L’arte del ritratto

da | 15 Mag, 2015 | Lifestyle

C’è il viso ovale, lungo, rotondo. La faccia sorridente, arrabbiata, triste. Gli occhi piccoli, enormi, sgranati. Partendo dai primi scarabocchi per arrivare ai ritratti, i bambini, quando disegnano un volto, sperimentano una grande varietà di forme, di colori e di espressioni. Tanti modi per raccontare e interpretare la realtà, così come diverse sono le modalità e le tecniche con cui, attraverso il ritratto, gli artisti rappresentano il mondo. Torino in questi mesi ospita una grande raccolta di ritratti: quello glamour di Tamara de Lempicka, quello bohémien di Amedeo Modigliani, quello classico di Raffaello. Per scoprire l’arte, la vita e le opere dei tre grandi autori, in mostra a Palazzo Chiablese, alla GAM e alla Pinacoteca Agnelli.

Tamara
Tamara de Lempicka – fino al 30 agosto nello Spazio Mostre del Polo Reale a Palazzo Chiablese, in Piazzetta Reale – si scopre attraverso i ritratti dedicati alla figlia Marie-Christine, detta Kizette, che le portarono i maggiori riconoscimenti. Famoso “La comunicanda”, premiato nel ’29 in Polonia e “Kizette al balcone” apprezzato per la sinfonia di grigi e la posa scomposta della figlia al balcone di casa in rue Guy de Maupassant a Parigi. Nei ritratti infantili della figlia e di altri giovani modelli, emerge la Lempicka “artista” dallo stile inconfondibile e la Lempicka “personaggio” dalla vita avventurosa e dalla personalità dirompente.

Percorrere la mostra a Palazzo Chiablese significa attraversare tutti i diversi mondi di Tamara. Per prima cosa osservate i contrasti e i colori della “Ragazza in verde”, l’opera che accoglie i visitatori. Poi sbirciate nell’intimità delle sue case-atelier di Parigi, Beverly Hills e New York, perdetevi a guardare i dipinti dedicati alle mani e a confrontarli con le fotografie dell’epoca. Ammirate i ritratti e le sacre visioni, prima di passare alle opere “dandy déco”, come “Le confidenze (Le due amiche)”, “La sciarpa blu”, “Ritratto di Madame Perrot”. Gli atteggiamenti eleganti, i volti perfetti e plastificati, l’uso di accordi cromatici sofisticati rendono i dipinti delle icone e fanno della Lempicka la massima espressione di dandysmo declinato al femminile dell’epoca déco.

Modì
Dal Decò alla Bohéme il passo è breve: basta lasciarsi alle spalle piazza Castello e dirigersi verso la GAM per visitare la mostra “Modigliani e la bohéme di Parigi” in programma fino al 19 luglio. L’esposizione presenta la straordinaria atmosfera culturale creata dalla “École de Paris” dall’esistenza disordinata e dalla completa simbiosi tra arte e vita. Principale testimone di questa realtà cosmopolita: Amedeo Modigliani, l’artista maledetto che ha fatto del ritratto l’arte della metafisica. Nessun pittore della sua epoca ha mai dipinto un numero così considerevole di artisti (Soutine, tra gli altri, in mostra alla GAM), poeti, amici (“Ragazzo dai capelli rossi”), amanti (“Jeanne Hébuterne”, “Lolotte”), mercanti d’arte, modelle occasionali (“Ritratto di Dédie”, prima moglie del pittore cubista Henry Hayden) e personaggi della vita parigina (“La mendicante”, “La ragazza rossa”). Il suo stile è unico e inconfondibile. Il suo mondo è fatto di volti stilizzati, colli affusolati e lunghi come quelli di una giraffa. Anche alle sculture – esposte in un confronto con le opere dell’amico Costantin Brancusi – Modigliani applica lo stesso modello di sintesi: teste dalle forme allungate, dai lunghi colli e dagli occhi scuri privi di pupille. Una sorta di “Fascino primitivo” che dà il titolo a una delle due attività per famiglie – l’altra si chiama “Alla moda di Modì” – proposte dal Dipartimento Educazione della GAM.

Raffaello
Amici e donne, ma anche santi, personaggi potenti e illustri sono i protagonisti dei ritratti di Raffaello. Perdetevi a osservare le figure ritratte nella “Madonna del Divino Amore”. L’opera, in esposizione fino al 28 giugno alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, parla dell’amore materno. Due donne, una giovane e una anziana, la Madonna e Santa Elisabetta, guardano due bambini interagire: Gesù e San Giovannino. L’unica figura maschile, San Giuseppe, è sullo sfondo, distante. Avvicinatevi all’opera, mano nella mano con i vostri bambini. Passate dalla luce alla penombra, in un suggestivo allestimento che fa apparire il quadro come una visione, in uno spazio ovattato dove anche il rumore dei passi viene attutito. Scoprite cosa nasconde il dipinto. Provate a leggere la composizione di forme.

E, infine, condividete lo spirito di bottega, il metodo di lavoro di tanti artisti del Rinascimento, partecipando ai laboratori “Le domeniche in Pinacoteca” per bambini dai 4 anni in su. Nelle attività educative in programma si impara la tecnica dello spolvero (“Cosa nasconde un dipinto”) o dell’incisione (“Ri-passiamo”) e si sviluppano composizioni di forme attraverso l’uso di carte colorate (“Emozioni in composizione”).

[Simona Savoldi]

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