra i molti aspetti a cui prestare attenzione, è bene controllare che il nido fornisca tutto il corredino: bavaglini, asciugamani, federe e lenzuola, biberon e ciucci, che possono essere portati dalla famiglia ma devono rimanere all’interno della struttura, che si occuperà di lavarli e sterilizzarli ogni giorno. Molti genitori si domandano se sia meglio un nido o un micronido. È bene sapere che per legge l’unica differenza è che i micronidi non possono avere più di 24 bambini. Valutate quindi le strutture piccole con gli stessi criteri con cui valutereste l’ingresso in un nido vero e proprio e state molto attenti al rapporto numerico tra insegnanti e bambini, nei nidi come nei micronidi.

La scuola materna: meglio sotto casa o di fianco all’ufficio?

Compiuti i tre anni, i bimbi iniziano la scuola materna. Un salto nel vuoto, un nuovo mondo da scoprire e da vivere. Generalmente la scelta si effettua confrontandosi con altre coppie di genitori che hanno già bimbi all’asilo, per poi iniziare un giro esplorativo nelle scuole di zona. Se i genitori sono al primo figlio e il loro piccolo non ha frequentato il nido, la scuola è come un pianeta sconosciuto su cui vagare come astronauti dispersi nello spazio. Come valutare e capire il funzionamento di questa struttura che ospiterà per ore e ore l’amata progenie? Meglio la scuola sotto casa, i cui locali sono ampi e spaziosi, ma il cui giardino è un misero cortiletto asfaltato e circondato da alti palazzoni? O è meglio l’asilo di fianco all’ufficio, che pare una casetta per le bambole, piccolo e raccolto, un po’ sacrificato, con tre stanze in cui i bimbi svolgono tutte le attività, ma immerso in un bel giardino verde e soleggiato? Fatto salvo il discorso di prestare attenzione soprattutto alle proprie sensazioni, a partire dalla scuola materna si cominciano a tenere presenti nuovi aspetti. Cominciamo pensando ai bambini: valutate con attenzione le scuole in cui si iscrivono gli amichetti del cuore: forse il bambino preferirà iscriversi assieme a loro, anche se la scelta deve essere del genitore e non, ovviamente, del bambino. Una scuola comoda, vicino a casa, è sicuramente preferibile rispetto alla scuola di cui ai giardinetti abbiamo sentito decantare le lodi. Peccato che sia dalla parte opposta della città e che per raggiungerla ci voglia un’ora di macchina nel momento di traffico più intenso. “Per scegliere bene – spiega Daniela Ghidini, direttrice del Circolo Didattico Comunale 29, che comprende due scuole materne e un nido – è utilissimo effettuare una visita guidata assieme alle insegnanti, facendosi raccontare la giornata tipo”. Molte scuole organizzano “open day”, cioè giornate di presentazione, per spiegare ai genitori il funzionamento e rispondere collettivamente alle domande: è bene partecipare, facendo tesoro di quel che dicono gli insegnanti e anche gli altri genitori, che spesso pongono domande utili e diverse da quelle che ci si aspettava. “Ci si farà così una idea più concreta di come funziona la scuola, di quante e quali uscite sono previste durante l’anno – continua Daniela Ghidini -. Visionando il famoso Pof (cioè il Piano dell’Offerta Formativa) si potrà conoscere indicativamente il programma che le maestre intendono seguire durante l’anno. Questo è il modo migliore per comprendere se le proprie esigenze e i propri desideri coincidono con quello che la scuola offre”. Non bisogna dimenticare, soprattutto quando si ascoltano i consigli di amici e conoscenti, che quel che è adatto per loro, magari non lo è per noi. Se si abita in un appartamento, sarà importante che l’asilo del bambino abbia un bel giardino. Viceversa questa necessità sarà magari meno urgente se si abita in una casa immersa nel verde e il proprio bimbo, fuori dall’asilo, può passare molto tempo all’aria aperta. In generale, difficilmente si sbaglia se ci si lascia guidare dall’istinto. Se la scuola ci conquista anche solo per un piccolo particolare (le stelline che pendono dal soffitto nella stanza del riposo, una maestra che ci piace “a pelle”) probabilmente stiamo scegliendo la scuola giusta.

Con la scuola elementare cambia tutto: compagni, maestre, libri che sembrano incomprensibili per un bimbo

Quando l’asilo sarà per il piccolo come una seconda casa o un abito comodo e un po’ vecchiotto, probabilmente comincerà a venirgli a noia. È l’ora della scuola elementare. A sei anni cambia di nuovo tutto, nella vita del bimbo come in quella di mamma e papà. La scuola elementare è un vero e proprio ciclone per i bambini. Alcuni la aspettano con ansia e ne parlano in continuazione, altri la temono.  Alle elementari ci sono orari più rigidi, minore disponibilità di tempo, regole più severe, doveri e responsabilità, impegni e possibilità di castighi e rappresaglie in caso di infrazioni delle regole. Ci sono anche nuovi compagni, nuove maestre, banchi e lavagne, sedie su cui restare seduti, libri che, per un bimbo di appena sei anni, risultano lontani e incomprensibili come lo sarebbe per noi un geroglifico.

Dubbi e speranze avvolgono la mente dei genitori nella scelta della scuola “giusta” per il loro figlio

Tanti i dubbi, le preoccupazioni, le speranze e le aspettative che accompagnano i genitori nella scelta della scuola elementare. Difficile dare consigli, quasi impossibile. Come ricorda Marisa Porcelli, un diploma di pianoforte al conservatorio e una specializzazione in didattica dell’insegnamento, da 26 anni nel mondo della scuola e da sei maestra elementare, per scelta e per passione: “Sapere quale è la scuola giusta per il proprio bambino credo sia impossibile, perché le variabili in gioco sono troppe: la famiglia, il bimbo stesso, le insegnanti, la preside, il gruppo classe. Dieci genitori provenienti dalla stessa scuola probabilmente daranno dieci giudizi diversi. Non potrà mai esistere un’immagine univoca di una scuola, forse nemmeno di una classe”. È importante accostarsi alla scuola con mente aperta e disponibile, cercando di non avere troppe aspettative e soprattutto di capire cosa si vuole. Bisogna anche essere disposti a mettere in discussione le proprie convinzioni, per il bene del bambino, perché si gioca su un terreno in cui magari non si è così ferrati. “Uno degli errori che spesso i genitori commettono – spiega Marisa – è desiderare per i propri figli una scuola come quella che hanno frequentato loro, una scuola che io non stenterei a definire antica. La scuola di venticinque anni fa non è quella di oggi, altrimenti i bambini vivrebbero una realtà lontana dal loro essere”. Venticinque o trent’anni fa non si mangiava a scuola, il tempo pieno era una sperimentazione, c’era una sola maestra, in gita si andava nei dintorni o poco più. Oggi la scuola coinvolge i bambini per molte ore, organizza attività extrascolastiche (corsi di nuoto, pianoforte, teatro, sport), accompagna i bambini in gita per più giorni e in città lontane. Ci sono tanti insegnanti e programmi diversi. Si imparano le lingue e l’informatica. Insomma, le scuole di oggi sono impegnative e coinvolgenti, talvolta caotiche, sicuramente stimolanti.

Uno degli obiettivi? “I bambini devono imparare a interagire con i compagni e con le maestre”

“Ci sono genitori – prosegue Marisa Porcelli – che chiedono alla scuola la massima organizzazione: un percorso didattico e formativo strutturato, regole precise e obiettivi concreti. Attenzione: i bambini non sono caselle da inserire in un percorso obbligato. Sono piccole persone che devono crescere e trovare il proprio spazio all’interno di un ambiente sociale aperto ed elastico: la scuola. Devono imparare a interagire con i compagni e con le maestre, prima ancora di imparare a leggere, scrivere o contare. Penso che sia meglio una scuola primaria stimolante piuttosto che un istituto strutturato o prestigioso. Una buona scuola deve adeguarsi al bambino e fargli vivere esperienze formative, deve aiutarlo a capire chi è e cosa ama studiare. Queste sono le basi fondamentali, non basta fornire una mole di nozioni e conoscenze”. Passiamo alle considerazioni più pratiche, non meno importanti. “La scuola deve essere comoda e vicino a casa – dice Marisa Porcelli – così i bimbi potranno incontrarsi più facilmente al pomeriggio con i compagni. Non bisogna dimenticare che il percorso scolastico dei figli sarà lungo. Ci saranno alti e bassi, insegnanti amati e insegnanti antipatici, compagni con cui i bimbi si troveranno bene e altri che detesteranno, materie a cui si appassioneranno e altre che non potranno mai digerire. Su questo terreno irregolare e faticoso cresceranno e si formeranno”. Il segreto della scelta giusta è probabilmente uno solo: essere profondamente convinti di non aver sbagliato. Se piace a mamma e papà, il bimbo accetterà serenamente questo luogo così importante per la sua vita futura: la scuola.

 

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