Babbo Natale, fantasia, bugie e consumismo: possiamo scegliere se e a quale tradizione natalizia aderire, con consapevolezza. Intervista a Carlotta Cerri, alias La Tela
La magia del Natale porta con sé un caleidoscopio di emozioni, aspettative e tradizioni. Eppure, nella nostra piccola area del globo, possono esserci tanti modi per festeggiare il Natale e non sempre quello che adottiamo ci corrisponde realmente. E se per molti rappresenta una tradizione intoccabile, per altri è una fonte di stress che porta a mettere in discussione il vero senso di ciò che facciamo e festeggiamo: regali forzati, pranzi e cene obbligatorie che si sovrappongono e spese eccessive e spesso inutili.
Allora, perché conformarci a tutti i costi in nome di una tradizione che, come tutte, evolve? Per quale motivo mettere da parte ciò che realmente vogliamo in nome di una ’magia’ del Natale, astratta, fragile e discutibile? Aderire totalmente alle convenzioni, a una parte della tradizione, a una differente, a nessuna: possiamo e dovremmo farlo.
Con Carlotta Cerri, creatrice della piattaforma di aiuto alla genitorialità La Tela – latela.com -, abbiamo provato ad ampliare lo sguardo e osservare il Natale da altri punti di vista. In particolare, quando la tradizione si scontra con la nostra indole o, se siamo genitori, con i nostri valori educativi: dalle bugie, anche se bianche – dette ai bambini per salvare una magia del Natale ridotta alla credenza di una slitta volante -, al consumismo sfrenato quando vorremmo intraprendere una strada più sostenibile.
Perché interrogarsi su quale sia la vera essenza del Natale per noi e per la nostra famiglia è un percorso di consapevolezza e crescita per tutti.
La verità va detta sempre, non solo sul Natale
Iniziamo dalla tradizione, inventata di recente, più diffusa tra i bambini a Natale: Babbo Natale, sulla cui autenticità tutti almeno una volta ci siamo interrogati.
Una gran bella bugia, raccontata perché tutti quanti lo fanno, una delle tante ‘bugie bianche’ usata e consumata per facilitarci la vita nell’immediato.
“Parto sempre dal presupposto che la verità è un principio fondamentale del mio stile di vita e del genitore e persona che scelgo di essere” esordisce Carlotta Cerri, educatrice di formazione Montessori. “Sono cresciuta come tanti con le bugie bianche, quelle che ci dicevano fossero per il nostro bene o che non facevano male a nessuno. Da genitrice, io ho scelto di non dirle. Dire la verità, anche quando è faticoso, significa essere un modello per i bambini: non significa che loro non diranno bugie, è anche così che esplorano il loro mondo, ma se siamo noi stessi a dire spesso bugie bianche, quello diventa anche il loro modello e rischiamo di sfilacciare quel filo sottile della verità che è alla radice della fiducia reciproca”.
Inutile negarlo, se si sceglie di conformarsi raccontando la storia di Babbo Natale, la bugia è protratta fino a quando quella domanda che prima o poi arriva: ma Babbo Natale esiste davvero?
“Ovviamente non credo che tutti debbano imitare la mia scelta, ma a chi sceglie di raccontarla consiglio sempre di evitare ulteriori bugie. Quando per esempio vedono Babbo Natale in un centro commerciale, meglio dire che si tratta di una persona travestita. Ma soprattutto, quando i bambini pongono la fatidica domanda, significa che sono pronti a sentire la risposta e continuare a mentire spezza la fiducia. Raccontare, a questo punto, che è un personaggio di una storia, cercare insieme la leggenda e le sue origini e parlare del perché abbiamo mentito è una soluzione per non perpetuare la bugia. E dopo, è altrettanto importante comunicare che bisogna continuare a rispettare coloro che invece ci credono”.
Il ricatto di Babbo Natale
Ma non solo di bugie e verità si tratta. Babbo Natale ne porta anche una amara, ovvero quella reazione diffusa e di cui ci pentiamo subito: ‘se sei buono, Babbo Natale non ti porta i regali!’. L’atteggiamento più contrario, forse, all’essenza del Natale.
“Ecco, oltre che essere una bugia, è una vera minaccia, molto distante dal mio modello educativo e che mina totalmente una crescita verso lo sviluppo dell’autocontrollo e dell’integrità: non devo imparare a fare la cosa giusta per paura della punizione, ma perché lo scelgo. Così imparo ad agire nel bene anche quando nessuno mi guarda. Ottenere quello che vogliamo incutendo paura significa anche insegnare a essere ‘bulli’ e non porta a crescere adulti che si apprezzano e si stimano. Punizioni, ricatti, minacce e paura non nutrono integrità ed empatia, non sviluppano l’autocontrollo e le conseguenze sono visibili nella nostra società. E non riguardano solo Babbo Natale, bensì tutta l’educazione.
Inoltre, ma questo è un mio parere personale, il regalo che arriva da Babbo Natale getta ombra su una bella verità: perché ignorare la vera origine di un regalo da parte di qualcuno, pensato con cura e confezionato, per dare tutto il merito a un personaggio immaginario? Sottrae qualcosa alla vera magia del Natale, quella della generosità e della gentilezza”.
Fantasia nella prima infanzia? Meglio aspettare
Non solo ricatto. Spesso noi adulti non ci pensiamo, ma la fantasia di Babbo Natale, questo personaggio immaginario che compie azioni non realistiche, può anche generare paura in un cervello immaturo. “Ho conosciuto tanti bambini, ma accadeva anche a me da piccola, che avevano paura di Babbo Natale, questa persona sconosciuta che di notte entra in casa tua – e come lui potrebbero farlo anche altri” racconta Carlotta.
Gli studi delle neuroscienze, infatti, dimostrano che fino a circa 6 anni il cervello dei bambini non è capace ad astrarre: non distinguono chiaramente la realtà dalla fantasia, un processo che avviene gradualmente, e apprendono principalmente attraverso esperienze sensoriali.
“L’introduzione di personaggi fantastici, come Babbo Natale, può generare paura in una mente immatura, per l’incapacità di scindere tra realtà e fantasia. Pensiamo alle streghe che fanno incantesimi che addormentano o agli orchi che mangiano bambini. È importante scegliere con attenzione i contenuti per questa fascia di età: la fantasia ha un ruolo importante, ma solo quando il cervello è in grado di processarla correttamente”.
Nel pensiero comune, rinunciare alla fantasia da piccoli significa disincentivare l’immaginazione. “Questo è un falso mito. Fantasia e immaginazione sono due concetti differenti: la fantasia nasce dalla mente di altri, l’immaginazione dalla nostra mente. Leggere un libro o guardare un film di fantasia, inventato dalla mente di altri, non per forza aumenta la nostra immaginazione, che invece cresce se viene coltivata e stimolata attraverso story telling o giochi di ruolo”. Eppure oggi, chissà perché, c’è un po’ un abuso di magia, specialmente nei contenuti per i bambini.
“È una mia opinione personale, ma a volte mi sembra che ci stiamo dimenticando della magia presente nella quotidianità: come un tramonto in spiaggia, delle formiche che lavorano o un gesto gentile. Prendi il Natale stesso: per noi è magico, un giorno dell’anno speciale, anche senza la storia di Babbo Natale e i regali sotto l’albero, ma lo è proprio come sono magici il capodanno cinese, Diwali, Galungan… vedere e scoprire le tradizioni per noi è la magia”.
L’essenza del Natale non è il consumismo
Carlotta viaggia a tempo pieno con la sua famiglia: lo scorso anno il Natale è arrivato in Italia in compagnia di nonni e zii, gli anni prima in Nuova Zelanda e Asia, e quest’anno in Messico a bordo di un van.
“Per noi oggi la magia del Natale è ritrovarci in un posto dove possiamo imparare da altre culture e tradizioni, e farne nostro un pezzetto. Quando è arrivata l’occasione abbiamo raccontato ai bimbi la leggenda di Babbo Natale, in particolare quando ne incontravamo uno per strada, anche perchè all’inizio, come tanti bambini, avevano paura. Scegliere di raccontare loro la storia di Babbo Natale solo come una credenza non ha significato privarli della magia del Natale.
E lo stesso vale per la religione: non siamo cristiani, ma cerchiamo di spiegare loro ciò in cui gli altri credono e quindi l’origine della festa del 25 dicembre”.
Sia chi crede nella ricorrenza cristiana sia a chi ama semplicemente il momento di ritrovo e condivisione, non possiamo non ammettere che l’atmosfera natalizia è oggi totalmente inquinata dall’anima del commercio e del consumismo, sempre più eccessivo e per nulla sostenibile: dallo spreco alimentare alle risorse usate, e l’abitudine, che può anche essere forzata, di acquistare doni per bambini e parenti.
“Per quanto mi riguarda, la rinuncia al regalo a ogni costo è in linea con uno stile di vita che adottiamo tutto l’anno, quindi non la viviamo per nulla come una rinuncia. Fare il contrario significherebbe andare contro i valori che trasmettiamo ai nostri bambini tutti i giorni, quando cerchiamo di acquistare solo le cose che ci servono e se scegliamo di comprare qualcosa che non ci serve, ne parliamo.
Se adottare uno stile di vita più sostenibile è un cambiamento che vogliamo portare nella nostra famiglia perchè ci crediamo, possiamo applicarlo anche al Natale: certo, è necessario, prima, avviare una conversazione con i nostri figli sullo stile di vita, l’origine dei prodotti e l’ambiente, e mettere in connessione tutte le cose. Ma io penso che oggi non comprare sia una rivoluzione”.
A ognuno il suo Natale
Regali a parte, ognuno di noi dovrebbe quindi chiedersi come sente di voler trascorrere il 25 dicembre ma anche cosa vuole o non vuole sacrificare per tenere viva la tradizione. Ma senza la ricorrenza cristiana e la figura pop di Babbo Natale, cosa rimane del Natale oltre a essere un momento di riposo, per la maggior parte delle persone, in coincidenza con la fine dell’anno solare?
“Quello è il bello! Ogni persona può riflettere e trovare il suo. In generale ciò che dobbiamo tenere è ciò che ci fa stare bene e che è in linea con quelli che sentiamo essere i nostri valori.
Noi lo festeggiamo a modo nostro, e cambia ogni anno. I miei bambini del Natale adorano le luci, le decorazioni per strada e soprattutto le canzoni di Natale. Quest’anno vorrei proporre di scrivere una lettera, che sia a Babbo Natale o alla nonna sceglieranno loro, per scrivere cinque cose belle che ci sono successe di recente.
Ogni famiglia può, se vuole, creare la propria tradizione natalizia, quella in cui più crede. Il limite è nella nostra immaginazione. La magia del Natale per noi oggi è rafforzata dal festeggiarlo esattamente come le sentiamo: è proprio per questo, forse, che oggi sappiamo godere molto di più di questa festa”.
Sembra banale, ma dal punto di vista educativo, il Natale è un’occasione significativa per trasmettere la tolleranza verso i diversi modi di vivere, credere o festeggiare.
“Tra le novità su latela.com abbiamo da poco pubblicato un libricino che si intitola Il «Natale a modo tuo», utile ai genitori che vogliono avviare la conversazione per spiegare che non tutti festeggiano il Natale e non tutti lo fanno allo stesso modo; per questo abbiamo anche creato il calendario dell’avvento delle tradizioni natalizie nel mondo, che ogni giorno ti far scoprire una tradizione natalizia diversa, per trasmettere che tutte vanno rispettate.
Se io rispetto un genitore che ha scelto di raccontare al proprio figlio l’esistenza di Babbo Natale, spero che possa esserci lo stesso rispetto anche verso la mia scelta, anche se appartengo a una minoranza.
C’è tanto bisogno di sviluppare accoglienza e rispetto reciproco quando la pensiamo diversamente, a partire dal Natale e non solo: se nel nostro paese la maggioranza agisce in un modo, c’è una minoranza che ne sceglie altri: tutti vanno ugualmente rispettati”.
Un concetto che va ben oltre i festeggiamenti natalizi, ma sicuramente in linea con i valori originali del Natale stesso.
La Tela: contenuti per passare tempo di qualità in famiglia
La Tela è la piattaforma di riferimento per la genitorialità in Italia, una bussola per crescere come genitori che propone lezioni e dirette per educare a lungo termine, il podcast “Educare con Calma” e contenuti di alta qualità in versione digitale o da scaricare e stampare: tutti contenuti per passare tempo di qualità in famiglia, nutrire la curiosità e offrire “zero digitale” (giochi stampabili e audiostorie) o schermi attivi (lezioni di disegno con Dalila, di musicalità con Francesca, di yoga con Arianna…).
Per Natale c’è l’originalissimo Calendario dell’avvento che diventa anche Memory Game “Tradizioni di Natale nel mondo” e il libricino “Il Natale a modo tuo”. Sul sito trovi anche il libro di Carlotta “Cosa sarò da grande” (con un super regalo natalizio su latela.com/libro), il suo TEDx, il progetto La Tela Teachers (che regala contenuti a insegnanti), La Tela in sospeso (per aiutare chi non può) e Spazi La Tela (per rendere l’Italia family-friendly).